STAMPA – E’ stata una grande festa

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Catania, una festa senza età (La Gazzetta dello Sport – 24.03.13)

In campo tre generazioni rossazzurre, che accoglienza per Ciceri e Spagnolo

“Tre generazioni, una festa. C’è il Catania di oggi, che affronta le Vecchie Glorie, e così Maran per goliardia lascia la panchina al presidente Antonino Pulvirenti. Che la prende sul serio e ogni tanto s’alza dalla panchina per consigliare, anzi, ordinare ai suoi di avanzare il baricentro. C’è Izco in porta,Gomezdifensore centrale, Spolli all’attacco. Generazioni Dall’altra parte Ciceri e Spagnolo, annunciati dalla speaker nella presentazione all’americana, che entrano insieme come insieme giocavano in attacco ai tempi della Serie C e della promozione in B. C’è l’erede Cantarutti, uno dei centravanti entrati nella storia del Catania di Di Marzio (in panca con Bianchetti) soprattutto per la rovesciata volante con gol (annullato) contro il Milan. E, poi, ci sono Oliveira, il falco, che fallisce quattro gol, Spinesi che ne realizza due, Russo che è il team manager del Catania attuale […] I vecchi rossazzurri sono arrivati allo stadio sul pullman, direttamente da Torre del Grifo doveva avevano pranzato e pernottato: «L’emozione—ammette Gianni Di Marzio, allenatore della Serie A targata Massimino— si avvertiva lungo il viaggio che ci ha portati allo stadio ». Ovazione del pubblico per lo storico massaggiatore Gino Maltese: «Mi avete fatto un regalo senza precedenti, certo il Catania di oggi ha mille confort e un impianto, quello di Torre del Grifo, di caratura mondiale. Ai nostri tempi si faceva del nostro meglio. Immaginate quando dovevo caricarmi sulle spalle Cantarutti, infortunato. Io alto un metro, lui due… E non c’erano barelle né auto elettriche che entravano in campo».

Il Catania fa festa con il passato (La Sicilia 24.03.2013)

Pulvirenti tecnico, Spinesi a segno due volte, Izco in porta, Cantarutti in avanti: emozioni al Massimino

“Chi la Serie A non l’ha vissuta perchè sudava per spingere il Catania più in alto, ha vissuto un pomeriggio da leone. Chi, invece, era già stato protagonista, e pensiamo ad Aldo Cantarutti, è tornato da trionfatore, acclamato dalla folla. Catania-Vecchie Glorie è stata una festa tra sorrisi e lacrime Amarcord, qualche sorpresa (Pulvirenti allenatore era da riprendere con una telecamera fissa) e un dopopartita da vivere tra abbracci e aneddoti. APPLAUSI. Al di là del risultato finale (8-2) è stata una giornata nobile perché nobile era lo scopo: aiutare una Onlus – supportata dall’ospedale Garibaldi (in prima fila il dg Pellicanò) a far lavorare al meglio i medici negli ospedali palestinesi. La presentazione all’americana dei campioni di ieri è un tuffo al cuore per chi ha vissuto gli anni di rincorsa, crisi, resurrezione. Benincasa è il primo che mette piedi in campo, Ciceri e Spagnolo, manco a dirlo, entrano in tandem, l’ultimo ad essere chiamato è Lulù Oliveira e si becca lo storico coro dei tifosi che ululano “LuLu-Lu-Lu”. Tutto da raccontare l’applauso dei vecchi ai nuovo protagonisti di oggi, come un ideale passaggio di testimone. Cantarutti contende a Lulù l’applausometro e chi non ha pensato alla rovesciata contro il Milan annullata ai tempi della penultima serie A? PRESIDENTE ALLENATORE. Era passato in sordina il nome dell’allenatore di giornata per il Catania di oggi. Quando la speaker lo sottolinea, dal pubblico si leva un brusio di sorpresa: il presidente Pulvirenti al posto di Maran? Goliardia pura, ma mica tanto. Perché durante la partita, il “tecnico” Pulvirenti si alza spesso e volentieri dalla panchina per indicare ai suoi la giusta posizione da tenere. BERGESSIO DIFENSORE. Posizione… Biagianti centravanti, Spolli attaccante esterno, Ricchiuti difensore centrale a far coppia con Bergessio. Catania rivoluzionato e divertito. Ma anche irriverente, visto che passa dopo pochi minuti con… l’attaccante Spolli. Gennaro Monaco si piazza a uomo sul centravanti avversario e sembra di rivederlo duellare in maniera rude con Chevanton, ai tempi della B, quando Toshack gli diede fiducia. Ciceri e Spagnolo si danno il cambio e ai ragazzi con i capelli bianchi spunta la lacrimuccia così come quando, Gino Maltese, corre a centrocampo per salutare i tifosi.

Di Marzio: «Eravamo emozionati già sul pullman» Monaco ultrà, Spinesi cerca la maglia numero 24 (La Sicilia 24.03.2013)

“C’è più gusto a vivere il dopopartita. Perchè incontri la faccia rossa paonazza e i capelli da rock star di Ciccio Bifera, privilegiato abitante di Taormina, che s’accascia sulle scale: «Sono tutto un dolore, ma che gol ho preso». In un altro angolo, Gino Maltese, acclamatissimo, mostra la maglia personalizzata e soccorre Benincasa: «Dunque, prenditi questo antidolorifico e poi domani mi dici». C’è qualcosa di magico, addirittura di mistico, che vola ancora nell’aria. Come la figura impettina, orgogliosa di Aldo Cantarutti, occhiali da sole: «Tornare qui? Emozione da ricordare per sempre». Poi c’è l’angolo dei guasconi, capostipite inarrivabile, Gennaro Monaco: «Ho detto a Spolli che quando dovrà incontrare i difensori della Lazio, non dovrà lasciare loro un millimetro di spazio. Ho la pancetta, si vede? Catania, arrivo. Tra qualche mese torno cittadino di questa splendida città». Maurizio Anastasi, riccioli che cominciano a diventare bianchi, esce come al solito un’ora dopo: «Non giocavo da due anni e la Serie A l’avevo conquistata e mai vissuta. Ho recuperato un’ora di quella sensazione inedita». Maurizio, che gladiatore, era: abita a Riposto, a luglio sarà papà. Spinesi, doppietta per lui, s’arrabbia, ma per finta: «Non volevano darmi la maglia numero 24, la mia maglia. Stavo tornando a casa. I due gol? Ho riannodato il nastro, questo è uno stadio magico, per me». Benincasa, commosso: «Torno qui per la prima volta da… rossazzurro. Sa che cosa ti emoziona di più? L’ingresso in campo». Carletto Borghi, con quella valigetta, sembra un commesso viaggiatore: «Abito a Grosseto, ma Catania mai l’ho dimenticata. Oggi Bergessio è un vero toro, uno che non molla la presa ed è temuto da tutti i suoi avversari».


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