STAMPA – Doppia faccia della crisi

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Le due facce di una crisi annunciata: stelle e stalle del Catania (TMW)

“Già, la rosa è conosciuta bene dal tecnico; il problema è che Maran deve far fronte a tre cessioni molto importanti, che impoveriscono nettamente la squadra di un giocatore per reparto. Se ne vanno così Marchese e Lodi (direzione Genoa) e Gomez (Metalist); in particolare il Catania si ritrova senza il faro del gioco (nonché uomo pericolo su tutti i calci piazzati) e l’elemento più tecnico dell’attacco. Senza ricambi all’altezza, la squadra già dall’avvio del campionato mostra molte lacune. Così la dirigenza decide di mandare via proprio Maran: viene bocciato il fautore del miracolo sportivo di appena pochi mesi prima, colui che per la prima volta poteva dare continuità a due stagioni e garantire comunque una certa tranquillità nonostante l’inizio. Ci sono così tre cambi allenatore in totale (De Canio, ancora Maran e infine Pellegrino), ma la crisi non accenna a passare nonostante il ritorno di Lodi. Lo stesso centrocampista appare appannato dopo 6 mesi in naftalina al Genoa, e da solo può fare poco. Adesso la squadra, ad un passo dalla retrocessione, può cominciare a pensare ad un futuro in Serie B (nel qual caso verrebbe scelto un tecnico molto esperto). È anche vero che forse il Catania è mancato anche a livello societario (Lo Monaco aveva lasciato un certo vuoto due anni fa, i cui effetti forse ci hanno messo un po’ palesarsi; inoltre l’anno scorso è arrivata una nuova rivoluzione con gli addii di Gasparin e Salerno). Il tutto sulle spalle di una squadra già indebolita dal mercato, il cui tecnico ha goduto di troppa poca pazienza nei suoi confronti. Con questi presupposti forse era anche difficile fare meglio.


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