STAMPA – E’ ancora SCANDALO#1

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Allora Moviola (Gazzetta dello Sport – Prima pagina)

“Per evitare altri casi come quelli di Catania converrebbe introdurre l. instant replay per fuorigioco, condotta violenta e gol fantasma

“Mentre l’arbitro Gervasoni febbrilmente discute col guardalinee Maggiani la dinamica che ha portato al gol di Bergessio, i giocatori della Juve, che stanno assediando a gran voceMaggiani, nonpossonoavere certezze.Ma pochi secondi dopo la decisione di annullare esattamente 19 in base ai calcoli di Sky, che manda il primo replay unminuto e 3 secondi dopo il gol la verità comincia a diffondersi nello stadio Massimino. Igiocatori inpanchina la apprendono dai giornalisti che curano il bordocampo, e ovviamente ne informano subito i compagni: a urla furiose i catanesi, con cenni discreti gli juventini.

«C’è troppa pressione su di noi e Braschi Ci sentiamo assediati» (La Gazzetta dello Sport)

“Il presidente bianconero: «A Catania insultati i nostri dirigenti» Annullata la conferenza stampa di Alessio, il vice di Conte

“Juve non ci sta. E respinge ogni accusa difendendo la legittimità delle sue vittorie, il primato in classifica e una gestione societaria assolutamente limpida. Le polemiche seguite al discusso successo di Catania hanno indispettito la società perché sono andate ben oltre l’episodio incriminato. Insomma, secondo la Juve il gol annullato a Bergessio è diventato il pretesto per un attacco gratuito, soprattutto in una giornata in cui molte altre partite sono state decise o pesantemente condizionate da errori arbitrali. In Corso Galileo Ferraris si fa notare che il Catania è stato penalizzato anche a San Siro contro l’Inter (rigore negato sull’ 1-0 a pochi minuti dalla fine), ma che in quel caso la decisione arbitrale è stata accettata senza polemiche. E allora i dirigenti si chiedono come mai quando un fischio sbagliato avvantaggia i bianconeri le reazioni siano diverse e veementi. La Juve, poi, ricorda anche che nel campionato scorso il famoso gol di Muntari ha fatto passare in secondo piano i tanti rigori non concessi alla squadra di Conte. E adesso la società non tollera che vengano riportati a galla i fantasmi del passato solo perché per la seconda volta in pochi mesi (prima Muntari, poi Bergessio) l’errore arbitrale non è una semplice questione di centimetri

Idea Pulvirenti: «Rigiochiamo la partita» (La Gazzetta dello Sport)

“Il presidente del Catania: «Inaudite le loro proteste. Ma il quarto uomo ha espulso me»

“Il patron rossazzurro è tornato nuovamente sull’atteggiamento della panchina bianconera sempre in occasione dell’1-0 annullato a Bergessio: «Inaudito, mai visto niente di simile.Aparti invertite ci avrebbero espulso tre giocatori della panchina. Avevano preso la decisione giusta, e questa è la cosa che fa più rabbia. Poi Maggiani ha indotto l’arbitro a sbagliare. La sudditanza psicologica è palese. Il quarto uomo non si accorge di nulla pur essendo vicino, cinque minuti dopo vede me da quaranta metri che applaudo e giustamente mi butta fuori. Allora il regolamento lo conosce, ma non vale per tutti». Secondo Pulvirenti la conferma della sua teoria arriverebbe da una pagina facebook a nome Luca Maggiani con lo stemma della Juve, circostanza poi smentita dall’Associazione arbitri. «A questo punto mi aspetto che il guardalinee denunci il fatto alla polizia postale — ha chiosato Pulvirenti — così sapremo in tempi brevi chi ha messo le sue foto e “postato” il resto sul sito

«A Catania viste cose assurde Ora mi attendo unagaracorretta» (La Gazzetta dello Sport)

“«Il 2006, una macchia spaventosa che nessuno vuole rivivere. Ma questa Juve è diversa»

“Massimo Moratti a quel punto imbraccia il lanciafiamme con la destra e l’idrante con la sinistra. Ma di fatto, tra una bastonata e una carotina, accende Juve-Inter. «La gara di Catania un po’ di impressione l’ha fatta, ma non vorrei acuire la già non grande simpatia tra le due tifoserie per evitare cose pericolose – attacca -. Ci hanno pensato i giornali a sottolineare questa cosa assurda. Potrebbe venire voglia di evidenziare le colpe della Juve per questo doppio, triplo errore, ma siamo reduci da un’esperienza terrificante per tutti. Una macchia spaventosa, quella del 2006. E non credo che nessuno abbia voglia di tornare in quel clima. Anche perché sono convinto che la nuova società bianconera non si sia riorganizzata con quel sistema. Ciò che conta è che le cose siano state fatte per errore e non per altre ragioni – prosegue Moratti -. Questo è un problema di arbitri e guardalinee, perché sul gol annullato al Catania si sono messi in quattro a dire la loro in 40 secondi.

Maggiani, il web e lo stemma Juve: è giallo (La Gazzetta dello Sport)

“L’Aia: «La pagina Facebook non è sua».Mail guardalinee sapeva? E intanto sarà fermato un mese

“Sui fuorigioco sbagliati di Catania: «Sono errori, ma io mi sento sereno»

“Se davvero Maggiani non è il titolare del profilo, chi altro può aver creato il cyber- caos? E Maggiani, visto il contenuto personale di foto e info, era a conoscenza del profilo? (Se si, non ha comunque alcuna colpa). 1) Può essere stato un conoscente del guardalinee, magari un giovane collega della sezione di La Spezia, che in buona fede ha montato il pasticcio. Versione che spiegherebbe l’inserimento di informazioni personali e delle foto posate. 2) Chi ha creato il profilo di Maggiani non è un conoscente dell’assistente ma un internauta che ha raccolto in rete info e immagini e che ha poi maliziosamente inserito la foto del logo juventino (poi sparito). Versione che spiegherebbe la non-chiusura dell’intero profilo: qualcuno evidentemente si diverte a tenerlo acceso. 3) E se l’hacker fosse Bergessio?

Replay immediato per il fuorigioco, condotta violenta e il gol fantasma (La Gazzetta dello Sport)

“Proposta per evitare altri casi Catania-Juve: gli arbitri non sarebbero più gli ultimi a sapere

Ma Abete frena: «Irreale parlarne» (La Gazzetta dello Sport)

“Favorevole invece Lotito: «È indispensabile» E Allegri stuzzica: «Per noi è meglio il time out»

“Ma gli arbitri hanno bisogno della tecnologia? «Finché le regole sono queste dobbiamo attenerci a queste regole — ha detto Robert Anthony Boggi, candidato alla presidenza dell’Aia —. Se ci dovesse esserci l’aiuto della tecnologia bisognerà decidere bene come usarla. Anche a parti invertite, secondo me, quel gol sarebbe stato annullato». Un suggerimento invece arriva da Massimiliano Allegri: «Non intervengo sugli arbitri, dico solo che si è potuto perdere un minuto a Catania allora possiamo introdurre il time out, che magari serve di più all’allenatore ».

Gli errori di Catania e i soliti sospetti (La Gazzetta dello Sport)

“Gli errori di Catania hanno fatto il giro del mondo, come si vede da questa lettera che arriva dall’Oman e sintetizza il pensiero di molti, non juventini ovviamente. L’assistente Maggiani ha sbagliato due volte e sia il presidente dell’Aia, Nicchi, sia il designatore, Braschi, lo hanno onestamente riconosciuto. Ma fermiamoci qui, per favore, perché i sospetti a mente fredda sono più gravi dei fischi sbagliati a caldo.

Agnelli: «Anormale l’assedio alla Juve» (La Sicilia)

“«Trovo assolutamente anormale e atipico questo stato di quasi assedio alla Juve». Andrea Agnelli para così le critiche e le insinuazioni che hanno colpito il club campione d’Italia il giorno dopo il gol annullato al Catania. «La Juve – sottolinea il presidente bianconero – ha dato una testimonianza di assoluta professionalità, ha riconosciuto subito l’errore arbitrale. Ciò che fa riflettere è l’atteggiamento che abbiamo ricevuto prima, durante e dopo la partita, un duro accanimento contro i dirigenti, che hanno dovuto lasciare la tribuna insultati da prima della partita, quindi prima del fatto». Agnelli evidenzia questi concetti al termine di un day after in cui il fuoco delle polemiche non ha accennato a placarsi, rinvigorito dalla richiesta del presidente catanese Pulvirenti di rigiocare la partita (ipotesi esclusa, peraltro, dal presidente degli arbitri Nicchi) e dai sospetti, avanzati dallo stesso numero uno del club etneo, di un guardalinee Maggiani tifoso juventino, a causa della presenza su Facebook di un profilo a suo nome con tanto di simbolo della società bianconera. Anche in questo caso, l’Associazione italiana arbitri ha fatto sapere che il guardalinee «non è titolare di alcun profilo» sul social network.

Copertina Cibali Da «clamoroso» a… «scandaloso» (La Sicilia)

“I giornali duri contro gli arbitri

“Il “crucifige” è pressoché generalizzato. Né c’è chi, il giorno dopo, ci provi a prendere le difese dei tre ufficiali di gara che si sono resi responsabili dei misfatti del Massimino. Attenzione: qui nessuno solleva l’ipotesi della malafede, le stesse parole di Pulvirenti, dettate dalla rabbia e, comunque, pronunciate a caldo, nel tumulto di sentimenti che l’ha assalito nel pomeriggio di domenica, non viaggiavano di sicuro in quella direzione. I fatti, però, sono stati tanto eclatanti che nessuno – ripetiamo: nessuno – ha provato a minimizzarli. Sulla linea del nostro giornale che, richiamandosi al famoso «clamoroso al Cibali», con il quale Sandro Ciotti, negli Anni ‘60, annunciò la vittoria del Catania sulla titolatissima Inter di Herrera, ha proposto un «Vergognoso al Cibali», non meno vigoroso, non meno significativo, si è ritrovato il Corriere dello Sport che, nell’edizione destinata al Centro- Sud, ha titolato: «Scandaloso al Cibali!”.

Maggiani: «Io sono sereno» Sullo sfondo… le elezioni Aia (La Sicilia)

“Si riaccendono le polemiche arbitrali, da Catania-Juve a Fiorentina-Lazio, e sullo sfondo c’è anche la campagna elettorale per i vertici dell’Aia, in programma il 10 novembre prossimo, con un eventuale dopo Braschi. La corsa per la presidenza dell’assocazione arbitri vede contrapposti il presidente uscente Marcello Nicchi e lo sfidante, Robert Boggi. Una scadenza imminente e sempre più infuocata dopo la denuncia dello sfidante che ha addirittura indotto la Procura federale ad aprire un dossier: l’ex fischietto salernitano, attuale osservatore della Can A, ha criticato pesantemente Nicchi, accusandolo di imporre metodi poco democratici nei procedimenti elettorali. Tanto basta – complici anche gli ultimi scandali arbitrali che hanno riportato la categoria sotto i riflettori – per rendere molto complicata la strada che porta alle elezioni di novembre. Nella fattispecie, a Nicchi veniva imputato anche di aver intimidito tre dirigenti per convincerli ad appoggiare la conferma al vertice dell’attuale numero 1, che ha replicato definendo le accuse «infondate e infamanti». Insomma, è un autunno caldissimo sul fronte arbitrale, che si difende dentro il Palazzo, riuscendo a mantenere un posto nel riformato Consiglio Figc, serra i ranghi sugli errori dei giudici di gara, ma si spacca in vista delle elezioni e della nuova governance delle giacchette nere, designatore compreso. Il «ticket» Nicchi- Pisacreta (candidato vicepresidente) si dovrà scontrare con il cinquanta settenne italo-americano, che ha candidato come vice Matteo Apricena, già sconfitto per un pugno di voti (163 a 155) da Nicchi nell’ultima tornata elettorale 4 anni fa.

Caso arbitri: Lotta continua (Il Corriere della Sera)

“Dopo l’abbaglio sul gol del Catania le polemiche non si placano

“Agnelli: «Siamo stati assediati, ma abbiamo ammesso l’errore» L’affondo di Pulvirenti «Siano loro a chiedere la ripetizione della gara» Facebook, il giallo di Maggiani «bianconero»

“Non ci sono più le bufere di una volta. Adesso ci sono di mezzo anche le pagine facebook e gli assistenti di porta ingombranti. È la modernità, ma i progressi non si vedono. E la domenica terribile degli arbitri, in cui il gol annullato al Catania contro la Juve è solo l’esempio «più grave di una pluralità di errori» (copyright Giancarlo Abete, presidente Figc) ha lasciato spazio a un lunedì peggiore. Luca Maggiani, 44 anni di La Spezia, assistente internazionale dal 2004, in A da dodici anni, è l’uomo che ha annullato il gol valido di Bergessio sullo 0-0 contro la Juve, dopo un conciliabolo durato 44 secondi, con l’arbitro Gervasoni e (via audio) con il giudice di porta Rizzoli. «Sono sereno, molto sereno — dice Maggiani all’agenzia Ansa — perché può capitare di sbagliare e capiterà ancora». Mala vicenda non finisce qui, perché in mattinata nel corso di «Radio Anch’io sport» su Rai 1, il presidente del Catania attacca: «Sulla pagina facebook di Maggiani c’è lo stemma della Juventus. Tutti possono tifare per la squadra che vogliono, ma dopo quello che è successo ieri ditemi voi cosa dobbiamo pensare. Sono sconcertato, però non credo che dietro ci sia un complotto, almeno così mi auguro. Ma la sudditanza psicologica è evidente. Cosa sarebbe successo a squadre invertite? I giocatori della panchina del Catania sarebbero stati espulsi. Agnelli chieda di ripetere la partita, tanto loro sono sicuri di vincere. Lui dice di voler riformare il calcio, inizi dalle cose più semplici. E servirebbe anche una punizione severa per i giocatori della Juve»

Fort Juve Agnelli si sente assediato: “C’è accanimento” (La Repubblica)

“La bufera sugli arbitri non si placa dopo gli errori di Catania. Pulvirenti provoca: “Rigiochiamo”. I bianconeri: “Troppa enfasi”. Annullata la conferenza stampa di oggi. Sabato sfida bollente con l’Inter

“Andrea Agnelli lo chiama «assediamento», che è una forma arcaica e desueta che un riformatore come lui dovrebbe aborrire. Ma il senso è quello: la Juventus, come le capita ciclicamente, si sente sotto assedio e dunque si rifugia nel suo fortino. «Fa riflettere l’accanimento contro di noi», dice con amarezza il presidente di un club abituato a barricarsi di quando in quando, a prescindere da chi sia l’assediante. Nello scorso febbraio, per esempio, erano gli arbitri (lo sfogo di Conte dopo il pareggio di Parma resta memorabile), di recente è stata la giustizia sportiva, ieri si è immaginata un’operazione a tenaglia condotta da media, tifosi e dirigenti a vario titolo, tipo Antonino Pulvirenti che ha invitato il collega juventino «a rigiocare la partita, visto che sono sicuri di vincere. Agnelli vuole riformare il calcio, cominci dalle cose piccole». Il provocante invito, manco a dirlo, è caduto nel vuoto. «L’Italia non juventina ci odia», lamentò il presidente bianconero giusto quattro giorni fa, e ora è convinto di avere trovato lampanti conferme anche se uno dei nemici più incalliti, Massimo Moratti, è rimasto a metà del guado: «L’episodio di Catania ha fatto impressione, ma è stato un errore e non altro. Calciopoli è stata un’esperienza terrificante, non credo che questa Juve si sia organizzata allo stesso modo».


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