STAMPA – Credere nei miracoli della matematica

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

MIRACOLO DI S. AGATA O AFFIDARSI ALLA SPERANZA (La Sicilia 18-03-2014)

“Ottimisti per natura o pessimisti? In una situazione come quella che vive il Catania, non può essere diversamente. Ieri mattina, in una città illuminata e riscaldata da un sole tipicamente primaverile (finalmente), non si parlava d’altro nei bar o nei chioschi. Il Catania può ancora salvarsi o è ormai spacciato, perché la B è veramente dietro l’angolo? Le solite chiacchiere da bar dello sport, insomma, anche se la gravita sociale del momento in un Paese come l’Italia, distrutto o quasi dalla crisi economica, porta ad altri tipi di discorsi. Ma, si sa, il calcio ha un potere tutto particolare, perché in Italia esistono quasi sessanta milioni di commissari tecnici, per cui il mondo della pedata ha sempre la funzione di fare da collante, in ogni caso, fors’anche più dei social network, perché parlare di presenza ha un fascino maggiore che digitare dietro un computer. Allora, questo Catania deve ormai rassegnarsi? I numeri dicono di no, perché ci sono ancora dieci partite da disputare e, in questa stagione, quasi sicuramente non serviranno i classici 40 punti per centrare la matematica salvezza. Calendario alla mano, in base agli scontri diretti (una delle noti più dolenti del Catania, già in svantaggio contro Livorno e Sassuolo), 33 o, al massimo, 34 punti dovrebbero essere sufficienti per restare in… vita. Quindi, al Catania servirebbero 13 o 14 punti per raggiungere il traguardo, altrimenti la Serie B diventerebbe realtà. Sul piano matematico, 13 o 14 punti su 30 si possono fare. Senonché tutto dipenderà dalla luna dei rossazzurri, se sarà storta o meno. Alla ventottesima giornata di campionato non c’è possibilità di essere smentiti: il vero problema di questo Catania è psicologico, perché è la mancanza di autostima che blocca i rossazzurri, la paura di sbagliare e perdere, oppure il considerare chiusa una partita, pensando di avere già i tre punti in tasca. E, poi, c’è il brusco risveglio della cruda realtà, ovvero della sconfitta, così com’è accaduto a Reggio Emilia, contro il Sassuolo.

LA DISPERATA PARTITA A RISIKO DEL CATANIA CON QUEI POCHI… CANNONCINI RIMASTI (La Sicilia 18-03-2014)

“Avete mai giocato a “Risiko”? Quel mitico gioco da tavolo di fanta-guerra che ha riempito tante serate della nostra gioventù? Un gioco fatto di strategia, intelligenza e una buona di dose di fortuna nel quale all’inizio della partita ognuno dei giocatori “pesca” una carta che fissa un obiettivo preciso da raggiungere. Chi ci riesce per primo vince la partita. E, se ci avete mai giocato, vi sarà capitato di trovarvi, dopo qualche ora di battaglia con in mano solo una manciata di “cannoncini” da buttare nella mischia per cercare di “distruggere le armate nere”. Impresa quasi impossibile, magari perché proprio le “armate nere” a quel punto della partita erano le più forti e sembravano invincibili. Scusando la digressione giovanilistica, la situazione del Catania assomiglia un po’ a una partita di “Risiko” che ormai sembra irrimediabilmente perduta ma che comunque va giocata fino alla fine. Fino a quando si ha in mano un solo “cannoncino” si deve andare all’attacco. Bisogna provarci. Bisogna combattere. Bisogna giocare e crederci. A guardare la classifica c’è da farsi venire… la depressione, è vero. Dopo avere rialzato la testa e avere lasciato l’ultimo posto in classifica, tutti abbiamo creduto, sperato, pregato, che il peggio fosse davvero passato, che il cammino dei rossazzurri si fosse davvero tramutato in una trionfale cavalcata verso questa benedetta salvezza. E invece no. Sprecata l’occasione di fare fuori due avversari diretti nella lotta per non retrocedere come Chievo e Sassuolo e falliti gli appuntamenti di Marassi col Genoa e al Massimino con il Cagliari (in questo caso anche per un po’ di sfortuna, qualche errore di troppo e un paio di disgraziati pali), eccoci di nuovo ultimi, tristi e a capo chino.

Serie A, finché matematica non ci separi… (La Sicilia 18-03-2014)

Cambiare marcia. Per riuscire nell’impresa serve accelerare subito

“Finché la matematica non ci condanna…. E’ la frase più brutta da sentire pronunciare a un tifoso di qualunque squadra e di qualunque categoria. Oggi tocca ascoltarla dalla gente di Catania. Perché è innegabile che la sconfitta di Sassuolo assesta un colpo terribile alle speranze nutrite da questa squadra e da questa società di salvare un campionato disgraziato di sicuro, ma in cui sono stati commessi errori a non finire, anche quando il tempo per rimediare ai rovesci del destino c’era ancora tutto; così come è pure innegabile – e qui entriamo nel dettaglio – che la matematica non ha ancora espresso il suo verdetto finale. Là dove il nostro «ancora» ha un significato ben preciso anche alla luce del fatto che la squadra etnea incontrerà nelle prossime due giornate di campionato Juventus e Napoli, ma è pure vero che il calcio ha dimostrato di essere tutto fuorché una scienza esatta e se il presidente Pulvirenti – forse per follia, forse per disperazione, forse perché ancora vede margini che noi umani non riusciamo a intravedere – si prende la briga di mandare il gruppo in ritiro e di chiedergli un surplus di fatiche per provare a mettere alle corde, nei prossimi dieci giorni, due delle squadre più forti di questo campionato (una, la Juve, è certamente la più forte), beh, non resta che mettersi a studiare il calendario e sperare che Pulvirenti abbia ancora una volta ragione e che siamo noi a non saper guardare al di là del nostro naso.


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