ANTICIPO – Genoa – Parma 2-2 al 90’+7′

Redazione

GENOA – Cosa può accadere in 7′ di recupero? Tutto. Con ancora negli occhi l’agonizzare etneo nel recupero di Siena è più facile immedesimarsi nella condizione del Genoa che, contro il Parma, gode di un extra recupero per completare una rimonta insperata e meritata solo nel contesto dei 10′ finali. Su di un terreno di gioco al limite della praticabilità, ma che la prossima settimana è stato deputato ad ospitare l’amichevole tra Italia ed Usa, il Parma di Donadoni conferma la propria freschezza atletica e la propria ostichezza d’avversario. Il Genoa di Marino, reduce da tre sconfitte consecutive, va subito sotto causa la rete di Gobbi che risolve una gazzarra da calcio d’angolo con un preciso quanto fortunoso rasoterra ad effetto che, attraversata la selva di gambe in area di rigore, raggiunge l’angolino alla sinistra di Frey.

La partita è subito maschia, giocata a ritmi frenetici. Il Genoa prova a costruire gioco ed occasioni ma è il Parma, con Giovinco e Biabiany a sfruttare i tanti errori dei mediani rossoblu oltre agli spazi concessi lungo le fasce e tra e maglie sempre larghe della difesa di Marino. Raramente Mirante viene chiamato in causa, molto più occupato il collega genoano. Si va al riposo tra i fischi del pubblico che, pronti – via, si spazientisce quando Giovinco mette Floccari in condizione di timbrare lo 0-2 che nulla aggiunge ai meriti dei ducali.

Da qui in poi la partita si fa folle, con protagonista l’arbitro Romeo ed i suoi assistenti. Il pubblico del Grifone schiuma rabbia, i giocatori rossoblu si innervosiscono ma a farne le spese sono i colleghi del Parma che vengono tutelati davvero poco dalla direzione arbitrale che li espone anzi alla caccia all’uomo da parte degli avversari, frustrati oltremodo. E così, il Parma che nel primo tempo si era visto negare un goal di Giovinco per fuorigioco inesistente, lamenta dapprima un fallaccio di Constant su Biabiany in area, non visto, quindi la sostituzione di Floccari che, da terra, viene colpito in scivolata al gomito che risulterà lussato, quindi costretto ad abbandonare il terreno di gioco.

Poco Genoa, e tanta confusione. I ritmi si abbassano, la gara vive delle giocate di Palacio, Biabiany e Giovinco. Donadoni, costretto a sostituire un attaccante, opta per l’ingresso in campo di un centrocampista, si copre. Marino invece gioca la carta Ze Eduardo, passando ad un modulo ultra offensivo ma senza risultati visto che, in avanti, né Kucka né Constant riescono a servire i compagni. Accade così che un tocco di mano tutt’altro che volontario di Modesto venga giudicato da rigore. Palacio dal dischetto, quando mancano una decina di minuti allo scadere dei 90 regolamentari, tira addosso a Mirante per poi ribattere in rete. Altri due rigori, ben più evidenti (fallo su Ze Eduardo e tocco di mano ben più nitido di quello fischiato) vengono reclamati ma negati al Genoa che, scoperto, rischia in due contropiede il colpo del KO, che sarebbe stato il quarto consecutivo.

Marino gioca anche la carta Jorquera, tirando fuori Belluschi. E’ la scelta decisiva. L’esposizione del tabellone con 7′ di recupero, sacrosanti, carica i rossoblu che seppure sulle gambe avanzano sulla spinta del pubblico che, dopo mugugni e sfotto’ torna a credere almeno in un’impresa a metà. Al 6′ di recupero palla in area di Jorquera per Palacio, Valiani non sale sulla linea del fuorigioco permettendo all’argentino di battezzare il palo alla sinistra di Mirante per il 2-2 che fa esplodere di gioia il Ferraris e di rabbia Lucarelli, capitano del Parma, che si becca l’espulsione. Ci sarebbe un ulteriore minuto da recuperare in virtù di tale provvedimento ma, mentre Ze Eduardo punta la difesa scoperta del Parma, Romeo decreta che il “gioco è bello quando dura poco” mandando tutti negli spogliatoi senza ricevere alcuna stretta di mano.

Un risultato, il pareggio, comodo al Catania che vede il Parma (ancora imbattuto nella gestione Donadoni) rimanere alle spalle, mentre il Genoa sopravanzarlo d’una lunghezza. Boccata d’ossigeno per Marino, che spezza l’incantesimo delle quattro sconfitte consecutive esorcizzando anche il fantasma del goal, assente da tre gara.

 

che dapprima ignorano parecchi interventi ben oltre il limite ai danni dei gio

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