CURVA SUD – “Tifare e lottare, non è tempo di funerali”

Redazione

CATANIA – In merito alla situazione tifosi, divisi nel contestare la squadra sin dal primo minuto contro il Napoli, il quotidiano ‘La Sicilia’ ha dato la parola anche alla Curva Sud. I portavoce, eredi della storica curva del tifo rossozzurro (contro il Napoli non si è unita alla contestazione proveniente dalla curva Nord), ribadiscono la loro posizione:

“Noi di fronte ad un rischio e non ancora ad una tremenda certezza e ad un brutto epilogo, non siamo certo intenzionati a fare un funerale ad una squadra che può ancora salvarsi e che deve ancora lottare. Anzi, sia chiaro, noi pretendiamo che i giocatori ce la mettano tutta, perché non sono ancora retrocessi e tocca a loro, solo a loro, tentare di riacciuffare una salvezza possibile. Sappiamo bene che sono stati commessi errori, ne ha fatti la società, hanno sbagliato i calciatori, ma a questo punto, prima di chiedere conto e ragione di quel che è successo e di avere chiarimenti sul futuro che ci attende, non facciamo nemmeno un passo indietro”.

I ragazzi della Sud non saranno al corteo di domani. «Non ci interessa in questo momento questo tipo di manifestazione, vogliamo concentrarci soltanto sulla partita di domenica, vogliamo che la squadra sappia che non deve lasciare niente di intentato, che chiediamo il massimo rispetto per la maglia che indossano, per la città che rappresentano. Mancano sette giornate, dobbiamo vincere tutte le battaglie che abbiamo davanti da oggi alla fine. E’ tardi? Forse, ma non troppo tardi se è vero che la matematica ancora ci offre una speranza e se lo stesso calendario sembra essere più difficile per le nostre concorrenti. Abbiamo vissuto tante altre storie impossibili per il Catania, quando sembravamo spacciati, quando ci avevano dato per morti. E siamo ancora qua, invece. E speriamo domenica sera di essere ancora in corsa per conservare questo posto in Serie A che i tifosi veri hanno sempre dimostrato di meritare. Ma che tutta la città deve dimostrare di avere a cuore, non per la categoria e per vedere il grande calcio e i grandi club, ma per il prestigio della città e per l’onore di Catania».

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