STAMPA – Accade (non solo) in serie A

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

A conti fatti (Repubblica)

Cento milioni per rifare la A ma all’ultima ora solo bluff

“Il mercato lascia un campionato più vivo. Le tante operazioni concluse — cento milioni mossi, nonostante la crisi — accendono nuove sfide per tutti gli obiettivi: scudetto, Champions e salvezza. Nelle zone altissime della classifica, il Napoli va all’attacco della Juve con quattro acquisti mirati, tutti chiesti da Mazzarri e per una spesa totale di 7,5 milioni: Rolando in particolare può diventare subito l’uomo in più in difesa. La Juve invece non ha colmato la lacuna dello spietato goleador che non c’è. Anelka è una “soluzione-ponte”: definizione di Marotta. Lui puntava su Llorente — arriverà solo a luglio, come Poli — e Lisandro Lopez, ma Bilbao e Lione non hanno mollato. Ieri proposto uno scambio Belfodil-Quagliarella, il Parma però pretendeva un conguaglio di 13 milioni e la cosa è finita lì. Vano il tentativo per Icardi, corteggiato in extremis anche dal Napoli (offerti 5 milioni alla Samp): niente da fare, se ne riparlerà a giugno. Ma la Juve resta comunque la favorita per il titolo. Di sicuro dovevano rinforzarsi di più le milanesi, dopo le cessioni eccellenti d’estate (il Milan) e gli affanni in campo d’inverno (l’Inter). Lo hanno fatto e ora i tifosi sognano. Balotelli è il colpo più costoso e importante del mercato, anche se il record è russo: l’Anzhi verserà 35 milioni allo Shakhtar per il brasiliano Willian. I rossoneri di milioni ne hanno investiti 27,5, ma hanno venduto Pato e altri 7 giocatori, con relativo risparmio sugli ingaggi.

La Roma cerca pace ma è caos Stekelenburg (Repubblica)

“La scorie di una tre giorni folle, con Zeman (quasi) esonerato pubblicamente prima della conferma, seppure a tempo. La perfetta settimana surreale della Roma non poteva che chiudersi con un match al venerdì, nella notte di un Olimpico che aspetta domenica il Sei Nazioni. Davanti il Cagliari, avversario assetato di vendetta dopo lo 0-3 a tavolino dell’andata, causa il tentativo di Cellino di portare i tifosi nell’inagibile Is Arenas, scintilla che ha acceso un’acerrima battaglia legale. Mercoledì il prossimo round al Tar della Sardegna, a fine mese l’Alta Corte del Coni. Oggi, il ritorno: un nuovo dentro o fuori per l’allenatore boemo, che dopo il faccia a faccia con i dirigenti martedì valso la permanenza sulla panchina giallorossa, ostenta fiducia. Nonostante il tentato licenziamento in diretta tv: «Con il club solo un disguido, pensavano mi stessi chiamando fuori, io invece voglio farmi avanti. Non dico mai bugie, alle dimissioni non penso, voglio restare altri 5 anni, ma devo meritarlo con i risultati ». Gli ultimi, per la verità, non danno ragione al suo ottimismo: nessuna vittoria in campionato nelle 4 gare del 2013, ottavo posto a 9 punti dal terzo, la seconda peggior difesa, e il migliore attacco grazie proprio al discusso 0-3 dell’andata.

Ahi, la Primavera non è più la stessa Pochi romani? (La Gazzetta dello Sport)

“Eliminata dal Napoli in Coppa e solo quarta in campionato I tanti stranieri non incidono

“Più dell’eliminazione in semifinale di Coppa, è la classifica a certificarlo: la Roma di Alberto De Rossi, 4a a 5 punti dal secondo posto che vale la qualificazione diretta, non è la stessa dell’anno scorso. Una notizia a metà, visto che a Trigoria sapevano che il gruppo dei ’93 era migliore di quello dei ’94: era capitato anche in passato, si rimediava promuovendo sotto età i migliori Allievi. Da Aquilani a Cerci, da Rosi a Okaka, tanti hanno cominciato così.

Figc: Lotito il vicepresidente di Abete? (La Sicilia 31.01.2013)

“Passa la linea delle Leghe. In Consiglio l’esordio dei sei nuovi componenti, tra cui il presidente catanese Pulvirenti

Nel corso del Consiglio federale, cha ha visto l’esordio di sei nuovi componenti (tra cui il presidente del Catania, Pulvirenti, e il centrocampista della Roma, Perrotta), si è poi discusso di questioni progettuali riguardanti alcuni filoni di riforma del sistema che vedranno impegnate le varie componenti. «Non so cosa mi aspetta, è una cosa nuova e sinceramente sono anche un pò nervoso. La prendo come un’esperienza per vedere anche cosa c’è al di là del campo. Mi inorgoglisce però il fatto di essere il primo giocatore in attività a far parte del Consiglio federale». Sono le parole del centrocampista della Roma, Simone Perrota, che ha partecipato al suo primo Consiglio federale dopo essere stato eletto in quota atleti. «Il pressing che mi ha fatto Damiano (Tommasi, presidente dell’Assocalciatori ed ex compagno di squadra di Perrotta nella Roma, ndr) mi gratifica, è la testimonianza che al di là del calciatore ha visto qualcos’altro – ha aggiunto il giocatore giallorosso – un ruolo in federazione a fine carriera? Non ci penso, ancora sono un giocatore». Sotto la lente d’ingrandimento della Federcalcio finiranno la giustizia sportiva, con la revisione della normativa vigente, la campagna trasferimenti (deposito e riconoscimento dei contratti) e la ricapitalizzazione delle società, la regolamentazione delle multiproprietà (tema caro proprio al presidente Claudio Lotito, proprietario sia della Lazio che della Salernitana), le ipotesi di seconde squadre e di un campionato riserve. Un occhio di riguardo lo avrà anche il rilancio del calcio femminile e il potenziamento del settore tecnico, con la riorganizzazione del centro federale.

Internet non va e il Pescara perde Kasami (La Gazzetta dello Sport)

“Lo scambio di documenti col Fulham fuori tempo massimo L’ira del suo agente Raiola

“Giallo sul finale per il mancato trasferimento del centrocampista Pajtim Kasami dal Fulham al Pescara. Trasferimento dato per concluso, con reciproca soddisfazione della società abruzzese, del calciatore, del club inglese e del procuratore del giocatore, il barricadero Mino Raiola. Il finale al veleno, condito dalla consegna dei documenti fuori tempo massimo, è stato annunciato, a mercato chiuso, proprio da Raiola, sceso al piano terra dell’Ata Executive visibilmente contrariato. «Il trasferimento di Kasami è saltato per problemi di collegamento Internet qui nella camera dove stavamo concludendo l’operazione. E’ una situazione incredibile ».

Beckham a Parigi per beneficenza «Stipendio ai bimbi» (Il Corriere della Sera)

“«Sono un po’ stanco, la telefonata decisiva è arrivata all’una di notte: “tutto a posto, ti aspettiamo”, e stamattina ho preso l’aereo», racconta David Beckham negli spogliatoi del Paris Saint Germain, in giacca e cravatta ma accanto alla maglia rossoblù numero 32 (quello del cestista Magic Johnson), che indosserà per i prossimi cinque mesi. Con un colpo a sorpresa, e dopo un tentativo fallito nell’inverno 2012, la stella inglese arriva a Parigi eccitata all’idea di giocare con Zlatan Ibrahimovic nel «dream team» messo in piedi dal presidente Nasser Al-Khelaïfi. E come l’estate scorsa con la «Ibra-mania», a Parigi è già scoppiata la «Becks-mania», centinaia di tifosi accorsi allo Stade de France per festeggiare il campione. «Ci siamo sentiti molte volte al telefono con Leonardo e Carlo Ancelotti —racconta Beckham —, sono persone affettuose». La presenza dell’allenatore Ancelotti, conosciuto al Milan, ha pesato nella scelta. La moglie Victoria e i bambini resteranno nella vicina Londra, ma la ex Spice Girls era già a abituata a varcare spesso la Manica per lo shopping in avenue Montaigne. Tutto perfetto, quindi. A quasi 38 anni, e dopo cinque stagioni al Galaxy di Los Angeles (con due parentesi al Milan), David Beckham torna in un club di alto livello con una mossa di immagine geniale. Prima ancora che arrivassero le prevedibili accuse di voler protrarre per avidità, con un ultimo tango a Parigi, una carriera ormai consumata, Beckham ha annunciato subito che il suo stipendio andrà in beneficenza. «È una cosa che abbiamo deciso insieme al club, ne abbiamo parlato sin dall’inizio. Ma è successo tutto molto in fretta. Ho pensato che sarebbe stata un’ottima idea se il mio compenso fosse andato a una organizzazione che aiuta i bambini, a Parigi».


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