STAMPA – Accade (non solo) in serie A

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Azzerati sprechi e stipendi folli così il Napoli fa tornare i suoi conti (Il Corriere della Sera)

“La caliente Napoli paragonata alla gelida Dortmund? Nel calcio si può. La società di Aurelio De Laurentiis segue il modello Bundesliga: i risultati di pari passo con i conti. Rispetto al Borussia o al Bayern Monaco, non ha ancora vinto lo scudetto sul campo, ma ha centrato quello del bilancio. Sempre in attivo da quando, nel giugno 2007, è tornata in serie A. Lazio e Fiorentina seguono la stessa strada, ma hanno meno introiti e ogni tanto vanno in rosso. Il segreto del Napoli è l’attenzione feroce dello stesso De Laurentiis ai numeri economici della società, attraverso Andrea Chiavelli, l’uomo dei conti, prezioso collaboratore del presidente anche negli affari cinematografici della Filmauro. La regola è una formuletta semplice, a parole: mantenere i costi al di sotto dei ricavi. Soprattutto attraverso il contenimento degli ingaggi. La differenza tra il Napoli e le altre grandi sta proprio qui. Sino all’anno scorso nessuno nella rosa di Mazzarri superava i 2,5 milioni netti, lo stipendio del Pocho Lavezzi. Quest’anno Cavani ha scollinato i 4 milioni e Hamsik è arrivato sino a 3. E il totale è passato da 45 a 55milioni, ma il totale resta un terzo del fatturato, che con la Champions si aggira tra i 140 e i 150 milioni grazie ai soldi della tv e agli incassi del vetusto San Paolo.

La riforma tedesca (Il Corriere dello Sport)

“Programmi, fatturato e stadi La rinascita della Germania

“La riforma protestante tedesca comincia con l’affissione delle 95 tesi di Martin Lutero sulla porta della cattedrale di Wittenberg, mercoledì 31 ottobre 1517. La Riforma calcistica tedesca ha inizio venerdì 7 luglio 2000 (data meno controversa di quella luterana), quando l’Esecutivo della Fifa decide, con 12 voti contro 11 (per il Sudafrica), che sia la Germania a organizzare la Coppa del Mondo del 2006. Tre anni prima, al termine dell’anno sociale 1996-’97, mentre l’Italia detta legge sul mercato (arrivano Ronaldo, Kluivert, Ziege, Almeyda, tutti pagati a peso d’oro), la Bundesliga ha il quarto fatturato europeo, preceduta da Premier League, Serie A e Liga. Ora solo gli inglesi rimangono davanti (2.515 milioni di euro contro 1.746: dati nel 2011), ma la rimonta continua. I tedeschi, con il Mondiale, seguono la strada opposta a quella che imbocca l’Italia nel 1990. È attorno agli stadi che viene costruito il successo. E li fanno belli, comodiedi proprietà. Ora, dopo la Juventus, si stano muovendo tutti anche da noi, dall’Inter alla Sampdoria, dall’Udinese alla Roma. I tedeschi, però, non ristrutturano solo i 12 impianti del Mondiale, ma anche gli altri (per 1,4 miliardi di euro). Contestualmente parte un programma per i giovani: nel 2011, i 18 club versano 71 milioni di euro, con un incremento del 7,1 per cento rispetto all’anno precedente e addirittura del 73 per cento rispetto al 2007-2008. Prendiamo in esame i due club che hanno ipotecato (salvo clamorosa «remuntada » spagnola) la finale. Il Bayern Monaco ha speso 136 milioni di euro per 20 giocatori in quattro anni. Ha vinto due volte la Bundesliga, una Coppa e una Supercoppa di Germania ehagiocato, perdendole, due finali di Champions. Si appresta a disputare la terza e ha imbandito il futuro ingaggiando Pep Guardiola.

Dalla C2 alla serie A Il Sassuolo è pronto al salto tra i grandi (Il Corriere della Sera)

“Il club di Squinzi eccezione vincente

“È la Juventus della serie B, fino all’ultimo: come i bianconeri (domenica), anche il Sassuolo può centrare (oggi) l’obiettivo più grande, vincendo il derby contro il Modena in «trasferta», nello stadio che, almeno per adesso, ospita entrambe. Al «Braglia» il 29 maggio 1940 Fausto Coppi vinse la sua prima tappa al Giro d’Italia, indossando per la prima volta la maglia rosa. Oggi, il patron del Sassuolo (e presidente di Confindustria), Giorgio Squinzi, grande milanista e coppiano di ferro, può portare in serie A per la prima volta la squadra che aveva preso sul fondo della serie C2 nel 2004. Sulle maglie a strisce neroverdi da allora c’è la scritta Mapei perché l’azienda di Squinzi (industria chimica specializzata in collanti industriali) nel distretto della piastrella di Sassuolo trova da sempre terreno fertile e a quel territorio, dopo i due anni di gloria del Modena (2002- 2004) sta ridando la serie A. Come la Juve, la squadra di Eusebio Di Francesco ha tenuto, tra piastrelle e tortellini, un ritmo da record per tutto il campionato, in testa dall’inizio alla fine. Con 80 punti e 4 partite ancora da giocare può migliorare il record della stessa Juve, almeno formalmente: nel 2006- 2007, i bianconeri si erano fermati a 85 punti (sul campo 94 con la penalizzazione di 9).

Ljajic-Rossi senza pace (La Gazzetta dello Sport)

Il viola: non farò io il primo passo

“Si ritrovano contro un anno dopole sberle. Ora sono avversari e nessuno vuole perdonare

“Se l’ultimo approccio fu una rissa da saloon, può esser positivo sapere che tra Rossi e Ljajic non seguiranno altri contatti. Era la notte del 2 maggio 2012, l’orologio segnava le 21 e 17, Fiorentina sotto di due gol contro uno spensierato Novara, gruppo che niente aveva più da chiedere al torneo (nel senso che la serie B già l’aspettava): salto all’ingiù che volevano invece evitare a Firenze, pericolo che sarebbe stato concretissimo in caso di k.o. La prima idea di Rossi lampeggiò sul tabellone luminoso dei cambi dopo 32 minuti: fuori la fantasia di Ljajic, dentro le randellate di Olivera. Adem aveva preso meglio altre sostituzioni: stavolta uscì agitando le mani in direzione del suo allenatore, con un ironico applauso accompagnato da parole su cui c’è ancora un fittissimo dibattito nazionale. Secondo la versione del giocatore il virgolettato fu un «bravo maestro, grande, numero uno». Beffardo, ma al netto di insulti. Il racconto di Rossi includeva invece un’offesa personale e alla famiglia, Delio spiegò di aver colto e tradotto un’ingiuriosa espressione serba (perché Rossi avrebbe dovuto comprendere la lingua dei Balcani? Perché, riportò sempre lui, in carriera aveva spessissimo diretto giocatori di quella zona). Come finì è cosa nota: l’allenatore si avventò sul giocatore uscente, Adem ormai quasi sdraiato in panchina venne travolto dalle sberle e poi salvato dall’intervento di chi, lì vicino, salì sul ring e separò i pugili.

Zanetti da Papa Francesco: «Ha un cuore enorme» (La Gazzetta dello Sport)

“Udienza privata in Vaticano. In dono anche una maglia e un libro con dedica di Moratti

“Non sia mai che l’uomo delle 1.100 partite in carriera salti un allenamento. Ecco perché se nell’ora della seduta programmata da Stramaccioni arriva l’attesa convocazione per un’udienza privata in Vaticano con il connazionale Papa Francesco, Javier «Duracell» Zanetti prima si autoconvoca alla Pinetina per una sgambata mattutina in solitario. Semplice ed enorme Poi il capitano nerazzurro è volato a Roma con la moglie Paula e i figli Sol, Ignacio e Tomas per un incontro privato, a SantaMarta, durato quasi un’ora, durante il quale con il 76enne Pontefice (eletto il 13 marzo) si è parlato di esperienze di vita tra Italia e Argentina, ma soprattutto di problematiche diffuse, dei progetti legati a Inter Campus e alla Fondazione Pupi, creata anni fa da capitano e consorte. «È stato un incontro emozionante perché quando è stato eletto il primo desiderio che ho avuto è stato quello di incontrarlo — ha raccontato Zanetti a Inter.it —. Adesso ho potuto farlo ed è stato un privilegio. Ho trovato di fronte a me una persona semplice, con un cuore enorme, che impiegherà tutte le energie necessarie per aiutare i fedeli».

Maxi rissa tra ultrà in Bosnia 23 feriti, uno è in fin di vita (La Gazzetta dello Sport)

“Borac Banja Luka e Zeljeznicar Sarajevo non si sarebbero dovute incrociare, questa settimana. I loro tifosi hanno deciso diversamente. Mercoledì, di ritorno dalle rispettive trasferte, si sono ritrovati a decine nei pressi di Oborci – un villaggio della Bosnia centrale – per saldare un po’ di conti a suon di sprangate. Il bilancio è di 62 arresti, 23 feriti e 25enne in pericolo di vita, operato d’urgenza alla testa. Mancano ancora le conferme ufficiali, ma tutto – a cominciare dalla quantità di armi – lascia intendere che la battaglia di mercoledì sia stata concordata. Poco hanno potuto i poliziotti presenti, costretti a chiedere il soccorso delle forze speciali per sedare la maxi rissa.


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