STAMPA – Catania ad immagine di Pulvirenti

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Il Catania a sua immagine (La Sicilia 31 Luglio 2014)

Il presidente ha voluto costruire una squadra di carattere con la fusione di elementi di esperienza e giovani affidabili

“Si è puntato a tenere elementi come Spolli, Almiron, Capuano, ma anche ad arricchire la rosa con giocatori di sicuro affidamento come i nuovi Alessandro Rosina ed Emanuele Calaiò. Tutta gente che deve trasmettere stimoli al resto della squadra e spingere a lottare

“Anche Giovanni ha fatto l’abbonamento. E non è una notizia, è una notiziona. Perché abbonamento vuol dire fiducia, vuol dire credere in questa squadra, vuol dire sperare e confidare. Ma, attenzione, abbonamento vuol dire anche tessera del tifoso, e se uno come Giovanni, ma non è il solo, ha deciso di derogare su un principio assoluto come quello del rifiuto della schedatura che corrisponde in qualche modo a quella tessera rossazzurra, beh, la notizia c’è. E la squadra, evidentemente, pure. Entusiasmo ce n’è, tanto, non solo in Giovanni, ma in tanti altri che avevano avvertito negli ultimi anni non un declino tecnico, ma un deficit emozionale e motivazionale, un pericoloso imborghesimento generale. Diciamola tutta: della società, della squadra, dell’ambiente, dei tifosi, della stampa. Un imborghesimento frutto dei risultati positivi, un po’ come accade quando perdi stimoli, perdi tensione, allenti la presa perché pensi che basti gestire, e persino una autogestione magari pure a distanza, perché tutto si compia così come è accaduto il giorno prima. E’ l’errore fatale del calcio, in questo caso, l’appagamento precoce rispetto alla conquista dell’obiettivo successivo, che è sempre più difficile di quello precedente. E l’ubriacatura, la confusione, la capa frastornata dalle mete ambiziose che ti paiono a portata di mano e, invece, ti scollano dalla realtà e ti fanno perdere il contatto con le cose serie. E’ andata. Ma oggi? Oggi è nato, e sta prendendo corpo, un Catania ad immagine e somiglianza del suo presidente, Nino Pulvirenti. Uscito oggettivamente a pezzi dalla retrocessione, ultimo ad arrendersi, ma anche il primo, ad assumersi le responsabilità, le colpe, gli errori commessi. Mentre il Catania retrocedeva, mentre Pulvirenti provava l’ultima scossa, l’ultima strategia, l’ultimo assalto disperato, nel frattempo lavorava già alla squadra che avete oggi davanti. Una squadra che ritrovasse carattere. Una squadra che recuperasse personalità. Una squadra che fosse di lotta, di combattimento, ma anche di potere, inteso come un ruolo da protagonista, squadra da battere, favorita non sulla carta, non di nome, ma di fatto. Pulvirenti l’ha pensata così e di questo per settimane aveva parlato com Pablo Cosentino, a campionato di Serie A ancora in corso. Quando lo aveva promosso sul campo, quando avere portato il dirigente argentino direttamente al tavolo dei bottoni della società, a fare l’amministratore delegato, era parso a qualcuno (ed anche a tanti, per la verità) o una mossa azzardata, o un diversivo, o un’abdicazione.


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