CATANIA – Anzitutto la premessa. Il regolamento d’utilizzo dello stadio Angelo Massimino è stato firmato per accettazione al momento della sottoscrizione del titolo d’abbonamento, è presente (come rimando) sul retro dei tagliandi staccati per ogni singola partita e stabilisce:

“L’accesso e la permanenza nello stadio sono consentiti solo ai possessori di idoneo titolo di accesso […] Per l’accesso all’impianto è richiesto altresì il possesso di un documento di identità valido o, in caso di minori di anni 15, di un documento di autocertificazione conforme a quanto stabilito dalla norma da esibire a richiesta del personale preposto, per verificare la corrispondenza tra il titolare del tagliando ed il possessore dello stesso”.

Fatto sta che da tempo, per gli abbonati (l’abbonamento viene caricato sulla tessera del tifoso), era consueto aver il permesso di accedere allo stadio senza esibire un documento di identità, come invece richiesto ai possessori di tagliando dl’accesso allo stadio. Disguidi inevitabili sono perciò sorti quando, per Catania-Chievo, gli steward  hanno richiesto l’esibizione del documento di riconoscimento per verificare l’identità dell’abbonato (visto che nella tessera del tifoso non compaiono Comune ed indirizzo di residenza, oltre alla data di nascita). Lunghe code, nervi tesi, non un clima ideale per chi vorrebbe solo godersi uno spettacolo.

Al di là delle interpretazioni, si ricorda che l’articolo 4 del Testo Unico di P.S. stabilisce:

“L’autorità di pubblica sicurezza ha facoltà di ordinare che le persone pericolose o sospette e coloro che non sono in grado o si rifiutano di provare la loro identità siano sottoposti a rilievi segnaletici“. 

A tal proposito, in occasione di Catania-Genoa, ricordiamo a tutti i tifosi che parteciperanno all’evento, abbonati e non, di munirsi di documento di riconoscimento onde evitare i medesimi disguidi all’ingresso.