STAMPA – Almeno contro l’ultima in classifica..

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Dai Catania Ora o mai più A Cittadella primo blitz (La Gazzetta dello Sport)

“Domani a casa dell’ultima in classifica per ripartire. I tifosi sul piede di guerra

“S e non adesso quando? Il Catania, ferito ma non affondato per via del pareggio interno con il Brescia, prima partita della gestione bis del tecnico Maurizio Pellegrino, si trova di fronte al finale d’anno solare, che coincide anche con la fine del girone d’andata. Affronterà prima l’ultima della classe (Cittadella), poi la prima (Carpi). Un doppio esame per capire, subito dopo, in che modo bisognerà intervenire sul mercato. IL CITTADELLA L’avversario di domani è debolissimo, non solo per la posizione in classifica che occupa. A ranghi completi, il Catania avrebbe stradominato il match della vigilia di Natale, ma adesso rischia di arrivare all’appuntamento con il fiatone. Due i motivi: innanzitutto la crisi di risultati che nelle ultime quattro partite ha fruttato appena due pareggi interni (i 2­2 con Bologna e Brescia) e l’impossibilità di concludere qualcosa di buono lontano dal Massimino. Anche l’indisponibilità di troppi giocatori, specie in difesa, mette gli allenatori – prima Sannino adesso Pellegrino – in difficoltà al momento di mettere insieme undici calciatori che possano garantire equilibrio nelle due fasi del match. La questione infortuni resta gravissima. Gli indisponibili sono Peruzzi, Almiron, Martinho, Rosina, Monzon, Gyomber e Capuano. Lo squalificato di turno sarà Sauro, in fase di recupero sembrano Rolin e Castro. Il primo potrebbe sistemare la difesa che, con l’uruguaiano, arriverebbe a quattro disponibili: Parisi, Rolin, Spolli, Rinaudo, con quest’ultimo ancora adattato dietro, così come Pellegrino aveva fatto alla vigilia del match passato. Non ci sono altre soluzioni, a meno che il tecnico rossazzurro non voglia puntare sul 3­ 5­2 o dare fiducia a un altro baby, Ramos. I tempi di recuperi non sono lunghissimi, ma buona parte degli indisponibili approfitterà della pausa per curarsi e cominciare in forma il girone di ritorno.

Calaiò: «No, io non me ne vado» (La Sicilia 22 Dicembre)

Il centravanti dopo la sostituzione accolta senza battere ciglio rinnova il suo impegno per il Catania

Giusto per chiarire un paio di equivoci, nati al momento della sostituzione di Calaiò con i brasiliano Marcelinho al termine di Catania-Brescia. Equivoci nati da voci secondo cui il silenzio e la mancata reazione di stizza da parte del centravanti siano ricollegabili alla voglia di andare via da Catania. Ora, se una reazione educata, propositiva per la squadra, deve fare rima con disimpegno, siamo alla follia. Andiamoci per logica. Calaiò non si comporta come Leto: non scalcia le bottigliette, non se la prende con l’allenatore, ma accetta le decisioni maturate sul campo. Punto secondo. Durante il mercato estivo, al procuratore del ragazzo avevano bussato anche squadre di Serie A: Sassuolo e Chievo Verona prime della fila. Calaiò ha accettato il Catania per un motivo ben preciso: era (ed è) la piazza ideale per giocare con continuità, riprendere confidenza con il campo, visto che nell’ultima stagione aveva giocato di meno, segnare con regolarità e lottare per la vittoria del campionato. Tutte motivazioni valide che hanno spinto Emanuele verso la Sicilia rossazzurra. Vincere, segnare, prendere confidenza con una grande piazza, un pubblico straordinario. E, magari, tornare in alto con questa maglia e scommettersi in A grazie a un progetto ben preciso. In questo momento, tutti i buoni propositi estivi vanno a farsi benedire. Va tutto storto, tutti hanno sbagliato e perseverano. Ma Calaiò non ha intenzione di mollare di un centimetro. Sabato ha segnato il nono gol della sua stagione. Sarebbe stato il gol vittoria se Sauro non avesse commesso il fallo da rigore a sei minuti dalla fine o se Chrapek non avesse fallito il 3-1.


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