STAMPA – Cosa manca, cosa serve

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Due partite disarmanti (La Sicilia 03.02.2014)

“Senza Gonzalo, senza Castro, senza Barrientos in attacco si piange davvero e nemmeno gli ingressi nel finale di Fedato e Leto hanno fornito qualche sussulto. Pochino davvero se al tutto si aggiunge la difficoltà organizzativa del gioco con un centrocampo in panne. Ma nonostante i mille problemi di questa stagione, riesce sempre difficile poter immaginare che questo sia il vero Catania, che ci si possa rassegnare. E se le luci sono spente in casa rossazzurra c’è da aggrapparsi alla speranza che altri lasciano alla squadra di Maran. Così in coda il Bologna si prende un punto a Verona e il Livorno pareggia in casa con il Napoli, per cui la situazione resta pressochè invariata. Certo se si pensava che il Cagliari potesse essere trascinato nella lotta per non retrocedere c’è da ricredersi perché ieri i sardi si sono presi tre punti di vitale importanza con l’Udinese e saranno sabato al Cibali con un vantaggio discreto sulle pericolanti. Spetta al Catania ritrovare una vittoria determinante che possa incidere in maniera determinante sulla lotta-salvezza, magari rimettendo il pepe nella coda agli stessi rossoblù di Sardegna. Per farlo occorre il Catania migliore, quello che non può fare a meno di Barrientos e Almiron e che ritrovi anche negli altri quel pizzico di verve per riprendere una corsa ancora aperta.

Occorrono undici leoni con il sangue agli occhi (La Sicilia 03.02.2014)

“Come sette giorni fa, né più, né meno. La vis pugnandi, la cattiveria giusta per lottare con il coltello fra i denti, non c’è in questo Catania. Risultato? Due sconfitte di fila nelle ultime trasferte, zero gol all’attivo e quattro al passivo. E, purtroppo, le partite ancora da disputare diminuiscono, così come dice lo stesso tecnico rossazzurro Maran. L’involuzione mentale – nonostante le assenze pesanti di ieri a Marassi, dove l’intero attacco etneo ha dato forfeit, vuoi per squalifica (Bergessio), vuoi per infortunio (Barrientos e Castro) – è troppo evidente, anche sin troppo. Com’è possibile che una squadra come il Catania, in una situazione di classifica deficitaria, riesca a perdere la maggioranza dei contrasti, che arrivi sempre in ritardo sulle seconde palle, che non riesca a sfruttare le due fasce laterali, che giochi sul campo con distanze troppo ampie fra reparto e reparto? Eppure, la squadra rossazzurra è capace di evitare questi handicap, almeno teoricamente, a meno che la paura di perdere o di sbagliare non abbia il sopravvento, frenandone il gioco: l’ipotesi più verosimile. Il gioco moderno è basato essenzialmente sul pressing alto, da portare sul portatore di palla degli avversari e certi sincronismi devono essere registrati: ecco perché è indispensabile accorciare la squadra al massimo, giocando su un fazzoletto di terreno, proprio per sbagliare il meno possibile e rischiare poco. Se, invece, non ci riesci, cercando il lancio lungo, con il pallone facile preda degli stessi avversari, hai voglia di dannarti l’anima e, alla lunga, arriva pure il nervosismo o, peggio ancora, la sfiducia in te stesso. Esattamente quello che è capitato ieri, a Marassi, al Catania: squadra slegata, incapace di sfruttare le due fasce – se non nei primi minuti del match – con l’atavico difetto, ancora una volta: nessuno è portato a saltare l’avversario, ubriacandolo con un dribbling. I risultati, quindi, sono sotto gli occhi di tutti, anche perché manca la carica agonistica giusta, quella che a volte fa pure il miracolo. Allora, bisogna arrendersi? No, assolutamente no, non avrebbe senso tirare i remi in barca quando ancora ci sono 36 punti in palio: in questa stagione con 34-35 punti si è salvi, secondo gli esperti. Al Catania servono, quindi, 15-16 punti per centrare l’obiettivo. Sarebbe un miracolo, ma occorre tentarci, a cominciare da sabato prossimo, quando al Massimino sarà di scena il Cagliari


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