STAMPA- Catania fuori di testa e senza vergogna

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

CATANIA, rossi ma non di vergogna (La Sicilia 27 Dicembre 2014)

E’ il momento di cominciare a fare piazza pulita se si vuole evitare di arrivare ad una catastrofe

“Stesso discorso per Leto a Terni. Ah, l’argentino ci è ricascato ma visto che gli piacciono le cose sempre più difficili, eccolo cacciato dopo la sostituzione. Potremmo ironizzare dicendo che, dopo aver accettato il cambio, qualcosa doveva pur succedere. Così dopo i litigi con i tifosi, quelli con i tecnici, le espulsioni sul campo, mancava alla collezione di rossi anche quello subito in panchina. Ora non veniteci a dire che Leto ci tiene così tanto che anche quando è in panchina soffre, incita i compagni, non sta nella pelle. Per favore, prendiamoci in giro, ma non fino a questo punto. E che dire del senor Pellegrino? El tecnico che abla la stessa lingua della società, dunque, eccolo in sella di nuovo? Espulso pure lui. Ma dai, non si dovrebbe dare l’esempio in un momento in cui tutti quanti perdono la testa? L’allenatore finisce dietro la lavagna, così come i calciatori. Bell’esempio, davvero. Un esempio che era stato fornito da quell’altro cervellone di Chrapek, espulso per proteste, ma anche da quell’altro leader di Rinaudo. Leader? Nessuno lo è in questa squadra, men che meno gli stranieri che non hanno ancora capito il ritmo della Serie B. Solo Calaiò e Rosina possono camminare a testa alta. Perchè se uno come Rinaudo si fa cacciare per due ammonizioni talmente ingenue da farci trasecolare, come ci si può fidare di lui? Forse potremmo perdonare Spolli che ha beccato il rosso per un fallo di frustrazione, per un intervento di gioco molto duro. Ma prima ne era stato perdonato uno ad un avversario da fare rabbia. Cinque espulsi in un solo match. Siamo alla frutta, è il segnale di quanta confusione ci sia all’interno dello stanzone e nella gestione di un gruppo che sta per cambiare di nuovo allenatore e si prepara a un gennaio di grandi movimenti sul mercato.

Catania, ormai fuori di testa (La Sicilia 27 Dicembre)

Cinque tiri in 90 minuti contro i 13 degli avversari. Basta solo questo dato per comprendere quanto molle sia stata la pressione esercitata sulla trequarti avversaria. E, poi, basta. Per favore. Risparmiateci certi giocatori. Meglio un Primavera come Rossetti che si fionda negli spazi e ha un pizzico di amor proprio. Meglio lui che un Leto che ha fisicità e tecnica, ma fine a sé stessa: prende palla e non la passa perchè vorrebbe marcarsi anche la sala stampa (gli piacerebbe…) e finisce per perdere la padronanza dell’azione. Basta con gli aspiranti grandi come Chrapek, che perde la pazienza e si fa cacciare. Basta con gli Escalante, inadeguati per la categoria. Solo Sannino riusciva a trarre il massimo da questo ragazzo. Da due partite si è spenta la luce. Una partita nata subito male: beccato il gol, il Catania non ha reagito e nella ripresa non solo è capitolato altre due volte, ma ha perso la calma in campo e in panchina, ha subìto sempre la pressione per vie laterali, ma anche l’aggressività del centrocampo. Gregari del pallone, gli uomini di Foscarini, ma talmente umili (e ultimi) da correre, lavorare, senza innervosirsi. E, infatti, sono arrivati tre gol che hanno chiuso il match. Quando, poi, pensavano di esagerare, quelli del Cittadella hanno beccato il ritorno orgoglioso di Calaiò e di qualche Primavera […]La società, dopo le dimissioni alimentate ad arte di Beppe Sannino, ha deciso di riaffidare a Maurizio Pellegrino la squadra nella speranza, non dichiarata ma piuttosto chiara, di un’inversione di tendenza che si verificasse per la fortunata coincidenza di dovere affrontare per chiudere il girone d’andata, tre partite, due in casa (Brescia e Carpi) e una in trasferta, in casa dell’ultima in classifica (il Cittadella). La speranza era quella di vedere Pellegrino riuscire là dove non era riuscito Sannino, cioé fare bottino pieno in casa sommando anche punti importanti portati dalla trasferta. E’ facilmente immaginabile quali considerazioni sarebbero state tratte se il Catania in queste tre partite avesse fatto se non proprio bottino pieno, quei sette punti che avrebbero segnato quel cambio di marcia. Ma, davvero, sembra sempre più chiaro che questa squadra presenta una serie impressionante di deficit, di lacune, di mancanze, di approssimazione tecnica e caratteriale. E così Pellegrino nelle prime due delle tre partite che gli sono toccate, si è dovuto accontentare di un punto interno, quello contro il Brescia vicino al fallimento. Col Cittadella ultimo in classifica 3 gol e 5 espulsi. Forse sono record anche questi. Ma che tristezza.

Catania in crisi isterica, e domani arriva la capolista Carpi (Il Giornale di Sicilia)

“L’ultima trasferta, con sconfitta secondo tradizione consolidata, è stata addirittura devastante, non solo sul piano del risultato, ma anche per le conseguenze

“ La classifica è impietosa. Tra la capolista Carpi (domani di scena al «Massimino») e il Catania ci sono 19 punti di differenza. E ci sono tutti: la prima vola sicura e già ha fatto il vuoto alle sue spalle, l’altra è in caduta libera e si ritrova ad appena due lunghezze dal terzetto delle ultime, Cittadella, Varese e Latina. L’ultima trasferta, con sconfitta secondo tradizione consolidata, è stata addirittura devastante, non solo sul piano del risultato, ma anche per le conseguenze […]Oltre alla lunghissima lista di infortunati, una decina, bisogna aggiungere, quindi, tra gli indisponibili anche questi «fantastici» quattro sanzionati dal giudice sportivo. L’organico a disposizione di Maurizio Pellegrino, e prima di Peppe Sannino, sembra più la formazione Primavera rinforzata con qualche elemento della prima squadra.