STAMPA – Catania, troppo nervosismo

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Una tempesta di cartellini per giocatori troppo nervosi (La Sicilia 31 Agosto 2014)

“Un po’ perché si voleva fare bene, un po’ perché ci si è ritrovati di fronte un arbitro dal cartellino fin troppo facile: a guardare la lista degli ammoniti e degli espulsi del Catania sembra quasi che la squadra di Maurizio Pellegrino abbia giocato più a «calci» che al calcio. Non è andata esattamente così e forse, a fronte di qualche “giallo” meritato, ce ne sono altri che potevano essere risparmiati ai ragazzi in maglia rossazzura. Che però, ripetiamo, non è che abbiano aiutato l’arbitro a… rimanere calmo. Forse il fiato non lungo quanto servirebbe in occasioni del genere e poi, perché no, la voglia di fare bene e di conquistare la prima vittoria. Quella voglia poi diventata frustrazione in occasione dell’espulsione finale – anzi, dopo il triplice fischio – di Emanuele Calaiò. Così come una manciata di secondi dopo la conclusione del primo tempo il signor Minelli da Varese era stato un po’ troppo sollecito ad ammonire capitan Spolli per le proteste conseguenti al fallo fischiato al Lanciano, per una punizione da posizione pericolosa che poi Mammarella ha mandato ad infrangersi sul palo.

L’arciere generoso e quel “colpo” finale (La Sicilia 31 Agosto 2014)

“La freccia o l’uppercut? L’arciere o il pugile? Due versioni di Calaiò nella stessa partita ed è inutile chiedere quale preferite…. Nella giornata del debutto con secchiata di ghiaccio “incorporata” è certamente quella del tiratore scelto ad andare per la maggiore: l’uomo che infiamma le folle mandando il pallone in fondo al sacco e che poi mima il gesto di chi scaglia i dardi sapendo esattamente dove indirizzarli. E la sensazione – che poi, vista la carriera del ragazzo, è ben più che una sensazione… – è che Emanuele Calaiò conosca davvero l’arte dell’utilizzo di arco e frecce. Ma non soltanto. Perché ieri il neo centravanti rossazzurro ha dato sfoggio anche di altri colpi: “tacchi” eleganti, controlli acrobatici, dribbling brucianti, assist al centimetro…. Roba che, se riproposta con costanza, servirà, eccome, alla squadra etnea. Certo, poi nel finale c’è stato quel brutto episodio del colpo al diretto avversario durante un’azione di gioco e del parapiglia a centrocampo. Lo definiamo “episodio” perché è lecito sperare che resti tale: il Catania non può permettersi, al di là di quelle che possano essere le alternative, il rischio di rimanere a lungo senza il suo attaccante principe nella corsa verso la Serie A


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