STAMPA- Il ricordo di Castellazzi

Redazione

Gazzetta dello Sport

Fonte: AlbaniaNews

Da Catania a La Spezia: addio Castellazzi Segnò all’Inter e fu «Clamoroso al Cibali» (Gazzetta dello Sport)

“Aveva 25 anni, il 4 giugno 1961, e da quella domenica il suo nome restò per sempre legato a un’espressione che, frutto della fantasia di Sandro Ciotti, entrò nel gergo calcistico e non ne uscì più. «Clamoroso al Cibali!» gridò il radiocronista nel microfono per dire che il Catania aveva sorprendentemente battuto l’Inter del Mago Herrera per 2-0, e ancora oggi, quando si vuole parlare di un risultato davvero incredibile, si utilizzano quelle parole. A segnare uno dei due gol dei siciliani fu Mario Castellazzi, scomparso ieri a La Spezia all’età di 82 anni. Ala veloce, non fece una carriera da prim’attore (giocando anche con Spezia, Roma, Livorno e Pistoiese), ma quella rete gli regalò la gloria. INSULTO In effetti ciò che accadde al Cibali, davanti agli occhi di trentamila tifosi tanto entusiasti quanto stupiti, fu proprio clamoroso. Il successo del Catania ebbe un doppio effetto: spense le speranze di scudetto dell’Inter e consegnava il tricolore alla Juventus del trio magico Boniperti-Charles-Sivori. I giocatori di Helenio Herrera uscirono dal campo turandosi le orecchie, tanto forte e fastidioso era il coro «Juve! Juve! » che pioveva dagli spalti. I catanesi ce l’avevano con i nerazzurri per quello che era successo nella partita d’andata: sconfitti per 5-0, se n’erano tornati in Sicilia accompagnati dall’insulto del Mago che li aveva definiti «una squadra di post-telegrafonici». La vendetta era stata servita, a freddo come sempre. TENSIONI Ma ciò che i gol di Castellazzi e di Calvanese avevano certificato, in realtà, era cominciato qualche giorno prima. La vigilia di quell’ultima giornata di campionato fu agitata da polemiche, tensioni e decisioni perlomeno singolari. Inter e Juventus erano in testa a pari punti. Il sabato pomeriggio una sentenza della Caf accolse il ricorso dei bianconeri e stabilì che Juve-Inter (disputata il 16 aprile e in un primo momento conclusasi con la vittoria a tavolino dei nerazzurri per invasione di campo) fosse rigiocata. La classifica, all’improvviso, cambiò volto: bianconeri avanti di 2 punti. L’Inter di Angelo Moratti protestò, alludendo al fatto che Umberto Agnelli, nel doppio ruolo di presidente della Juve e della Federcalcio, non fosse estraneo alla sentenza della Caf. I nerazzurri persero malamente a Catania anche perché distratti da tutte queste faccende. E la domenica successiva, quando si dovette rigiocare la sfida contro la Juve, Moratti ordinò che in campo andasse la squadra «De Martino», cioè i ragazzini. Una protesta contro il potere.

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