STAMPA – Catania, due tipi di ‘mobilità’

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Il Catania va in… mobilità Martinho copre tre zone (La Sicilia 5 Agosto 2014)

“Come definirli? La definizione classica è jolly. Ma si possono anche chiamare i tuttofare. Il Catania punta su calciatori che possono cambiare ruolo senza forzature eccessive. Maurizio Pellegrino, che prova e riprova in allenamento, ha una lista molto lunga sulla quale puntare. W CAPUANO. Pellegrino lo porta come esempio, ma non è certo l’unico: «Capuano centrale? Non è un ripiego e neanche un’emergenza estrema. Lo vedo bene in quel ruolo, anche se può coprire, ovviamente, la fascia sinistra, visto che è stato spesso impiegato come terzino. Ha esperienza, una volontà di ferro. In un campionato così difficile tornerà senza dubbio utile». – GYOMBER. Detto da Cosentino, ma soprattutto dall’allenatore: Gyomber, che nasce come possibile titolare al centro della difesa, potrebbe anche sostituire Peruzzi che in organico è l’unico terzino destro di ruolo (ma il Catania aspetta Mattiello, se la Juve dovesse sganciarlo dalla prima squadra). Anche in questo caso è un ruolo già ampiamente coperto nel recente passato. – RINAUDO. Potremmo accennare a tutto, persino alla «sorpresa» dopo averlo visto centrale della difesa nel corso dell’ultimo test amichevole. Rinaudo è un regista arretrato, può agire da interno sinistro, ma anche a destra. La soluzione difensiva non diverte Pellegrino: «Se dovessimo ricorrere a lui per coprire un ruolo nella retroguardia, saremmo in piena emergenza. Spero di non arrivare mai a questa decisione, anche se Rinaudo può davvero agire a tutto campo, in più ruoli». – LODI. Anche qui, scelte amplissime. Regista, più avanzato di Rinaudo, interno di centrocampo (contro l’Equipe Sicilia è partito da sinistra, per accentrarsi a un passo dal centravanti), uomo dell’ultimo passaggio nel 4-2-3-1. Lodi ha piede e corsa, volontà e movimenti. Se dovesse restare a Catania, il tecnico potrebbe – come dice lui – incastrarlo in una zona del campo che possa diventare conveniente. – MARTINHO. Un altro esempio di duttilità. «Sono un uomo di fascia sinistra. L’ideale sarebbe posizionarmi a centrocampo – ha detto il brasiliano Rapha Martinho nel corso di una intervista rilasciataci nel ritiro di Torre del Grifo – ma ho anche agito da attaccante in un tridente molto compatto, persino da terzino». I tifosi del Catania lo hanno ammirato solo in quest’ultima variante, visto che Monzon non era ancora al top della condizione fisica e, nel primo test, Capuano ha coperto la zona centrale, più spostato a sinistra. E, allora, ecco la soluzione di Pellegrino: «Martinho terzino è una soluzione possibile, ma con Capuano che s’allarga fino a coprire la fascia quando il brasiliano si sgancia».

Serie B: diaspora Catania, Lodi e Castro pronti a partire (Il Sole 24 Ore)

“Era inevitabile che sarebbe successo per qualcuno, ma sotto all’Etna non pensavano certo che ci fosse tutta questa voglia di fuggire. Il Catania, retrocesso la scorsa stagione dalla Serie A alla Serie B, sarà una delle favorite del prossimo campionato cadetto, anche se alcuni pezzi pregiati della rosa a disposizione di Pellegrino sono già partiti verso altri lidi, vedi Bergessio ed Izco, mentre altri hanno già le valigie pronte per far ritorno in Serie A, Lodi e Castro […]Oltre a Castro, Pulvirenti sta provando a resistere alla corte serrata che il Parma sta facendo per Francesco Lodi: il trentenne centrocampista, nella scorsa stagione, segnò quattro reti dividendole equamente fra Genoa e Catania. Se poi a questo si aggiungono le cessione a titolo definitivo di Maxi Lopez e Barrientos ed i rumors di mercato che girano attorno a Spolli (il centrale difensivo piace al Palermo) ecco che la risalita a vette più alte per gli etnei potrebbe risultare più complicata del previsto.


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