STAMPA – Accade (non solo) in serie A

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Cellino deferito per Cagliari-Roma (La Gazzetta dello Sport)

“Il braccio di ferro tra il Cagliari e le istituzioni sportive non ha fine. La procura federale ha deferito Massimo Cellino alla Disciplinare. Il motivo? Aver venduto i biglietti di Cagliari- Roma del 23 settembre scorso «nonostante lo stadio Is Arenas avesse il nulla osta solo per lo svolgimento delle gare a porte chiuse, nonché per aver fatto pubblicare sul sito della società l’invito ai suoi tifosi di recarsi allo stadio per la partita». Sulla questione inoltre, pesa anche la sentenza del Tar—attesa per il 6 febbraio — al quale Cellino si era rivolto contro la decisione del Prefetto di vietare lo svolgimento della gara. Tra l’altro, la decisione del procuratore federale arriva dopo la decisione della Lega di confermare per venerdì 1 febbraio l’anticipo del ritorno con i giallorossi. Una scelta che ha premiato le richieste rossoblù.

Mezzaroma vuole denunciare i tifosi (La Gazzetta dello Sport)

“va? Mezzaroma ha preferito non tornare sull’aggressione, ma fonti a lui vicinissime lo hanno descritto come molto scosso, tanto da riflettere anche sull’opportunità di proseguire la sua avventura alla guida della società. Fin dall’estate scorsa la contestazione di una frangia più estrema dei tifosi ha colpito lui e la sorella Valentina, vicepresidente, rei di non investire. Ma la cosa era limitata a striscioni fuori dallo stadio e cori, che proprio durante la gara con la Sampdoria sono diventati costanti. Dopo la partita si è passati ai fatti, con una ventina di tifosi che hanno atteso l’auto del presidente, l’hanno bloccata e colpita con calci e pugni. Mezzaroma ha promesso denunce.

Duelli e schermaglie ma un solo affare tra i due: Lichtsteiner (Il Corriere dello Sport)

“Nessun’altra operazione comune. Tanti incroci, qualche abboccamento senza seguito, un’infinità di indiscrezioni non confermate, una volata vinta dalla Juve… o forse no: vinta dalla Lazio. Già, perché la prima grande sfida, all’alba della presidenza Agnelli, fu combattuta attorno a Jorge Andréas Martinez, al tempo freccia del Catania: il patron biancoceleste s’era innamorato e sembrava vicinissimo alla firma, invece si inserì Marotta e dopo un lungo braccio di ferro la spuntò. Sul momento sembrò uno smacco (nel senso buono delle dinamiche di mercato), ma l’esterno uruguaiano, complici gli infortuni, non è mai riuscito a mantenere le promesse, così, a conti fatti, è stato Lotito a sorridere riflettendo sui 12 milioni risparmiati.

Cassano in lacrime «Un dolore straziante» (Il Corriere dello Sport)

“«U n dolore straziante, oggi è uno dei giorni più brutti e tristi della mia vita. Rimarrai per sempre nel mio cuore e ti vorrò bene per sempre». Dai giorni dell’”odio” a quelli dello strazio. Antonio Cassano, che pur si era scontrato in modo violento con il presidente della Samp (scontro che aveva portato al divorzio), ieri non ha nascosto il proprio dolore davanti alla scomparsa di Riccardo Garrone. Del resto tra l’interista e la famiglia c’era già stato un ravvicinamento. « Fu indispensabile nella gestione di Cassano, Garrone era una persona saggia e ricca di valori». Su quel particolare rapporto è intervenuto ieri l’ex ad della Samp, ora alla Juve, Beppe Marotta. « Era un imprenditore di successo e per me un punto di riferimento, lo ricorderò sempre. Se sono alla Juventus lo devo anche a lui».

Razzismo, ancora multe puniti i cori sul Vesuvio (Repubblica)

“Aspettando le pene esemplari promesse da Blatter (penalizzazioni e retrocessioni), per ora i cori razzisti in Italia costano 10mila euro. È la multa alla Juve per «coro indirizzato alla tifoseria di altra squadra costituente espressione di discriminazione territoriale»: contro l’Udinese, ma pensando al Napoli diretta rivale, i tifosi bianconeri hanno intonato due volte il solito vergognoso «Vesuvio lavali col fuoco».

“La camorra influenzava lo Stabia” così i calciatori finirono in mutande (Repubblica)

“La camorra nel pallone. La potente cosca dei D’Alessandro esercitava la sua «diretta influenza criminale » sulla Juve Stabia, almeno durante la travagliata stagione 2008- 2009, quando la squadra della città di Castellammare militava in terza serie e i suoi giocatori, dopo una sconfitta a Pistoia, furono umiliati, schiaffeggiati, colpiti con cinghie e costretti a togliersi le divise sociali così da restare in mutande a bordo del bus che li stava riportando a casa, poi minacciati di morte con luci da cimitero sulla panchina e i nomi stampati su manifesti a lutto. Altri calciatori, purtroppo, sono stati obbligati dagli ultrà a svestire la maglia: a Genova, addirittura in serie A, qualche giorno fa ad Aversa. Ma nella ricostruzione della Procura di Napoli, quelle imposte agli atleti della Juve Stabia erano minacce di camorra. Ispirate dall’allora direttore generale, poi amministratore unico del club, Roberto Amodio. E attuate da esponenti dell’organizzazione malavitosa che, attraverso il dirigente, controllava la società. Ne condizionava le scelte tecniche. Incideva sulle strategie economiche, occupandosi di individuare gli sponsor. Incassava denaro con le scommesse illegali.

I calciatori a rischio di Daspo Critiche anche aSampe Siena (Il Giornale di Sicilia)

“Un giocatore segna il gol vittoria, fa esplodere lasua esultanza gridando rabbia verso i tifosi avversari,e lostadiodiAversa diventa scenario di incidenti sugli spalti con il ferimento di tre carabinieri. È un vero e proprio caso quello di Francesco Montervino,ex capitanodelNapoli e ora giocatore della Salernitanadi Claudio Lotito: stigmatizzato dal Viminale, per il suo «comportamento riprovevole» e perfino a rischio di Daspo -un inedito assoluto -, ma pronto a scusarsi e a difendersi insieme. «Mi scuso con l’Aversa, non volevo offendere: ma i fatti sonostati stravolti,nonhoinsultato nessuno». Anzi, agli amici il centrocampista trentaquattrenneharivelato di essere stato oggetto di insulti irriferibili per tutto il primo tempo, con la famiglia in tribuna.

Abete: «No polemiche, Beretta eletto regolarmente, la Lega ritrovi unità» (La Sicilia)

“Bisogna partire dal presupposto che quando si viene eletti si ha il diritto di rappresentare una realtà. Questo vale per Beretta e anche per me». Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio, si esprime così sulle polemiche che hanno fatto da sfondo alla rielezione di Maurizio Beretta alla guida della Lega A. «Chi critica nella vita ha solo criticato, ma il confronto con la base non lo ha mai avuto», sottolinea Abete. «Beretta è stato eletto regolarmente, è stato ritenuto in grado di svolgere la sua funzione. Detto ciò, dal momento che c’è stata una frattura importante con i club che non lo hanno votato, si ritrovi l’unità della Lega. Tutte le componenti sono espressione di interessi specifici, ma bisogna fare uno sforzo e capire che bisogna guardare l’interesse generale. La Lega – aggiunge Abete – porti avanti una politica sportiva di proposta e non di rivendicazione»

 


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