GOL DI RAPINA – Non il solito libro sul calcio (Catania)

Redazione

tratto da letteratitudinenews.wordpress.com

Partiamo da un principio fermo: il nuovo libro di Pippo Russo(Edizioni Clichy, pg 296, € 15) non è un testo pesante. Seppur incentrata su un assioma da brividi, la lettura è godibile. L’autore è originario di Agrigento, ha quarantanove anni e insegna sociologia all’università di Firenze, dove vive da anni. Orbene, il suo postulato è che se per cent’anni il calcio è stato un fine, adesso è un mezzo per altri fini. Lobby d’affaristi e spregiudicati sceicchi s’approcciano al business globale della pedata come magnacci senza scrupoli. Lo scopo non è produrre prestazioni sportive ma far fruttare soldi, raddoppiarli o triplicarli. Obiettivo dei tanti attori è far utili da investire intanto che la bolla speculativa gonfi a dismisura. Così vanno le cose nel moderno far-west del calciomercato generale: una degenerazione vera e propria. Chi ancora questo gioco ama, farebbe bene a comprenderlo in fretta. Per farla breve, il pallone di oggi è aggrovigliato a un’abnorme quantità di denaro che agisce come una droga.
Principio fermo numero due. Il volumetto con la copertina verde militare che sto provando oggi io a recensire,più che un libro è un apriscatole. A pagina uno c’è già il primo bersaglio, il colonnello Blatter, una cariatide che ad ottant’anni suonati continua a ricandidarsi alla presidenza Fifa. Ma Gol di rapina ne ha per tutti ed è zeppo di bacchettate per un segmento del giornalismo sportivo, quello degli specialisti di calciomercato. Più volte le quasi trecento facciate riportano che se appartieni alla schiera dei potenti, puoi ordinare un articolo a tuo piacimento che nel giro di ventiquattr’ore ti viene servito dallo scribacchino di turno come una pizza Margherita.

Principio fermo numero tre. La gestione dei giocatori tramite i fondi di investimento sta prendendo piede nell’Europa tutta e l’Atletico Madrid è l’esempio lampante. Ma lo dimostrano anche club come Barcellona e Real Madrid e potenze economiche quali Chelsea e Manchester City. Un esempio concreto? Il Monaco appalta il calciomercato a tale Jorge Mendes e dovendo nominare un nuovo allenatore in sostituzione di Claudio Ranieri sceglie Leonardo Jardim, cioè uno degli assistiti di Mendes. Per far sedere Jardim in panchina, il Monaco paga tre milioni di euro di clausola rescissoria allo Sporting Lisbona (la società con cui Jardim era legato contrattualmente). Appena il nuovo mister mette piede nel Principato di Monaco chiede l’acquisto dell’argentino Marcos Rojo dallo Sporting Lisbona. I diritti economici di Rojo appartengono per il 75% alla Doyen Sports Investments, un’etichetta che si ripete volentieri e spesso sfogliando il libro. Insomma, si arricchiscono sempre gli stessi e pagano invece i tifosi, che vedono svuotata di significato la propria passione.

Principio fermo numero quattro. Il paragrafo finale di ‘Gol di rapina’ è dedicato al Catania Calcio attuale, quello di Pablo Cosentino e Nino Pulvirenti, una società la cui anima sembra ogni giorno di più liquefarsi. Il club etneo pare tramutarsi in un piccolo ingranaggio all’interno di una sfera di cuoio marcia e schiava del neoliberismo per un gregge di burattini. Sopravvivrà ordunque il glorioso elefante con la giubba rossazzurra e la palla sulla proboscide alla cartolarizzazione dell’ex-gioco più bello del mondo?

“Questo mio nuovo libro –mi spiega al telefono Pippo Russo – parla di un’economia che con strumenti formalmente legali sta colonizzando il calcio piegandolo ai propri interessi. In questo consiste la rapina. È un furto di autonomia al calcio come sistema, e di passione che i tifosi continuano ad alimentare finanziando il sistema stesso. In autunno verrò a presentare il libro a Catania, sia per il piacere di venire a parlarne nella mia terra, sia perché il Catania è un punto di snodo di questa economia parallela del calcio globale”.

Be the first to comment on "GOL DI RAPINA – Non il solito libro sul calcio (Catania)"

Leave a comment