STAMPA- Accade in coda alla serie B

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Iuliano non si ferma «Bravo Latina Doudou, un eurogol» (La Gazzetta dello Sport)

“M ark Iuliano è un allenatore felice. Ha visto il Latina espugnare il Rigamonti attraverso un buon gioco, una condotta tattica attenta, con una condizione fisica ottimale (la squadra è partita forte e ha concluso in scioltezza). E due gol di pregevole fattura. Tutto il contrario di un Brescia pallida copia di quel che doveva essere e non è da tempo, formazione involuta e impaurita, capace di incassare due reti in settimana nell’amichevole con la Primavera (a sua volta terz’ultima nel suo campionato), non a caso alla terza sconfitta consecutiva in casa. BELLA REAZIONE «Abbiamo sempre tenuto noi il pallino ¬ si rallegra il lanciatissimo Iuliano ¬. Il risultato è giusto. Nel primo tempo abbiamo rischiato nulla, dopo il gol di Caracciolo abbiamo saputo reagire bene. È una vittoria importante, contro un avversario difficile».

Che gioia Trapani «Brava la squadra e chi l’ha allenata» (La Gazzetta dello Sport)

“D opo due mesi di pioggia (quella vera), sul Provinciale arriva una pioggia di gol che d’un tratto spazza via la siccità che era costata la panchina a Boscaglia (10 gare senza vittorie e un solo gol nelle ultime 8 partite). Esordio migliore per Serse Cosmi non poteva esserci. Il tecnico umbro ci ha messo del suo con un inedito 4¬3¬1¬2 («Così diranno che sono capace di far giocare le squadre anche con la difesa a quattro» commenta sorridendo) mentre i giocatori ci hanno messo del loro, con tanta applicazione ma anche con delle sbandate che hanno rischiato di compromettere l’ottimo avvio: «All’inizio ero contento, mi sentivo come sulle montagne russe. Quando però è arrivato il 2¬2 – confessa il tecnico – ho pensato che era davvero un peccato aver vanificato un inizio dal grande valore tecnico. La Ternana, infatti, ha pareggiato con due errori esagerati che gli hanno ridato coraggio. La squadra però è stata brava a non disunirsi, nel secondo tempo ci siamo messi meglio in campo, e si è giocato secondo le indicazioni date». A questo punto Cosmi volutamente riconosce anche i meriti di chi lo ha preceduto: «Se i giocatori sono stati in grado di interpretare bene la partita, anche avendo io cambiato qualcosa, quel che conta è il lavoro di base che è stato fatto in precedenza. Senza di quello, tutto diventa difficile. Questo vuol dire che la squadra era stata allenata bene prima del mio arrivo».

Drago e i rimpianti: «Crotone troppi sprechi nel primo tempo» (La Gazzetta dello Sport)

“S oddisfatto a metà, Massimo Drago, per il pareggio maturato al Tombolato di Cittadella. Un tempo per parte, occasioni per entrambe le squadre, ma nessun gol. E qualche rimpianto: «Nel primo tempo abbiamo sprecato tanto, potevamo tranquillamente passare in vantaggio», le prime parole del tecnico in sala stampa, che giustifica il calo della sua squadra avvenuto nei secondi 45 minuti: «Abbiamo profuso tante energie nel primo tempo. Quando non riesci a sbloccare il risultato pur creando tante occasioni è normale che subentri un po’ di paura. Ci siamo abbassati troppo e non siamo riusciti a sfruttare al meglio qualche ripartenza, cosa che di solito riusciamo a fare bene». Un pareggio comunque giusto nella sostanza: «Direi di sì. Meglio noi all’inizio, nella ripresa è venuto fuori il Cittadella, che ha avuto più possesso palla. Se analizziamo le occasioni da gol noi avremmo vinto ai punti: 4 nitide per il Crotone, in un paio di circostanze è stato davvero bravo Pierobon. Il Cittadella le ha avute nel secondo tempo ma Cordaz non è mai stato veramente impegnato»

BRESCIA A TERRA «K.O. CON IL LATINA CI SONO 11 PARTITE VIETATO MOLLARE» (La Gazzetta dello Sport)

“S e per uscire da questa «situazione di m…», per dirla letteralmente con il portiere Michele Arcari, al Brescia non basta nemmeno più il ritorno al gol di Andrea Caracciolo, allora sì che la situazione è grave. «Ho parlato con i giocatori nello spogliatoio — rivela l’amministratore delegato Rinaldo Sagramola al termine dell’1¬2 al Rigamonti con il Latina —. E ho detto loro che chi non crede più nella salvezza, può andarsene. Mi hanno risposto tutti di no». La conferma arriva da Marco Zambelli: «Sì, ci sono ancora 11 partite e chi non ci crede più è giusto che se ne vada», ammonisce il capitano. L’AIRONE NON BASTA È il colmo però che, per riprendere quota, al Brescia non basti più nemmeno l’Airone Caracciolo, tornato al gol 84 giorni dopo l’ultima volta (20 dicembre, rigore a Catania) e a 119 dall’ultima prodezza su azione (15 novembre, inzuccata a Bologna). E giovedì, con i primi 3 punti di penalizzazione, la squadra di Alessandro Calori in classifica passerà dall’attuale quart’ultimo al penultimo posto, dalla zona playout alla retrocessione diretta in Lega Pro, che il Brescia non frequenta da 30 anni, dal 1985, quando si chiamava serie C1. A fine partita Sagramola esclude cambi in panchina («Il nostro tecnico conosce bene la squadra, ha la nostra totale fiducia») , ma il bilancio del Calori¬bis è fallimentare: 4 punti in 5 partite, 3 sconfitte su 3 in casa (Perugia e Modena prima del Latina). Tutto il contrario del predecessore Ivan Javorcic, che vinceva in casa (3 su 3) e perdeva fuori (un punto in 5 trasferte): «È la paura che ci paralizza — è l’analisi dell’allenatore del Brescia — e non capisco il perché. Durante la settimana ci prepariamo al meglio sotto tutti i punti di vista, in partita continuiamo ad avere paura»

BETTINELLI INSISTE «CHE BOTTA A BARI MA IL VARESE DEVE CREDERCI ANCORA» (La Gazzetta dello Sport)

“«Conosco bene i problemi, i limiti del mio Varese, e so che è difficile eliminarli. Ma proveremo fino in fondo a lottare per la salvezza, a conservare la Serie B». Stefano Bettinelli, nonostante tutto, non si arrende. Malgrado la netta sconfitta di Bari (al San Nicola è finita con un sonoro 3¬0), che ne ha segnato in ritorno in panchina dopo la brevissima parentesi di Dionigi, l’allenatore del Varese spera ancora nel miracolo¬bis. «Forse sono pazzo, ma crederò nella rimonta fino a quando la matematica non ci condannerà. Dobbiamo fare più punti possibile, senza guardare la classifica. Da quando ho iniziato, a maggio dell’anno scorso, l’emergenza non si è mai attenuata. Anzi, si è aggravata, ma io vado avanti. Dobbiamo salvare almeno la faccia e la dignità». GIORNATA NO Mezzora sul pezzo, poi lo svantaggio ha fatto sciogliere la squadra come neve al sole. «Avendo problemi in avanti, ho puntato sul classico difesa e contropiede — spiega Bettinelli —. Per 34 minuti abbiamo tenuto la partita in equilibrio. Il gol del Bari prima dell’intervallo, l’infortunio di Rea e i regali fatti ai nostri avversari all’inizio della ripresa hanno chiuso il discorso. Mi aspettavo che i ragazzi reagissero, soprattutto quando ho provato a sbilanciare la squadra, ma non ci sono riusciti. Evidentemente avvertono sulle spalle il peso delle responsabilità. Ebbene, è mio compito liberarli e fare in modo che da qui in avanti diano il meglio per cercare l’impresa».