STAMPA – Accade (non solo) in Serie A

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Bucchi,il più giovane:«Pensocomei giocatori» (La Gazzetta dello Sport)

“Cristian Bucchi, 35 anni, l’allenatore più giovane della A: ha il compito (impossibile?) di salvare il Pescara. Cosa ricorderà del debutto? «La gran sete, ho bevuto tantissimo perché a quell’ora cominciava a fare caldo». Tutto qua? «Ma no, mi è piaciuto incontrare vecchi amici come Colantuono e Marino. Alla fine sono rimasto soddisfatto del gioco, non del risultato. Con l’espulsione di Stendardo chissà come sarebbe finita: eravamo sull’1-1 e stavamo tenendo bene» […] La gavetta, lei l’ha fatta da calciatore. Una trottola. «Girare l’Italia da Nord a Sud, conoscere ambienti, allenatori, tifoserie diverse mi è servito. Ho vissuto l’euforia di città calde come Napoli e Catania e città che pensavo distaccate come Bologna ». Galeone e Giampaolo hanno rifiutato: situazione disperata? «Delicata, non disperata. Sarà una lunga salita, ma non voglio farla a piedi».

Ranégie nei guai Denuncia per rissa (La Gazzetta dello Sport)

“Domenica in Austria ha picchiato un uomo in unbar. Ierinonsièpresentato all’interrogatorio

“L’esperienza a Udine di Mathias Ranégie non è particolarmente fortunata. Una gita non proprio fuori porta, in Austria, domenica sera, rischia di metterlo seriamente nei guai: è accusato di aver picchiato una persona e di avergli rotto il naso. Tutto è successo domenica notte, intorno alle due e mezzo, nel locale Gatz a Bad Gastein, località montana. Secondo il quotidiano Aftonbladet, il più importante di Svezia, l’attaccante svedese dell’Udinese sarebbe stato coinvolto in una rissa: Ranégie si è messo a ballare con una donna, ma questa non voleva ballare con lui. Un amico ha cercato di proteggerla. Il giocatore gli ha chiesto: «Hai dei problemi?». Lì si è scatenato il parapiglia e Mathias sarebbe diventato una furia: «Mi ha rotto il naso, poi mi ha colpito ancora, c’era sangue ». I testimoni dicono che Ranégie era incontenibile. Lo avrebbero fermato in tre. Poi è arrivata la polizia. L’inferno si sarebbe scatenato anche per ruggini con tifosi di Stoccolma. Ranégie ha giocato nel Malmoe. E tra i club c’è rivalità.

Gol raddoppiati e +16 in classifica Viola da record (La Gazzetta dello Sport)

“Nessuno ha un incremento simile rispetto allo scorso campionato

“Immutato il capocannoniere, cambia tutto il resto. Un anno dopo aver toccato il punto più basso della recente storia viola, in riva all’Arno tutto è diverso. Lo scorso 17 marzo arrivava infatti lo 0-5 interno contro gli avversari di sempre. Quella Juventus che passeggiò sui resti di una squadra che non esisteva più. Dodici mesi più tardi, numeri e statistiche spiegano più di mille altre parole. Portandosi dietro entusiasmo e fiducia, sentimenti rimasti da queste parti congelati per un paio di anni. Cambio di passo Le 28 giornate del nuovo corso raccontano una Viola che vola. Quarta in classifica, in piena lotta Champions, a tre lunghezze dal Milan terzo. Con ben 16 punti in più rispetto allo stesso periodo della passata stagione. Frutto specialmente del numero dei gol segnati. Praticamente il doppio, 50, rispetto ai 27 dello scorso anno. Curiosi invece altri due dati. Inalterate le reti subite (33) e soprattutto il capocannoniere, Stevan Jovetic. I dodici gol siglati da Jo-Jo dopo 28 gare dell’ultimo campionato, sono stati perfettamente bissati adesso. Simili anche i numeri delle conclusioni verso la porta del montenegrino. Novanta attuali contro le 87 della stagione 2011-12.Adimostrazione di una sua continuità di rendimento generale, pur nella logica alternanza fra i momenti positivi ed i periodi no.

Penso che invece per il suo stesso bene lei debba ragionevolmente dedicarsiadaltri sport: scelga lei dove le pare di intravedere la maggior pulizia possibile. Non ha sensospenderedeltempo aseguire qualcosa di cui si ha la stessa considerazione che si nutre per Satana. Certo che devono essere rintronati questi catanesi corrotti nel farla tanto sporca quasi all’ultimo secondo, col rischio che l’arbitro fischiasse da un momento all’altro enon riuscissero acompiere la loro sporca missione. Potevano mica pensarci prima con più calma e destrezza? Così, accidentaccio, l’hanno messa sull’avviso.

L’imbarcata (Repubblica)

“Messi distrugge il sogno Milan i fenomeni si prendono i quarti

“Remuntada è fatta. Sospinto dalle novantamila ugole del Camp Nou e dal Messi inumano delle notti migliori, il Barcellona ha cancellato la disfatta di San Siro, candidandosi al primato che ne certificherebbe l’inarrivabilità: la sesta semifinale di Champions consecutiva. Intanto è entrato ancora tra le prime otto squadre d’Europa. Però il Milan gli ha fatto davvero paura: soltanto un gol divorato sull’1-0 da Niang (palo) e un notevole salvataggio di Alba su Robinho sul 3-0 hanno permesso un sospiro di sollievo agli spensierati artisti di Catalogna. Le virtù e i vizi del tiqui taca li ha illustrati il primo tempo, in cui la montagna di palloni cesellati e i due gol del maestro argentino non hanno tramortito i rivali. Anzi, se l’imberbe Niang li avesse colpiti di rimessa, avrebbe autorizzato la celebrazione dell’italica arte del contropiede. Anche così, comunque, col Milan tutto rattrappito nella propria metà campo a spolmonarsi rincorrendo i giocolieri e col 4-3-3 trasformato in 4-5-1 e ogni tanto addirittura in un 4-6-0, è rimasta la sensazione che la difesa catalana fosse vulnerabile, come ha dimostrato il maldestro colpo di testa di Mascherano, su lancio di Montolivo, che ha spalancato a Niang un corridoio enorme. Solo che l’unica punta provvista di classe e intraprendenza, El Shaarawy, ha dovuto gestire in assalti solitari i pochi palloni addomesticabili. La differenza l’ha fatta la tecnica, più della tattica. Allegri ha ordinato un pressing feroce sui prestigiatori avversari e ha consegnato le chiavi del teorico contropiede a Niang, sponda centrale per le incursioni dei compagni e controfigura di Pazzini e Balotelli. Presto sono emersi i limiti tecnici e di personalità: quelli di Constant, in sofferenza sulle puntate di Alves, di Flamini e Boateng, per i frequenti errori di misura nei passaggi, e di Niang, che ha costretto l’allenatore a spostarlo sulla fascia destra, riconvertendo Boateng in “falso nueve”.


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