STAMPA – CT: “Progettualità e credibilità”

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Pulvirenti: «Una società modello diventa volano anche per l’economia» (La Sicilia 29-01-2013)

“«Bilanci a posto, staff affiatati, cura del settore giovanile e Torre del Grifo centro nevralgico per la nostra azione»

“Ma sì, un favore alla Juventus si potrebbe anche fare. Scusi, in che senso? Il presidente Nino Pulvirenti, a Radio anch’io sport, risponde alle solite domande del solito calcio, dei soliti luoghi comuni. E gli tocca rispondere, più o meno, secondo una consuetudine, uno stereotipo inevitabile anche perché le acque sono già state così agitate… «Giochiamo a Napoli, sì, se dovessimo fare risultato faremmo un favore alla Juventus visto che le due squadre sono in lotta per lo scudetto. A noi, veramente, interessa giocare al San Paolo per la nostra classifica, se dovesse anche risultare un favore alla Juventus che volete che vi dica, glielo faremo volentieri». Basta con ‘sta polemica, con la Juventus, per carità, basta. Qui c’è il presidente della settima società di calcio d’Italia, dice la classifica, qui si sta scrivendo ogni giorno la storia del calcio rossazzurro, una nuova era dopo quella, eroica e gloriosa, che fu. Pulvirenti è orgoglioso, poi, di quella elezione al Consiglio federale. «E’ un riconoscimento, direi, toccato a me, ma che è frutto di quel che questa società ha saputo realizzare, del consolidamento che si è saputa dare ai vertici del calcio nazionale, della sua credibilità che è cresciuta. Della stabilità e della trasparenza dei bilanci. Del fatto di non essere mai stati sfiorati da quelle odiose questioni extracalcistiche legate a scommesse e altra roba del genere. Sì, direi proprio orgoglioso, da presidente del Catania, da catanese». Lo stile Catania? Eccolo qua: in classifica dietro le corazzate che spendono quattrini a palate, un organico con almeno cinque o sei pezzi che mezza Europa vuole, un settore giovanile che s’è guadagnato stima e apprezzamento generali. E, prima di tutto e al servizio di tutto ciò, un centro sportivo che in Europa pochi ce n’è. «Vero, di questa nostra cittadella andiamo fierissimi, perché rappresenta il vero salto di qualità, il valore aggiunto, il centro nevralgico non solo della nostra attività sportiva, non solo dei servizi che la società garantisce ai suoi tesserati, dalla prima squadra alle giovanili. Torre del Grifo, se vogliamo provare a spiegare che cosa significa questo Catania per il tessuto del territorio, è anche un volano per il sistema economico». Spiega Nino Pulvirenti che, a differenza di tutti gli altri centri sportivi, anche quelli più nuovi, il Catania ha avuto l’intelligenza e la lungimiranza di non far nascere una cittadella blindata o off limit per la squadra di calcio, ma un centro aperto a tutti. La traduzione immediata e la più interessante sotto il profilo economico, sta nei numeri che oggi, tra occupati diretti e persone che frequentano Torre del Grifo, Pulvirenti può vantare.

«Credibilità sportiva e manageriale così il Catania oggi è un’eccellenza» (La Sicilia 29.01.2013)

“Il prof. Giuseppe Caruso: «Investimenti mirati hanno garantito un percorso di crescita costante»

“IL FENOMENO ROSSAZZURRO VISTO DA UN ECONOMISTA

“Per realizzare un centro sportivo da 60 milioni non basta solo sperare di rimanere in Serie A, bisogna sapere programmare

“Catania di fenomeni o fenomeno Catania? Invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia. Anzi. Ed è un prodotto con un bel segno “più” che inorgoglisce i tifosi per la splendida classifica e incanta gli economisti. Alla faccia della tanto declarata e spesso odiata “spending review” tanto di moda in questo periodo. Il Catania Calcio oggi è un prodotto positivo a tutto tondo. Vincente sul campo e non solo. I bilanci, infatti, continuano a essere positivi e grazie a una gestione mai approssimativa punta a incrementare fatturati e investimenti. Il binomio positivo calcio-economia, dunque, è una realtà. Vera, tangibile. Un merito in più per la società rossazzurra che oggi, dopo la vittoria sui viola dell’ex Aeroplanino, si gode il ruolo di possibile guastafeste delle… nobili “sette sorelle” del calcio italiano. Il professore Giuseppe Caruso, coordinatore del master in Management sportivo presso il Dipartimento di Economia e Impresa di Catania non ha dubbi: «Quello che oggi sta facendo il Calcio Catania è sotto gli occhi di tutti, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche per ciò che attiene all’indotto economico che lo circonda. A questo proposito è bene sottolineare che tutte le scelte fatte finora dalla società in termini di investimenti extrasportivi hanno privilegiato il territorio. Come la costruzione del centro sportivo di Torre del Grifo: il club rossazzurro non ha solo realizzato un nuovo e moderno centro per gli allenamenti con spogliatoi e palestre all’avanguardia, ma ha creato strutture e servizi che potessero coinvolgere e abbracciare la città aprendo la struttura al pubblico. Non solo. Di recente è stato anche completato e avviato nella stessa sede il centro polidiagnostico di fisioterapia convenzionato con alcuni dei principali centro medici cittadini». «È stata dunque messa in atto – spiega il prof. Caruso – una serie di attività (sportive e non solo) nell’ottica di mantenere vivo il rapporto società con la “s minuscola” (il Calcio Catania) e la Società con “S maiuscola” (la città) creando economia»

NODO-STADIO PRELIMINARE DETERMINANTE (La Sicilia 29.01.2013)

“L’attuale settimo posto in classifica, una brillante tesi di laurea magistrale (di Ettore Marletta) discussa nella scorsa sessione, l’incontro di Sergio Gasparin con i miei studenti, la tesi di triennale (di Michelangelo Romano) discussa proprio oggi alla seduta di laurea di Economia Aziendale mi offrono la preziosa occasione per riflettere sulla valenza strategica di una presenza del Calcio Catania in Europa. Importante per i tifosi, affettivamente legati alla squadra; ancor più rilevante per il territorio e la Sicilia, per le ricadute economiche che ne conseguirebbero. Abbiamo studiato il modello di business del Catania. Assomiglia a quello di altre squadre medio-piccole (Cagliari, Fiorentina, Palermo, Parma e Udinese) col vantaggio che la società di Pulvirenti è più redditizia delle consorelle. E’ un modello che, con qualche adattamento, si presta bene a sostenere una eventuale partecipazione in Europa League. Gli elementi ci sono tutti: il centro sportivo Torre del Grifo, l’internazionalizzazione nello scouting dei giocatori, il progetto del nuovo stadio in città, l’attenzione al settore giovanile. Con l’arrivo di Sergio Gasparin la società ha rafforzato la propria credibilità, sta crescendo a livello federale ed assumendo un assetto più manageriale. Se i risultati sul campo dovessero confermare fino alla fine il buono stato di salute della squadra allenata da Rolando Maran, bisognerà lavorare ad un progetto Europa. Subito c’è il nodo dello stadio, preliminare a qualsiasi sogno di grandezza. Il Cibali non è ancora omologato rispetto agli standard europei; per lo stadio nuovo ci vorrà ancora qualche tempo. Se il Catania, come è prevedibile, dovesse giocare fuori dalla Sicilia, le possibili ricadute saranno a beneficio di altri territori. Sì, parliamo di ritorni in termini di flussi turistici addizionali – le trasferte dei tifosi delle squadre ospiti, specie se si dovesse accedere ai gironi, dopo le fasi preliminari di Europa League. A


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