TORINO – Che non sarebbe stata una gara facile, che non sarebbe stata una stagione facile, Pescara e Torino devo averlo capito subito, subito dopo aver fatto grandi progetti ma portato a casa smunti risultati sul mercato, subito dopo aver dato il calcio d’avvio ad una sfida considerata e considerabile già alla seconda giornata una sorta di spareggio salvezza.

Equilibrio nei primi minuti poi, come spesso accade in serie A, è la squadra più mutata nel suo undici a perder per prima le distanze, la lucidità. Così, al 24° del primo tempo, è il nuovo arrivato Terlizzi a commetter fallo da rigore e da ultimo uomo, incosciente di quanti minuti fossero passati dall’inizio o mancassero alla fine della gara. Rigore ed espulsione, Pescara in dieci, Torino sul dischetto. Calcia Bianchi, fuori.

L’illusione che il sacrificio di Terlizzi potesse davvero esser funzionale alla causa svanisce dopo pochissimi minuti, quando Sgrigna fa dimenticare il rigore sbagliato dal compagno il Torino e mettendo a segno la prima rete granata della stagione. In dieci uomini il Pescara termina il primo tempo e comincia l’intervallo, infine sbanda, in tre soli minuti, quelli che bastano a Brighi e poi Bianchi per chiudere i conti sul 3-0 portando a quota tre in classifica il Toro.

Per il Pescara secondo tre a zero consecutivo, una consuetudine che potrebbe diventare una tormentosa tradizione per il povero Stroppa, chiamato ad allenare una neo-promossa scientificamente indebolitasi per affrontare l’agognato (?) ritorno in serie A. Per il Torino tre punti indubitabilmente utili poiché ribadiscono l’imbattibilità e la non inferiorità rispetto a due pretendenti alla salvezza, oltre a giovare come importante discriminante nell’analisi degli scontri diretti.

Per dimostrar di valer qualcosa di più, agli uomini di Ventura non resta che attendere il primo avversario di valore.