SCOMMESSE – Almiron “salvo” perché collaborativo

Redazione

CATANIA – Lo scandalo scommesse che ha travolto Bari non può lasciar indifferenti, né gli inquirenti né gli indagati né chi, come Almiron e Gillet, scoprendo di esser stati compagni di indagati scelgono come nuovi compagni gli inquirenti. Un modo per far chiarezza, per prendere le distanze da chi ha tradito un vincolo basato da condivisione e rispetto reciproco, ma anche per aiutare gli altri e sé stessi. Come sottolinea l’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”, i due giocatori ex Bari sono usciti indenni dall’inchiesta sportiva ed ordinaria “poiché collaborativi, avendo aiutato la Procura ed evitando così l’omessa denuncia”, capo di imputazione per il quale il “poco collaborativo” (vien da dedurre, ndr) Antonio Conte intende patteggiare tre mesi di squalifica. Continua la rosea: “Almiron e Gillet sono la prova che si può essere utili alle inchieste, anche senza essere pentiti perché non c’è nulla da pentirsi, ed essere «premiati». Entrambi hanno spiegato sia alla magistratura ordinaria che a quella sportiva, quelli che erano i rapporti tra i calciatori, con gli ultrà, con la dirigenza. Gillet è anche stato al centro di minacce che i carabinieri di Bari hanno intercettato in telefonate tra i capi ultrà. Palazzi, pur avendo deferito molti calciatori (e lo stesso ex allenatore del Bari,Mutti) per omessa denuncia, ha tenuto presente la richiesta di Laudati”. 


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