STAMPA – Accade (non solo) in serie A

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Sarà centravanti nel tridente delle «creste» (La Gazzetta dello Sport)

“Che attacco verde con El Shaarawy e Niang Pazzini sacrificato ma giocherà in Champions

“Aquesto punto occorre ripartire dalle ore 17, minuto più minuto meno, di domenica 20 gennaio, quando nello spogliatoio rossonero Galliani celebrò così la doppietta vincente di Pazzini al Bologna: «Non prendiamo un nuovo centravanti, puntiamo su di te». Già. E ora? E ora per il Pazzo arrivano guai seri. Perché il Milan, potenzialmente, può giocare con tre sistemi diversi (4-3-3, 4-3-1-2, 4-2-3-1),mada qualsiasi angolazione la si osservi, la vittima sacrificale parrebbe lui. Balotelli al Milan farà essenzialmente il centravanti, e questo mette in grande difficoltà Giampaolo. Anche perché c’è un altro fattore a suo sfavore: Mario può giocare anche da esterno sinistro, ma quelle sono le zolle di El Shaarawy. Che a destra—ricordate i primi esperimenti di Allegri? — perde buona parte del potenziale. Dunque, non se ne esce. Per Pazzini esistono un paio di parziali consolazioni: la prima è che Balotelli non può giocare in Champions, la seconda è che Allegri non può ignorare il suo rendimento, fatto di 11 reti stagionali e un’ottima media gol. Insomma, la sua esclusione non si può considerare così automatica. Almeno in prima battuta.

Gran finale Lazio (La Gazzetta dello Sport)

Recupero batticuore: Juve k.o. al 93’

“A Gonzalez risponde Vidal al 92’, risolve Floccari: il 26 maggio ci sarà la sfida con Roma o Inter

“A saperlo, tanto valeva giocarsela tutta e subito in quei sei memorabili minuti di recupero. Lazio finalista di Coppa Italia, Juventus fuori al termine di un match di rara bruttezza riabilitato però da un finale riservato a gente dal cuore forte. Passa la Lazio perché mostra di avere nervi e temperamento più saldi nei momenti che decidono il match. In vantaggio con Gonzalez in apertura di ripresa, raggiunta da Vidal nel secondo dei sei minuti di recupero col gol che dopo l’1-1 dell’andata porterebbe ai supplementari, la Lazio potrebbe cedere di schianto. Invece che fa? Va a prendersi l’unico corner della partita e su quello con Floccari, subentrato a Klose, trafigge le statue della difesa bianconera. Ma non è finita, perché Giovinco, e poi Marchisio e poi ancora Vidal potrebbero fare il 2-2 che capovolgerebbe la sentenza. Non succede un po’ per merito di Marchetti e molto per demerito di una squadra troppo su di giri con la testa e troppo giù di giri con le gambe. Petkovic elimina Conte scommettendo sulla Lazio-tipo, al contrario del suo rivale che, forse preoccupato dalle complicazioni del campionato, schiera una specie di Juve B, pressoché inguardabile, e ricorre a Pirlo e Marchisio quasi fuori tempo massimo.

Gilardino: «Bologna, ti salvo coi miei gol. E resto» (La Gazzetta dello Sport)

“Il gol ritrovato è lo spartito preferito di Alberto Gilardino, violinista e cannoniere del Bologna. L’attaccante rossoblù ha segnato 3 reti nelle ultime 2 partite è a quota nove, ormai vicino a toccare la doppia cifra, un traguardo che l’anno scorso ha mancato giocando con due maglie diverse. «Sono contento delle mie prestazioni e della mia condizione – argomenta il Gila -. E’ un bel momento per me, sto bene fisicamente e ho ancora tanta fame di gol. Quando ho raggiunto i 150 in Serie A, mia moglie mi ha fatto un regalo bello e simbolico. Adesso conto di arrivare a 200 per emulare Totti. Voglio provarci, ho ancora 5-6 stagioni davanti per raggiungere il capitano della Roma». Il presidente onorario Gianni Morandi si è augurato che Gilardino possa centrare il suo nuovo obiettivo continuando a giocare nel Bologna: «Io qui sto bene, abito nel centro storico, non conoscevo tanto la città, ma mi sono ambientato subito insieme alla mia famiglia. Però non voglio guardare al futuro. A giugno ne parlerò con tutte le parti in causa. Oggi penso solo al presente e a segnare i gol per la salvezza».

E ORA LE VICEPRESIDENZE FEDERALI RUOLODECISIVO LAMODALITÀDIVOTO (La Gazzetta dello Sport)

“La Federcalcio del rinnovamento, quella che ha rimesso Abete, Beretta, Abodi, Macalli, Tavecchio, Tommasi e Nicchi esattamente dove stavano prima, si dà appuntamento oggi per il primo Consiglio federale post-elezioni. Un tavolo imperdibile, perché ci sarà da discutere di vicepresidenze. Secondo il dettato delle nuove regole scritte dal professor Giulio Napolitano, che ha «ristretto» anche il Consiglio federale, le poltrone da tre che erano (Tavecchio, Macalli e Albertini per l’Aic) sono diventate due e questo, a quanto pare, rappresenta un bel problema. Toglietevi tuttavia dalla testa l’idea che i 21 membri del Consiglio arrivino a una conclusione. Oggi infatti si discute solo di quale deve essere la modalità di voto. Già, perché il figlio del presidente della Repubblica, professionista da tutti giustamente riconosciuto come in gambissima, forse sopravvalutando le qualità e soprattutto la capacità di mediare dei padroni del vaporetto calcio, si è scordato di dare disposizioni certe in proposito. Detto fatto, poiché nel calcio divisione e frammentazione valgono come parole d’ordine, sono subito sorte due correnti di pensiero: chi dice che i 21 votanti hanno diritto a una sola nomination, chi sostiene invece che essendo due le poltrone a disposizione ciascun votante deve esprimere altrettante preferenze.

Roma-Zeman Arriva la fiducia ma controllata (Il Corriere della Sera)

“Meglio tre feriti (Baldini, Sabatini e Zeman, in ordine alfabetico) che un morto (la Roma). La lunga giornata giallorossa, citando Gianluigi Buffon, può essere riassunta così. Sia i dirigenti che l’allenatore escono un po’ ammaccati da una vicenda dove i «panni sporchi» sono stati lavati sotto gli occhi di tutti, ma alla fine la Roma non dovrà trovare in fretta e furia una nuova guida in panchina. Giusta la sintesi: Zeman avvisato, mezzo salvato. L’allenatore ha incontrato la dirigenza al completo (Zanzi, Baldini, Sabatini e Fenucci) alla fine della seduta del mattino e poi ha avuto altri due brevi incontri con Sabatini e con Baldini dopo l’allenamento del pomeriggio. Usando di nuovo un termine politico— Sabatini aveva parlato lunedì di un possibile «Zeman 2», come fosse un governo— si può dire che il boemo ha incassato una fiducia che, però, sarà sottoposta a verifiche. Questa l’ufficialità, sempre concentrata nelle parole di Sabatini: «Si era acceso un dubbio sulle sue dichiarazioni di sabato (quando Zeman aveva parlato di squadra senza disciplina, accusando il club di non volere dare regole; ndr) e abbiamo voluto risolverlo. Il dubbio consisteva nella sua voglia di andare avanti con questa squadra.

Paulinho? Forse a giugno L’Inter senza bussola (Il Corriere della Sera)

“Tifosi esasperati, minacce di sciopero del tifo

“Balotelli? Al Milan. Paulinho? A giugno. Icardi? A giugno (ma c’è anche il Chelsea e non solo). Dzeko? A giugno. L’ottavo posto? A maggio. Avanti con Rocchi, il vice Milito, che quando Milito non c’è, non gioca. Forse, in queste ore, arriverà Zdravko Kuzmanovic, 25 anni, ex Fiorentina, allo Stoccarda dal 2009: è un centrocampista serbo, nato in Svizzera, con contratto in scadenza a giugno. E oggi è annunciato l’assalto a Nicola Bellomo, attaccante del Bari, classe 1991 (come Longo, mandato all’Espanyol, per non giocare). Ma se l’Inter è quella che sta uscendo dal mercato di gennaio, farà fatica ad arrivare in Europa League. Lo sconcerto ha inondato la Rete tra social network, blog, siti ufficiali e ufficiosi, con propositi di astensione dal tifo a cominciare dalla partita con il Chievo (10 febbraio). In ordine sparso: «C’è chi compra Balotelli e chi non riesce a comprare nemmeno Schelotto». Oppure: «Loro Mario, noi Rocchi, diteci che l’anno prossimo vogliamo giocare contro il Real Besana». E ancora: «State facendo ridiventare l’Inter la barzelletta d’Italia ». Ma la campagna acquisti di gennaio forse servirà ad aprire gli occhi a Massimo Moratti sulla inadeguatezza dei suoi quadri, una pletora di direttori, che non dirigono nulla.

Gegic identifica gli uomini che vendevano la A (Il Corriere della Sera)

“Due uomini. Identificati dal fin qui silenziosissimo (secondo gli inquirenti) Almir Gegic. Al capo del gruppo degli zingari (persino Ilievsky, che tanta paura faceva ai giocatori contattati e che sta valutando se costituirsi, è definito dal gip Guido Salvini «un collaboratore di Gegic») le foto sono state mostrate dal pm di Cremona Roberto Di Martino durante l’ultimo interrogatorio, avvenuto venerdì. E il risultato è stato che «su alcune persone sono state fornite indicazioni utili». Due, in particolare: i nomi, se rivelati, non direbbero niente al grande pubblico. Ma sarebbero stati ben conosciuti nell’ambiente degli scommettitori con particolare attenzione alle gare di serie A: i due, che avevano ruoli interscambiabili (poteva presentarsi l’uno o l’altro a trattare), pare vendessero pacchetti last minute al costo anche di 400-500mila euro. Pre-allertavano gli scommettitori su una certa partita, ma comunicavano il risultato sul quale puntare solo all’ultimo minuto. Luogo degli incontri l’hotel Tocq, a Milano


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