La Sicilia
De Zerbi-Catania “derby” di Coppa dal sapore antico (La Sicilia)
Il match tra il tecnico del Sassuolo e i rossazzurri un “mercoledì da leoni” come se fossimo in Serie A
Lo chiamavano Fantasia, perché quando pennellava i passaggi o tirava i piazzati, qualcosa accadeva comunque. E il 10 che portava De Zerbi sulle spalle, nell’anno del ritorno in A del Catania – al culmine di una lunga gavetta partita dall’era Massimino – era un simbolo. A quel punto, sì, la palla della fantasia passava ai tifosi che coniugavano il numero di maglia, i piedi buoni, e la faccia di questo ragazzo che non era un calciatore normale. De Zerbi era genio e sana pazzia. Ascoltava Gianni Celeste, cantante neo melodico etneo, nonostante le origini bresciane. A Catania imparò il dialetto rapidamente, dopo la partita era capace di telefonarti alle due di notte per parlare della sfida tra tecnica e tattica, emozioni: non importava se era stata vinta, Roberto cercava sempre la perfezione, che nel calcio non esiste. Ma lui la pretendeva anzitutto su sé stesso.