STAMPA- Fine di un anno orribile

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Sport: Catania, 2014 thriller. Da “piccolo Barcellona” a “grande debacle” (Sicilia Journal)

“Rossazzurri alla ricerca del nuovo allenatore, ma è questo l’intervento più importante da fare? Le critiche crescono assieme al malumore dei tifosi. E riemergono figure del passato.

“Le responsabilità maggiori di un 2014 chiuso in zona retrocessione in Serie B sono ancora una volta da attribuire al buon Cosentino? Probabilmente si. Il campionato ha detto che il Catania è da retrocessione oltre ad essere la squadra con il maggior numero di infortunati e con un elevatissimo numero di giocatori ammoniti ed espulsi. Se il primo “record” può essere giustificato dando la colpa al fato malevolo, e già di per sè sarebbe troppo facile farlo, dato che appaiono scontate le responsabilità di una preparazione atletica inadatta, di certo l’irruenza ingiustificata di alcuni giocatori dovrebbe essere contenuta da una figura societaria che si faccia valere negli spogliatoi. Dopo i proclami del precampionato, inoltre, ed una squadra costruita con il chiaro obiettivo della promozione, è difficile non mettere simbolicamente al banco degli imputati colui che è il “costruttore” di tale squadra. Dal punto di vista strutturale, con una nuova squadra di preparatori, attrezzature all’avanguardia dai sinistri poteri non rigenerativi, bensì distruttivi (numeri alla mano), invece di fare un passo in avanti dopo la debacle della scorsa stagione in Serie A i problemi hanno assunto dimensioni macroscopiche […]La protesta dei tifosi continua serrata, sembra scontato che una soluzione debba essere trovata. Nel momento di difficoltà riemerge una figura del passato tanto amata, ma allo stesso tempo criticata dal pubblico di fede rossazzurra: Pietro Lo Monaco. Sembra infatti che l’ex amministratore delegato tuttofare possa rientrare in società, seppur un suo ritorno appaia davvero complicato, viste le controversie con Pulvirenti. Il Catania sembra insomma un cantiere aperto, dove impazzano le voci, ma di concreto succede davvero poco. La pausa in campionato arriva nel momento più opportuno per una ricostruzione vincente, almeno per salvare la faccia e la categoria, incredibilmente a rischio.

Calcio Catania, il bilancio del 2014 Cronaca di un anno da dimenticare (MeridioNews)

“Per i tifosi rossazzurri sono stati 365 giorni terribili, i peggiori degli ultimi 28 anni. Prima la retrocessione in serie B, adesso il timore di proseguire la discesa verso la serie C. Così, mentre i giocatori vanno in vacanza, a Capodanno, i tifosi aprono la finestra per buttare via questo 2014, ma la trovano murata. Come la società, in silenzio stampa: incapace di gettare quel che non ha funzionato

“A Capodanno, uso popolare vuole che la roba vecchia voli via dalla finestra. È il modo, certo estremo, per allontanare i brutti ricordi e far spazio alle novità augurate per il nuovo anno. Nelle case dei tifosi del Catania, la notte del 31, nessun imbarazzo della scelta su cosa tenere e cosa buttare. Il 2014 è stato un anno da impacchettare per intero e rispedire a Babbo Natale con richiesta di cambio e risarcimento danni. I peggiori 365 giorni degli ultimi 28 anni: iniziati in serie A, continuati in serie B, terminati in piena zona retrocessione verso la C. Cacciato Sergio Gasparin (ex direttore generale) brandendo l’intenzione di migliorare l’ottavo posto in serie A raggiunto nel 2013, passato sotto il comando unico del presidente Antonino Pulvirenti, il Catania s’affacciò al 2014 dal piano terra, ultimo in classifica,ma ancora pieno d’ottimismo. Tante le ragioni: la carica dello slogan #crediAmoci, le possibilità aperte dal calciomercato, le aspettative legate al nuovo tecnico, la speranza di recuperare i troppi infortunati, la fiducia al presidente degli otto anni di serie A. Ma appena giunto febbraio, di ragioni per mantenere l’ottimismo non ve n’era più alcuna: tifosi in contestazione, l’attaccante aspettato mai arrivato, De Canio esonerato, crisi-infortuni peggiorata, popolarità di Pulvirenti ai minimi storici. Il Catania, che avrebbe dovuto dominare il campionato, chiude il 2014 sconfitto dalla vera capolista, il Carpi, con meno di tremila tifosi allo stadio, peraltro dileggiati dal «Forza Palermo» del bomber ospite, Mbakogu. Gli emiliani in classifica sommano 43 punti: più del doppio di quelli rossazzurri, terzultimi alla pari col Crotone, in piena zona retrocessione diretta. Fuori dallo stadio restano quasi tutti e diecimila gli abbonati (di cui la società era orgogliosa ad inizio stagione), in 300 restano anche sotto la pioggia a chiedere le dimissioni di Cosentino, la cacciata di Ventrone e Moggi o persino che Pulvirenti passi la mano. Così, mentre i giocatori vanno in vacanza, a Capodanno, i tifosi aprono la finestra per buttare via questo 2014, ma la trovano murata. Come il Catania, in silenzio stampa, dentro Torre del Grifo: incapace di buttare via quel che non ha funzionato. Buon 2015? L’augurio sa di presa in giro più del «Forza Palermo» di Mbakogu.