STAMPA – Accade in (anticipo in) serie B

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Papà Sforzini brinda col Latina (La Gazzetta dello Sport)

«Gol dedicato a mio figlio Marcello: ha sei mesi. Ma il merito è anche di Pettinari»

” Il Latina lo ha seguito per giorni, per farne un suo giocatore ha però atteso gli ultimi minuti di o mercato, lunedì sera. Anche Beretta, ieri, ha aspettato l’ultimo quarto d’ora per buttarlo nella mischia contro il Crotone e lui, Ferdinando Sforzini, ha ripagato tanta fiducia con un gol di rapina che vale la vittoria (10) nel debutto stagionale in campionato dei pontini. Buoni livelli «È andata bene – commenta la punta capitolina, prelevata dal Pescara –, nel secondo tempo abbiamo chiuso il Crotone nella sua area, abbiamo iniziato ad esprimerci su buoni livelli e alla fine è venuto il mio gol che dedico a mio figlio Marcello, ha appena 6 mesi». Un gol di rapina, da centravanti vero: «Il merito è senz’altro anche di Pettinari che ha combattuto sulla palla crossata da Angelo, se non andava lui ad attaccare il primo palo, il difensore infatti l’avrebbe chiusa facilmente».

Paratutto Minelli La iella lo batte il Brescia se lo gode (La Gazzetta dello Sport)

Il Livorno passa con un autogol del portiere, che resta il migliore in campo: una bella rivincita

“Un rigore parato. Una prova di classe e di nervi, al di là della sfortuna che gli rifila un autogol ai confini della realtà, per Stefano Minelli, vero uomo nuovo di un Brescia che avrà bisogno dei suoi riflessi e della sua forza d’animo per risollevarsi da una situazione difficile. Dal miracolo alla beffa, per un Minelli comunque protagonista. Pensare che un anno fa, di questi tempi, non se la filava nessuno. Non era titolare in prima squadra e nemmeno il dodicesimo. Era considerato un giovane vecchio, Minelli. «Si applica» Classe 1994. Uno che la società di via Bazoli, ormai assodata fucina di numeri uno, poteva anche fare a meno di lanciare: aveva Alessio Cragno, ceduto in estate al Cagliari per un milione di euro, e Stefano Gori, passato al Milan, complessivamente pure per un altro milione, su indicazione del nuovo preparatore rossonero dei portieri Alfredo Magni. Che, quando lavorava nel Brescia, fra un Cragno, un Gori e un Mandelli (altro nome da segnare sul taccuino: è un ‘98) non aveva perso di vista Minelli. «Si applica, migliora, ha un gran fisico», diceva Magni. Aveva ragione ad aspettare quel ragazzo non ancora ventenne, uscito distrutto da uno dei veri drammi della vita: la perdita di suo padre, Angelo. Una malattia se l’è portato via in pochi mesi. Stefano, che gli era legatissimo, oggi gli dedica tutte le soddisfazioni che riesce a togliersi da professionista. E non sono poche, ultimamente.


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