STAMPA – Altre.. (significative) sul Catania

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Izco e i ragazzi dei Cappuccini: un incontro da non dimenticare (La Sicilia 02.06.2013)

Prima di partire per le vacanze, il capitano del Catania Mariano Izco ha incontrato, su invito dell’Associazione Cappuccini, una trentina di ragazzi del popolare quartiere catanese. L’incontro con il campione argentino è avvenuto in via Raciti, nel luogo in cui normalmente i ragazzi vengono aiutati a studiare da professori e studenti universitari che gratuitamente offrono il loro tempo e le loro competenze. All’arrivo del centrocampista, dopo le presentazioni iniziali, comincia il giro per il quartiere per far conoscere a Izco la realtà in cui i ragazzi vivono e il contesto all’interno del quale l’associazione opera, facendosi promotrice di tutta una serie di attività tra cui Banco di solidarietà, assistenza sanitaria, legale e burocratica, doposcuola, organizzazione di feste, gite e giochi comuni. Una volta finito il giro, dopo un primo momento di silenzio e imbarazzo, seguì- to dalle solite richieste di foto e autografi, comincia a prevalere il desiderio e la curiosità di conoscere l’ uomo Izco. Silvio, un ragazzino di 11 anni, chiede al capitano: «Perché tu hai deciso di fare il calciatore nella vita? ». Mariano, un po’ spiazzato dalla domanda ma allo stesso tempo contento, risponde cominciando a raccontare la propria storia. «Ho soltanto seguito la mia passione».

Il campionato di A con vista a Nord specchio del Paese (La Gazzetta dello Sport)

Solo due club a sud di Roma: Napoli e Catania. Non accadeva dal 200304

La geografia del calcio, quasi sempre, è lo specchio economico dei tempi. Un’istantanea, a volte secca e brutale, che ci racconta lo stato di ricchezza e di povertà delle nazioni, delle regioni, delle città. Prendete l’ultima Champions League: quali squadre hanno raggiunto la finale? Il Bayern Monaco e il Borussia Dortmund, due tedesche. E qual è il Paese che, in Europa, trascina l’economia e detta legge agli altri? La Germania, ovviamente. Badate, non è un caso: il calcio rispetta le gerarchie del mercato, chi ha più soldi (se non è uno scialacquatore e un incompetente) di solito vince. E, restando in ambito continentale e ammettendo che possono sempre esserci eccezioni (seppur sporadiche), è facile prevedere che servirà molto tempo per scalzare le tedesche dal trono. Venendo all’Italia si scopre che la nuova Serie A, che ieri sera ha abbracciato il neopromosso Livorno, ha spostato il baricentro verso nord. Al di sotto di Roma, soltanto due squadre: il Napoli e il Catania (perché il Cagliari, in nome di un indipendentismo pallonaro, lo assegniamo a una zona neutra). Il dato rappresenta un chiaro segnale di come vanno le cose nel Paese: la crisi economica morde ovunque, ma al sud si sente di più. Non si cresce, spesso non si lavora, la disperazione è pane quotidiano e la mancanza di calcio, in città come Palermo (tanto per fare un esempio), diventa un fattore sociale di cui tenere conto. Come non ricordare il lungo applauso del pubblico che, all’ultima giornata di campionato e con la squadra già retrocessa, ha accompagnato i giocatori del Palermo negli spogliatoi?


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