STAMPA – I propositi di Frison e Castro

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Catania, il duello è in porta Il vice Frison ha mostrato buone qualità: «E con Andujar posso migliorare» (La Gazzetta dello Sport)

“«L’ambiente in rossazzurro è fantastico per crescere ai livelli del campionato di serie A»

“Il presente, il futuro prossimo venturo. I guantoni di Mariano Andujar e di Alberto Frison si incrociano sulla rotta rossazzurra. Il Catania è al sicuro perché conta su un esperto, l’argentino, che preparerà i Mondiali del 2014 dovrà disputare la prossima stagione agonistica al massimo livello, perché ha anche la possibilità di superare Romero, non certo autore di una stagione mostruosa in casa Samp, riconquistando la maglia da titolare nella rappresentativa del ct Sabella. Frison, quarto esame? A Torino, sede della partita di commiato stagionale, in porta potrebbe giocare Alberto Frison, che è non più un giocatore in fase di verifica da parte dello staff tecnico. Le tre presenze in campionato (Milan, Siena, Samp le avversarie) gli hanno permesso di emergere: «Posso sempre migliorare perché per un ragazzo come me, 25 anni appena, l’allenamento quotidiano sostenuto accanto ad Andujar e a disposizione del preparatore Biato, con il quale ho lavorato negli anni di Vicenza e che ho ritrovato in Sicilia è fantastico. Sto bene, l’ambiente è l’ideale per imparare il mestiere e adattarsi al livello della Serie A». La centesima vale la prima La 100a presenza di Frison in carriera, è stata anche la prima in Serie A. A Milano la carriera di Frison ha vissuto il momento della svolta: «Contro il Siena è andata meglio, non ho beccato gol e la squadra ha vinto. A Genova, contro la Samp abbiamo pareggiato, tutto sommato è andata bene se guardiamo al bottino parziale guadagnato». Adesso ecco la possibilità di disputare una 4a partita: «Non so se andrò in campo, quel che mi interessa è il risultato finale della partita. Spero che il Catania possa vincere per legittimare un 8° posto meritatissimo

Castro va sempre di moda (La Sicilia 17.05.13)

«Barrientos è un giocatore fantastico, che assist inventa… Di Bergessio ammiro il modo in cui si mette al servizio di tutta la nostra squadra: agisce a tutto campo»

“Una rivelazione. Anzi «la» rivelazione. Lucas Castro si è inserito in maniera talmente veloce negli schemi del Catania di Maran, da portare il tecnico rossazzurro, spesso e soprattutto volentieri, a cambiare il modulo tattico, aggiungendo un posto non certo di secondo piano dietro il centravanti Bergessio. Quel 4-2-3-1 è diventato il manifesto del Catania nuovo, il Catania di Rolando l’esordiente di ferro che ha saputo far lievitare ancor più le quotazioni di una società che, non a caso, ha lasciato il mondo delle provinciali per mettersi in competizione con le big. Castro, dunque. Lo incontriamo, esclusiva, in un momento inedito, quando a Zafferana prova da modello, il più estroso dei rossazzurri, la passerella su invito di Claudio Miceli: «Per me è una cosa nuova, divertente, spensierata. Una festa che si aggiunge all’ultima partita casalinga, durante la quale abbiamo avvertito il calore dei tifosi una volta di più». Cappello di paglia e occhiali, abiti casual. «Mi piace vestire così, con le cose che mi piacciono sul momento». La moda, dunque, non la segue. «Dò uno sguardo distratto, poi scelgo quel che mi piace, anche se non seguo le tendenze del momento». La tendenza calcistica del Catania si chiama (anche) Castro: che bel campionato ha disputato, per presentarsi al pubblico. «E’ stato semplice grazie ai miei compagni, che mi hanno spiegato molte cose, sia in estate, durante la preparazione, che nel corso della stagione, quando c’era da preparare la partita». E Maran? «Ah, guardi. E’ l’allenatore, ma anche molto di più. Se ne parlo benissimo qualcuno penserà che me lo voglio coccolare. Ma ha meriti immensi, per come ha gestito il gruppo, per i risultati ottenuti lavorando ogni giorno, seguito passo dopo passo da noi calciatori». Il campionato sta per finire. «Non ancora: rimane la trasferta di Torino e non sarà una gita, perché c’è in palio qualcosa di importante: possiamo rimanere ottavi e non crediate che sia un premio di consolazione». Tutt’altro. «Appunto, speriamo di vincere ancora per tenere sotto di noi l’Inter. Non sarebbe un degno finale? » Non lo venga a dire proprio a noi. «Ecco, allora facciamo l’ultimo sforzo perché ne vale la pena». Però, tornando un attimo indietro, che cosa le resta in testa dell’annata fin qui sostenuta? «Penso automaticamente alla partita con la Fiorentina. Sì, proprio quella: per la vittoria e per il risultato positivo conquistato alla fine». E se l’anno venturo dovesse giocare al posto di Gomez? «Sarei pronto. Mi piace agire in quella parte del campo. Mi sento meglio, a mio agio». Del resto lei, Castro, ha coperto almeno cinque ruoli, negli ultimi mesi. «Mi manca l’esperienza da porteire portiere. Ma è un ruolo talmente diverso dagli altri… » Ma da ragazzino aveva cominciato da difensore? «No, non esageriamo. Giocavo in attacco, da centrocampista, mezza punta. Ecco perché quando c’è emergenza, cerco di ricordare le mie origini e mi adatto, se possibile, in una zona del campo diversa dal solito».


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