STAMPA – Accade (non solo) in serie A

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Palermo: Gattuso in pole (La Sicilia 31.05.2013)

“Il procuratore di Rino Gattuso, Andrea D’Amico, sarà oggi a Sion per trattare con il presidente del club svizzero, Christian Constantin, la rescissione del contratto. L’ex centrocampista del Milan e della nazionale giocherà domani l’ultima partita (in casa contro lo Zurigo) nel campionato elvetico, poi potrà concentrarsi sulla nuova avventura sulla panchina rosanero. Per lui è pronto un contratto di 400 mila euro per un anno con opzione per il secondo. «Ringhio» riprenderà, quindi, a Palermo una carriera di allenatore che si era interrotta a Sion il 13 maggio scorso con un bilancio di 2 vittorie, 4 pareggi e altrettante sconfitte. Da quel giorno gli svizzeri sono crollati: 4 passi falsi con 11 gol subiti e nessuno realizzato. Soltanto se Constantin dovesse puntare i piedi (dovrebbe dare il via libera in cambio di un indennizzo), Zamparini tornerebbe alla carica per Ventura, Iachini o Corini. E’ in programma lunedì in Lega Calcio un nuovo incontro tra Perinetti e Pradè per parlare di Ilicic, ma anche di Viviano e Migliaccio (entrambi in prestito). Lo sloveno piace a Montella, ma la società viola non è disposta a pagare i 15 milioni di euro chiesti da Zamparini. Pradè ha proposto l’inserimento nell’affare di alcuni giovani, ma l’unico che realmente interessi al Palermo è Haris Seferovic, classe ’92, autore di 9 gol in Serie B con la maglia del Novara (squadra nella quale è andato in prestito a gennaio).

Pandev, convinci Benitez e il Napoli (La Gazzetta dello Sport)

La punta e il tecnico all’Inter per 6 mesi: 21 gare, 3 gol Rieccoli in azzurro a caccia di nuovi grandi successi

“La scintilla non è scoccata, almeno all’Inter. Benitez e Pandev hanno trascorso insieme sei mesi, quelli che il tecnico spagnolo ha passato sulla panchina dell’Inter raccogliendo la pesante eredità di Mourinho. Quest’ultimo aveva puntato forte proprio sul macedone nella stagione del Triplete e dunque Pandev si sentiva un po’ orfano del portoghese. Benitez faceva fatica ad inquadrarlo anche tatticamente nel suo modulo. Per intenderci, nel 4231 talvolta veniva utilizzato alle spalle della punta centrale ed in altre circostanze come attaccante esterno. I numeri raccontano le difficoltà incontrate da Pandev sotto la guida di Benitez: 21 presenze, tre soli gol. In ben otto circostanze Rafa lo ha sostituito. Spesso, invece, gli ha preferito i più giovani Coutinho e, soprattutto Biabiany. Quest’ultimo, attualmente nel mirino del Napoli, garantiva a Benitez più copertura sulla fascia di quanto non facesse Pandev che talvolta veniva inserito dalla panchina al posto di Milito per riportare Eto’o nel ruolo di centravanti. Benitez e Pandev, però, sono due vincenti ed infatti Goran ha contribuito ai due successi italiani di Rafa con altrettante reti: suo il gol del momentaneo pareggio contro la Roma in Supercoppa d’Italia (31 per i nerazzurri al 90’),maanche la prodezza dell’ 10 contro il Mazembe nella finale, vinta 30, del Mondiale per club il 18 dicembre 2010.

«MORATTI È L’INTER RESTI DA PRESIDENTE» (La Gazzetta dello Sport)

Beccalossi: «Io non ci credo». Collovati: «Chi compra comanda» Bertolino: «Voci? Triplete». Ferri: «Se non investe, meglio che ceda»

“L’IndoInter è più di una vaga voce di mercato e il mondo nerazzurro assiste con un po’ di smarrimento a una vicenda che potrebbe segnare dopo quasi due decenni la fine dell’era Moratti. Tra fatalisti e speranzosi, c’è chi invita il presidente a non vendere. I nostalgici «Mi auguro che Moratti non ceda – dice Evaristo Beccalossi, scudettato nel 1979 – io personalmente sono favorevole all’ingresso di nuovi capitali, manon alla cessione della società. Un’Inter senza Moratti proprio non la vedo, è una famiglia troppo in simbiosi con il club. Capisco che per tutto il calcio italiano sia importante trovare nuovi capitali,mai Moratti sono l’Inter. Se proprio deve accadere spero che almeno resti presidente…». Perplesso anche Salvatore Bagni, in nerazzurro dal 1981 al 1984: «Non credo che Moratti ceda subito la maggioranza, almeno non credo che lo faccia all’improvviso. Dispiace, perché non c’è club che sia legato a una famiglia più dell’Inter ai Moratti. Certo, è un segnale dei tempi, è un’ipotesi che scombussola un po’ i tifosi».

Del Piero, la nuova sfida: commentatore tv (La Gazzetta dello Sport)

“Sarà una delle voci di Sky Sport in Confederations «Fidatevi, l’Italia andrà lontano»

“Avendo sempre vissuto in anticipo sui tempi tradizionali, non stupisce affatto che Alessandro Del Piero sbarchi nel mondo della tv quando è ancora un giocatore a tutti gli effetti. Di solito il passaggio dal campo agli studi televisivi avviene qualche mese dopo l’addio all’attività agonistica, ma anche stavolta Ale ha dribblato le convenzioni. Del Piero è il colpo di mercato di Sky per la Confederations Cup, che la tv satellitare tratterà quasi come un Mondiale: tutte le partite in diretta,un programma pomeridiano, la solita ricca squadra di «talent». L’ex capitano della Juve racconterà a modo suo il torneo con dieci «corti» che costituiranno la mini-serie «Del Piero football legends»: ogni sera uno spunto diverso e Ale preparerà anche i testi insieme a Federico Ferri. Una bella esperienza che potrebbe sfociare, chissà, in un Mondiale 2014 raccontato da commentatore.

Alt all’obbligo di ricapitalizzare, sì ai bonus (La Gazzetta dello Sport)

“MARTEDÌ IL CONSIGLIO FEDERALE VARERÀ UN PACCHETTO DI MODIFICHE PER RILANCIARE I TRASFERIMENTI INTERNI EQUIPARANDOLI ALLA NORMATIVA FIFA

“Si potrà pagare in 5 rate anziché 3 La sessione estiva chiuderà il 2 settembre alle 23

“La Federazione si appresta a varare una lenzuolata di deregulation per sbloccare il mercato interno e rilanciarne il giro d’affari, dopo che negli ultimi anni più di un ostacolo aveva indotto questo o quel club a rivolgersi all’estero per acquistare calciatori. Una vera e propria fuga di capitali che, col pacchetto di modifiche all’ordine del giorno del consiglio federale di martedì, potrebbe essere arginata sensibilmente. La madre di tutte le novità è un tecnicismo che, in realtà, pesa tantissimo nelle strategie di mercato delle società. Finora i club italiani dovevano rispettare determinati parametri economicofinanziari per essere ammessi al supermarket: il fatturato doveva essere superiore di almeno quattro volte ai debiti finanziari e di almeno tre volte all’indebitamento totale (al netto delle disponibilità liquide e dei crediti con le altre squadre). Sennò scattava il divieto agli acquisti, a meno di precedenti cessioni o di ricapitalizzazioni da parte dei soci. Un anno fa, per esempio, il Milan dovette chiedere a Fininvest un versamento di 4 milioni per rilevare la metà di Acerbi. Questo istituto verrà abrogato. Resteranno in piedi le garanzie tramite fideiussioni, con il collaudato sistema della stanza di compensazione all’interno della Lega.

Razzismo Linea dura della Fifa (Il Corriere della Sera)

“Conti in attivo (68,5 milioni di euro nel 2012), riserve da far morire d’invidia chiunque (1.060 milioni), una donna, la prima, nell’Esecutivo (Lydia Nsekera, del Burundi) e pene durissime per chi si rende colpevole di cori e atti a sfondo razzista. Il Congresso della Fifa, la federazione mondiale del pallone, ha approvato praticamente all’unanimità le decisioni dell’Esecutivo, diverse da quelle dell’Uefa di Michel Platini. Al primo episodio scatterà un avvertimento o una multa, ma in caso di recidiva o di episodi particolarmente gravi si potrà arrivare si potrebbe arrivare a penalizzazioni in classifica, gare a porte chiuse fino all’espulsione (dal torneo) e alla retrocessione del club. «Sono misure che mandano un segnale forte, ma bisogna ancora lavorare— ha dichiarato il presidente della Fifa Sepp Blatter —. Abbiamo bisogno di tolleranza zero e pesanti punizioni, dobbiamo mandare un esempio chiaro ai razzisti».


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