STAMPA – Accade (non solo) in serie A

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

La prima di Garrone: «Se potessi, me ne andrei in campagna» (La Gazzetta dello Sport)

“GENOVA Opzione uno (respinta): «Se potessi decidere cosa fare domenica fra le 15 e le 17, andrei in campagna, in bici, senza telefonini, né radio. Solo alle cinque chiederei il risultato». Opzione due (respinta anch’essa): «In alternativa, andrei a vedere il derby in gradinata Sud». Nulla di tutto ciò, per Edoardo Garrone: «Perché sono il presidente della Samp ed assolverò ai miei doveri istituzionali in tribuna d’onore». Il sogno stadio I soci del Sampdoria Club Carige l’hanno premiato con un assegno da 3 mila euro donato in beneficenza all’istituto di ematologia clinica dell’ospedale Gaslini, prima che Garrone spiegasse come vive l’attesa della sua prima stracittadina da presidente, dopo la scomparsa di papà Riccardo: «E’ un derby che vale quadruplo per me. Perché c’è in palio l’orgoglio cittadino, perché veniamo da una gara giocata molto male, perché non siamo ancora salvi e perché è il mio primo derby da presidente». Fra due giorni la dirigenza blucerchiata sarà in Comune: «Incontreremo la commissione urbanistica a cui verrà illustrata l’idea progettuale del nuovo stadio» in Fiera.

Ultrà truffati (La Gazzetta dello Sport)

“Usa il figlio di 5 anni per spillare dei soldi

“A Genova un papà finge che il bimbo sia molto malato e ottiene 70 milae in beneficenza dai tifosi e dal Genoa

“Speculare sulla salute di un bambino di cinque anni, per imbrogliare centinaia di persone. Da Genova rimbalza una storia allucinante. Un tifoso del Genoa (F.R.) ha chiesto agli ultrà della Gradinata Nord di raccogliere fondi per il proprio figlio, malato – a suo dire – di una grave patologia al polmone destro e bisognoso di costoso intervento chirurgico in Svizzera. Procura e polizia giudiziaria hanno scoperto che si tratta di un raggiro e il papà è indagato per truffa. L’imbroglio è stato svelato ieri in una conferenza stampa organizzata dai capi della tifoseria organizzata rossoblù. «Siamo indignati – hanno detto i leader del tifo genoano – e ci attiveremo in tutte le sedi per recuperare il maltolto, restituire il denaro a chi l’ha versato ed ottenere giustizia». Uno dei loro avvocati, Stefano Sambugaro, ha confermato: «Ci costituiremo parte civile». La raccolta Quando riceve la richiesta d’aiuto, la Nord si mobilita, coinvolge tifoserie di altre squadre (Juve, Inter, Milan, Samp, Atalanta). Parte una sottoscrizione, alimentata attraverso la vendita di cappellini, magliette e altri gadget. I tifosi mettono assieme circa 40 mila euro e li versano sui conti di «Un cuore grande così», onlus che coordina le iniziative di beneficenza dei tifosi rossoblù. Si muoveil Genoa: società e giocatori fanno una colletta e «bonificano » 25 mila euro. Padre e figlio vanno in visita alla sede rossoblù. Alla fine si raggranellano 70 mila euro, somma indicata dal padre per l’intervento

Trai coltelli diRoma:«Maipiù disera» (La Gazzetta dello Sport)

“Il PrefettoPecoraro:«Leprossimesfide solo di pomeriggio, altrimenti interventi più restrittivi»

“Pocomeno di settanta coltellate, pardon «puncicate», in sei anni. Quasi 400 Daspo attivi solo nella provincia di Roma, circa il 10% del dato nazionale, 108 emessi per i tifosi laziali, 172 per i romanisti. Una lista lunghissima di derby insanguinati, strade puntualmente invase dalla furia ultrà, quartieri militarizzati, terrore tra gli abitanti. Ponte Milvio passato dai lucchetti di Moccia alle «lame» dei teppisti. E una città, la capitale d’Italia, che deve fare i conti con un problema molto serio di violenza calcistica. «Non se ne può più, è intollerabile», sbotta il Prefetto Giuseppe Pecoraro che prende carta e penna e scrive alla Lega calcio per chiedere: «Mai più il derby di sera». Tolleranza zero Già. Il giorno dopo, come da tradizione, autorità e istituzioni sono sbigottite e annunciano provvedimenti restrittivi. Il sindaco Gianni Alemanno cade dalle nuvole: «Sono sconcertato, sembra quasi ci sia una maledizione». Il Prefetto Giuseppe Pecoraro rincara la dose: «I prossimi derby tra Roma e Lazio vengano disputati di pomeriggio per questioni di sicurezza. In passato per due volte avevo fatto anticipare la partita. Poi mi era stato nuovamente chiesto di disputarla di sera, e in effetti lunedì non avevamo segnali di possibili scontri. Ma di fronte a quello che è successo, dico basta. Invito la Lega calcio a fissare le prossime sfide alla luce del sole, altrimenti sarò costretto a prendere provvedimenti ancor più restrittivi (porte chiuse?, ndr). Non è più tollerabile che ad ogni derby nella Capitale debbano puntualmente verificarsi incidenti ». E annuncia: «Chiederò di optare per il pomeriggio anche in caso di una finale di Coppa Italia disputata tra Roma e Lazio il prossimo maggio. Comunque la sfida non si disputerà il 26, perché è in concomitanza con le elezioni amministrative della città».

Riva indagato per la visita a Cellino. «Ridicolo» (Il Corriere della Sera)

“L’ex bomber era entrato in carcere come accompagnatore del parlamentare Pili. «Impossibile non mi abbiano riconosciuto»

“Lo riconoscerebbero perfino lungo le affollate ramblas di Barcellona, figuriamoci a Cagliari dove ha vinto—quasi da solo — lo scudetto più incredibile del nostro calcio (1970) e dove vive da leggenda da mezzo secolo esatto. Eppure Gigi Riva, 68 anni, attuale team manager della nazionale, è finito nel registro degli indagati perché si sarebbe «imboscato» per fare visita a Massimo Cellino, arrestato il 14 febbraio nell’inchiesta sulla costruzione dello stadio Is Arenas di Quartu Sant’Elena. L’accusa è falso ideologico: il 19 febbraio Riva chiede al deputato del Pdl Mauro Pili, che il giorno prima aveva fatto visita al presidente del Cagliari alle carceri del Buoncammino insieme all’editore dell’Unione Sarda Sergio Zuncheddu, di poter vedere Cellino per una visita «umanitaria ». All’ingresso Riva riceve due moduli: «Non li ho compilati io — racconta Riva — ma l’onorevole Pili: io ho solo firmato pensando fosse una formalità». Su quelle schede Riva compare come «accompagnatore » del parlamentare. «Non sapevo che fossi un portaborse, nella vita non si finisce mai di imparare», ironizza Gigi Riva aggiungendo: «Pensavo mi avessero riconosciuto e nessuno ha contestato niente. È una situazione ridicola ».

Sette giornate agli atalantini una a Schelotto (Il Corriere della Sera)

“Il Far west che ha chiuso Inter-Atalanta (3-4) ha prodotto quattro squalificati. Tre giornate di stop a Raimondi «per avere, al 46’ del secondo tempo, a gioco fermo, colpito con un pugno al volto un avversario senza conseguenze lesive» (per il pugno a Schelotto, era stato espulso); altre tre giornate di stop a Carmona («per avere, al termine della gara, colpito con un pugno al volto un componente della panchina aggiuntiva avversaria; infrazione rilevata anche da un collaboratore della Procura federale»); una giornata a testa ai due protagonisti della rissa finale, Cigarini e Schelotto (foto). L’atalantino paga il fatto di aver «spinto un avversario con veemenza, con entrambe le mani al petto, nel recinto di gioco»; Cigarini è stato squalificato «per avere, al termine della gara, nel recinto di gioco, assunto un atteggiamento aggressivo e intimidatorio nei confronti di un avversario, venendo quindi trattenuto dai compagni di squadra»

Perquisito Alessandro Moggi contratti dei giocatori nel mirino (Repubblica)

“La Gea World stavolta non c’entra. Né la vecchia, né la nuova società presentata nei giorni scorsi a Milano. A far scattare la perquisizione disposta dalla Procura di Napoli nei confronti di Alessandro Moggi, uno degli agenti di calciatori più attivi sul mercato (nonché figlio di Luciano, l’ex direttore generale della Juventus condannato in primo grado nel processo Calciopoli) e del procuratore argentino Alejandro Mazzoni, agente fra gli altri di Ezequiel Lavezzi, sono stati gli sviluppi dell’inchiesta sui contratti che aveva portato ad ottobre la Guardia di Finanza ad acquisire documentazione presso la sede del Napoli a Castel Volturno e negli uffici della Figc a Roma. I pm Antonello Ardituro, Stefano Capuano, Danilo De Simone e Vincenzo Ranieri, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo, lavorano per verificare casi di frode fiscale collegati ad accordi, transazioni, e possibili pagamenti estero su estero.


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