STAMPA – Come rilanciare il Catania (e riaccendere Pulvirenti)

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Catania, lascia o raddoppia (La Sicilia 28 Ottobre 2014)

Dopo l’appello alla vigilia della sfida con il Vicenza il presidente spera in una replica di squadra e tifosi

“E’ stato il primo dei due test ravvicinati per i rossazzurri che non devono sbagliare più niente per cominciare a cancellare tutte le brutte cose e le pessime impressioni di questi mesi e far capire che è capace di fare ben altro, le cose giuste al posto giusto al momento giusto. Contro il Vicenza il presidente aveva chiesto di potere giocare la partita tutti insieme, società, squadra e tifosi. E’ andata com’è andata, nel senso che i tifosi la partita se la sono giocata come sanno e come fanno quando vogliono, cioè da soli e, soprattutto, a prescindere. Tifo, sostegno, cori, mugugni, insofferenza, proteste, fischi, boato da gol, ma senza eccedere, perché se la vittoria serve, e serve, non basta questa fiammata per convincere che il peggio sia passato. C’è stato di tutto, dunque, ma il presidente, probabilmente, di più non s’aspettava. Né di meno. Voleva solo quel minimo di conciliazione iniziale, far vedere ancora una volta alla squadra che i tifosi ci sono, non disertano, non abbandonano il Catania, ma che loro, che oggi sono un pezzo di Catania, quel sostegno, quel valore, quella capacità che ha il pubblico rossazzurro di condividere le battaglie più difficili devono conquistarselo.

Un vulcano spento (BlogTaormina)

“ Sarebbe una storia amarcord, un qualcosa da vecchia storia del calcio. Forse un giorno si parlerà del vulcanico presidente del Catania e del suo modo di vivere le partite. Probabilmente non trascorrerà ancora molto tempo, considerando che quell’enfasi è svanita almeno dalla scorsa stagione calcistica. Sembrano trascorsi anni dalle esternazioni di Pulvirenti contro gli avversari in campionato. Contro la Juventus si erano verificati gli scontri epici: «Il nostro gol, regolare, è stato annullato dalla panchina della Juventus… Oggi abbiamo assistito alla morte del calcio», aveva tuonato il presidentissimo dopo la sconfitta del Catania contro i bianconeri. Non contento aveva aggiunto: «E’ il terzo episodio che ci capita dopo Parma e dopo l’Inter, avete visto cosa è successo. E poi sette ammoniti, quindi l’espulso era nell’aria. Cosa dovremmo fare? Continuare a partecipare o dobbiamo assistere passivamente a queste cose? Ci sono sette arbitri». Al di là delle prese di posizione di Pulvirenti contro la Juventus, la domanda è: che fine ha fatto il combattivo presidente del Catania? Contro il Vicenza è tornato in panchina, ma per tornare a essere quello di un tempo servirà fare qualcosa in più. Balletti, insulti all’arbitro e alle squadre avversarie mancano al circo del calcio italiano. Perché dobbiamo privarci anche di un simile divertimento? Al momento più che il vivace monte Etna sembra il dormiente Vesuvio.


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