STAMPA – Accade (non solo) in serie A

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Partitaatre perunposto in… paradiso (Il Giornale di Sicilia)

“IrosanerodevonorecuperaresuSienaeGenoa.ATorinoeCataniagliimpegnipiùdifficili

“Tre sorelle in corsa per la fascia dimenobrutta del campionato, per salire sul quartultimo gradino in serie A. Il lungo sprint per salvarsi sarà un affare fra Genoa, Sienae Palermo, amenodiunmiracolo sportivo del Pescara, malinconicamenteultimissimo. Idiretti interessati,ovviamente, dicono di non fare calcoli e guardare solo alla prossima partita. Eppure quando trema la terra sotto i piedi e, per scampare al burrone della serie B, servonodifficili acrobazie, viene a galla l’insensatezza della frase principe («Prima o poi le avversarie bisogna incontrarle tutte») che sciorinano, quasi all’ unanimità, dirigenti, allenatori, calciatori, dopo la composizione del calendario. La storia insegna che, al di là del blasone e della qualità delle squadre, a fine stagione, chi èincorsa perunobiettivo è davvero un osso duro, chi è più tranquillo o ha raggiunto matematicamenteil proprio traguardo diventa più abbordabile

L’eterno cortile di Zanetti il bambino Highlander che continua a giocare (Repubblica)

“Icalciatori possono anche arrivare a quarant’anni, ma non c’è niente da fare: restano quei bambini che giocavano in cortile e non volevano mai rientrare a casa quando li richiamavano. «Torna, Javier!». Ascolta, si fa sera. Capisci, questo è il tramonto, ha pure un suo fascino, tra splendore e malinconia, ma dopo il raggio verde c’è la notte e manco lo vedi più il pallone. «Torna, Javier!». Hai corso per una vita, ti senti ancora una scintilla di energia dentro, ma fra poco sarai così stanco che faticherai a muoverti, usa le ultime forze per uscire dalla scena prima di crollarci. «Torna, Javier!». Nada. Niente. Non ci sente. O fa finta di non sentire. Proprio come gli eterni bambini del cortile: la disperazione di madri, poi di mogli e di figlie. Quelli che l’esistenza non ha orari né stagioni: è sempre pomeriggio e la primavera non finisce mai. Il loro esempio è Javier Zanetti, per gli amici Highlander. La sua pagina su Wikipedia contiene più numeri che parole perché il capitano gentiluomo ha battuto tutti i record di presenza: nell’Inter (complessivamente e/o consecutivamente), nella nazionale argentina, in Champions con la maglia nerazzurra, per uno straniero in serie A.

Vilanovaha già vinto Ritorna dopo 2 mesi (La Gazzetta dello Sport)

“L’allenatore del Barcellona si riprende la panchina dopola malattia. Il vice Roura: «Si tornaalla normalità»

“Da uomo di campo, ha scelto il campo. Non le parole. Per il suo ritorno al futuro, da uomo di calcio ha scelto la panchina, non la conferenza. Tito Vilanova stasera si risiede sulla panchina del Barcellona, dopo aver vinto la seconda sfida con il tumore alla ghiandola parotide. Quelle che non vorresti giocaremai. Stasera riparte in sella a quella che è stata (anche) un po’ la sua creatura. Riparte nella sfida più delicata che abbiamai affrontato da primo allenatore. Gli sembrerà una bazzecola, a confronto. Lui e Pep Ai più, Tito Vilanova viene in mente per il calvario recente e per il litigio con Mourinho alla fine di un isterico Barcellona-Real, ritorno di Supercoppa di Spagna. Vince il Barça. Lo Special One non si comporta in modo speciale: gli rifila un dito in un occhio. Tito reagisce, lo bloccano. Poi la pace, scattata in contemporanea con lamalattia. Tito però è molto di più di uno sparring partner per risse. Come ogni grande uomo a fianco ha una grande donna, un comico ha bisogno di un’ottima spalla, anche un super tecnico spesso ha vicino un grande secondo. Vilanova giocatore nasce, toh, nelle giovanili del Barça. Lì divide i primi spogliatoi con Guardiola. È lì che torna per crescere come tecnico. C’è un po’ di lui nella formazione di tipini come Fabregas, Piqué e Messi, che guida nei cadetti B. Poi Pep lo chiama al suo fianco nel Barcellona B. E non lo molla quando sale tra i grandi. Insieme, vincono tutto: 14 titoli in 4 anni. Dopo l’addio di Pep, l’ascesa è sembrata cosa naturale.


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