STAMPA – Due squadre in difficoltà

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Catania-Parma 0-0: etnei in difficoltà, ducali sfiorano il colpo grosso (Tg Com)

“Primo punto in campionato per i padroni di casa, ma sono gli ospiti ad accarezzare il sogno vittoria nella ripresa. Male Cassano, Amauri in crescita

“Nella gara della paura, un punto in due dopo tre gare, Catania e Parma non si fanno male (0-0). Al Massimino, sul quale si abbatte una pioggia insistente che inzuppa il manto erboso, il primo tempo è di una noia infinita. Pochi sussulti, poco Catania, poco Cassano. E fischi sui siciliani. Ripresa di netta marca ospite. Amauri prima e Acquah poi hanno la chance per passare, ma l’urlo è strozzato in gola. In mezzo ci prova Plasil. Solo un brivido […] Il Parma capisce che può osare e nella ripresa getta nella bagarre Palladino al posto di uno smarrito Cassano. Il coraggio di Donadoni e la giusta lettura delle paure siciliane sono premiate dal responso del campo. Il Parma, che si era preso il campo già nel primo tempo, mette le mani sulla partita e minaccia con una certa continuità l’equilibrio titolato sul tabellone. Il più pericoloso è sempre Amauri che nel traffico (e nell’acqua) della difesa catanese prova due volte la rovesciata. Marchio prediletto. Stavolta, però, non va. Pochi minuti e dal repertorio del passaportato italiano esce pure il dribbling secco. Uno è spettacolare e serve il miglior Andujar per evitare il vantaggio ospite. Il valzer di cambi non intacca le gerarchie nate e imposte sul green. Il Catania sembra sul punto di alzare la bandiera bianca e piegarsi alla altrui supremazia territoriale ma ha un sussulto nel finale quando, al termine di una insistita azione personale, Plasil quasi lecca il palo alla destra di Mirante. La fiammata non brucia e ad appiccare le fiamme del rischio è anzi il Parma che a una manciata di minuti dal triplice fischio ha una chance colossale. Acquah, devastante, si infila nel corridoio, rientra su Legrottaglie e spara a botta sicura. Sembra fatta, ma il difensore ha il classico colpo di reni e fa muro da terra. Solo un brivido. Passa subito. Non i fischi di fine partita che piovono a dirotto sul Catania. Classifica mossa. Ma il mare, in terra etnea, lo è molto di più.

La fotografia di due squadre in difficoltà (La Gazzetta dello Sport)

“In Sicilia partita brutta: squadre coperte, mischie, agonismo e lanci lunghi. Ma niente spettacolo. Un’occasione per parte nel secondo tempo: un destro di Amauri parato da Andujar e una conclusione appena larga di Plasil

“C’è un motivo per cui la loro classifica è già preoccupante, pur essendo solo a inizio stagione. Catania e Parma lo fanno vedere in 90′ poco esaltanti, ecco, per usare un eufemismo. Squadre schierate molto chiuse nei primi 45′, poi la stanchezza, causata anche dal campo inzuppato d’acqua, più che da un aumento di ritmo o di qualità, apre qualche spazio in più. Ma per far gol bisogna tirare in porta, con una conclusione pericolosa per parte era difficile pretendere un tabellino con dei marcatori. Insomma, mancano qualità e gioco. L’agonismo c’è stato, ma a questo livello ci mancherebbe anche il contrario. Insomma uno 0-0 che ha fatto rimpiangere un pomeriggio al cinema, in alternativa alla partita […] Nel secondo tempo Donadoni inserisce Palladino per un Cassano svogliato oltre che inefficace. Il primo tiro in porta da raccontare arriva al quarto d’ora della ripresa: un destro potente ma centrale di Amauri, respinto da Andujar. Il Parma si fa preferire, adesso, sembra più fresco, e almeno abbozza qualche verticalizzazione, soprattutto in contropiede. La replica del Catania è griffata Plasil, il diagonale destro del centrocampista della Repubblica Ceca finisce appena largo. Mischie e lancioni si susseguono fino al 94′. Ma finisce 0-0. Si può, e si deve, fare di più.


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