MONDOMONDIALE – Il Messi(a) è tornato!

Benedetto Napoli

“Gli africani non scaricherebbero mai un loro fratello”. Ipse dixit di uno scatenato (solo nei social network) Mario Balotelli. Ora caro ragazzo quanto tu giochi male, non dai il massimo, noi tifosi ti vediamo passeggiare in campo è normale che ci esce qualche critica nei tuoi confronti ma ciò non comporta automaticaticamente che siamo razzisti. Quelli ci sono, purtroppo, ma sono una minoranza e vanno ignorati. Cresci ragazzo, cresci!

Come gli africani, anche MondoCatania non vi scarica e nonostante la prematura ma meritata uscita degli azzurri MondoMondiale andrà avanti fino alla fine della manifestazione brasiliana, cominciamo con le quattro gare di ieri.

Estàdio Beira-Rio di Porto Alegre, l’Argentina della stella Andujar sfida la Nigeria del grande Babatun. Il CT Lionel Messi decide di riconfermare in blocco la formazione che ha battuto al fotofinish l’Iran nonostante la prestazione non sia stata esaltante ma stavolta dopo appena tre minuti il capitano/allenatore/centravanti/nuovoDio argentino con un gran tiro al volo buca la porta delle Super Aquile biancoverdi. Neanche il tempo di brindare con un mate che Musa (questo a Football Manager è fortissimo, vogliamo gli osservatori di FM al Catania!) con un gran tiro a giro ristabilisce la parità. Uno pari e palla al centro, L’Argentina conferma i suoi limiti d’impostazione e nel frattempo la Nigeria arrivati alla metà della prima frazione di gioco ha già corso più dell’Italia in tutto l’arco dei Mondiali ma arrivati al primo minuto di recupero è ancora Messi ad insaccare; punizione battuta magistralmente anche se non si è ben capito cosa volesse fare Enyema nella situazione.

Musa non ci sta e poco dopo l’inizio della ripresa gonfia ancora la rete avversaria con ancora una volta la complicità della retroguardia argentina (scarsa, scarsa ed ancora scarsa), ma è l’ex obiettivo rossazzurro Rojo (a lui preferito Monzon, gli osservatori di FM non avrebbero fatto quest’errore) con un gol di ginocchio a chiudere le ostilità. Assistiamo in tempo a vedere R.Alvarez sostituire un osannatissimo Messi (con tanto di certificazione divina su Twitter nientepocodimenoche da Maradona), io definirei questa scelta come “La Morte del Calcio”.

All’Arena Fonte Nova di Salvador si affrontano la grande delusione Bosnia ed Erzegovina contro il lanciatissimo Iran di Reza Ghoochannejhad, per gli amici Gucci. Per gli asiatici serve vincere e sperare che la Nigeria non faccia lo stesso con l’Argentina, per i balcanici che si vinca, si pareggi o si perda non cambia assolutamente niente.
Gli iraniani dopo due partite passate a mettere una testata nucleare davanti la porta e pregare Allah che prima o poi davanti qualcosa accada stavolta devono impostare la partita, ed i risultati sono un po’ imbarazzanti. E così arrivano i primi gol mondiali per Dzeko e Pjanic che non esultano perchè effettivamente solo loro potevano uscire da un girone così facile. I verdi di Queiroz nel secondo tempo attaccano con la forza della disperazione e dopo tanti sforzi finalmente il mio caro amico Gucci gonfia la rete. Gioia incontenibile per lui e per tutta la delegazione iraniana ma i cronisti non fanno manco in tempo a cercare di scrivere il suo nome in tutte le cronache live che Vrsajevic richiude immediatamente i conti. Gli iraniani escono a testa alta da questo mondiale, ci hanno fatto veramente sognare. Nella conferenza post partita Gucci ha detto che tornerà a tempo pieno sul mondo della Moda e che presenterà a breve in quel di Teheran la collezione Autunno-Inverno.

Al Maracàna di Rio de Janeiro scendono in campo Francia ed Ecuador. Una Francia imbottita di “simil-oriundi”, i galletti possono disporre di tanti giovani africani di belle speranze e noi naturalizziamo i Paletta ed i Thiago Motta, che amarezza. L’Ecuador scende in campo con la sua stella, il Valencia sbagliato a guidare un attacco che per qualificarsi deve segnare almeno un gol in più degli avversari. Partita veramente bella con un Pogba sontuoso, un Enner Valencia che lotta su ogni pallone, un Dominguez che nonostante non avesse niente del portiere riesce ugualmente a prenderle tutte ma ecco arrivare il Valencia giusto che dopo un Mondiale passato completamente in ombra riesce finalmente a far parlare di sé, facendosi buttare fuori!
A questo punto la qualificazione passa da impresa impossibile ad impresa improbabile ma i sudamericani continuano a lottare su ogni pallone, una scena davvero commovente, fossi stato un tifoso del Tricolor sarei sceso in campo ad abbracciarli. La partita nonostante conti più di 30 tiri finisce a reti inviolate, il calcio sa essere davvero strano.

Infine all’Arena Amazonia di Manaus (unico stadio che ci rievoca dolci ricordi) si affrontano la Svizzera annientata dalla Francia contro la rappresentativa di tutti gli alberghi internazionali, l’Honduras.
I rossocrociati nonostante una campagna anti-immigrazione che tanto sta facendo discutere il mondo intero schierano appena due svizzeri su undici. Proprio uno di questi talenti, nella fattispecie il giovane Shaqiri, apre subito le danze. Il ragazzo fa il bello ed il cattivo tempo durante tutto il corso del match, è assoluto padrone della scena e prima raddoppia e poi triplica il risultato regalando la qualificazione a tutti i suoi compagni di squadra.
In pratica questo in una partita sola ha segnato più dell’Italia in tutto il tempo, capito un po’ come siamo messi, no??

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