STAMPA – Juventus “in scioltezza”

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

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“Il fastidio alla caviglia non dà tregua a Chiellini, che comunque sembra in grado di recuperare per domenica: in caso di forfait, sarebbe Peluso a far compagnia a Barzagli e Bonucci. Senza Vidal, appiedato dal Giudice Sportivo, in mezzo al campo verrà riproposto Pogba: al suo fianco, naturalmente, confermati Pirlo e Marchisio. Sulla corsia di destra correrà Lichtsteiner, dalla parte opposta dovrebbe essere rilanciato Asamoah, in vantaggio su Peluso (che, come detto, potrebbe traslocare in difesa). Pochi dubbi in avanti: Vucinic è sicuro di una maglia da titolare, Giovinco è in netto vantaggio su Matri per affiancarlo. Da valutare le condizioni di Caceres e Anelka, assenti dal match di Roma. Ecco la probabile formazione (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Pogba, Pirlo, Marchisio, Asamoah; Vucinic, Giovinco. A disposizione: Storari, Rubinho, Marrone, Peluso, Isla, Padoin, Giaccherini, Quagliarella, Matri. All. Conte. Squalificati: Vidal (1). Indisponibili: Pepe, Bendtner, De Ceglie, Caceres, Anelka.

Da settima in Italia al G8, Conte ci crede: «Stiamo costruendo un sogno» (La Gazzetta dello Sport)

“Ha preso la Juve 20 mesi fa e l’ha portata tra i top d’Europa: «Ora restiamo coi piedi per terra. Sorteggio? Sono fatalista»

“Settima in Italia: quello era la Juve quando la prese Antonio Conte. Settima e non per sbaglio, visto che si era piazzata così nel 2010 e nel 2011.Una posizione di consolidata mediocrità. Poi, all’improvviso, qualcosa è cambiato: in dieci mesi Conte le ha regalato lo scudetto e in venti l’ha piazzata tra le prime otto d’Europa. A volte ricordare il passato serve a dare il giusto valore al presente: da settima in Italia all’élite europea, la corsa della Juve è stata entusiasmante. Manon è finita, anzi il bello viene adesso. Non succederà, ma se qualcuno nello spogliatoio bianconero dovesse sentirsi appagato ci penserà Conte a dare la sveglia. Lui sa cosa vuol dire alzare la Coppa Campioni, sa cosa vuol dire essere primi in Europa. Riuscirci partendo da laggiù, dove nemmeno arriva l’eco della musichetta della Champions, avrebbe un valore immenso. Sembra impossibile e magari lo è, ma sono passate otto partite da quando è iniziata la corsa e la Juve non ha mai perso. Adesso ne mancano cinque: provarci sarà divertente.

L’urna di Buffon: «Temo il Real Ma possiamo battere chiunque» (La Gazzetta dello Sport)

“POGBA: «VOGLIAMO LA CHAMPIONS»

“Un mese per capire se l’accoppiata Champions- scudetto si può fare. Dipenderà dal sorteggio, dalla caratura dei prossimi avversari in Europa, e da come la squadra di Conte riuscirà ad incrementare il vantaggio sul Napoli nelle tre gare a disposizione (Catania, Bologna e Inter) prima dei quarti di Champions. Per ora il primo step è superato, ai quarti dopo calciopoli. «Speriamo di arrivare in finale e vincere la Champions» commenta candidamente Paul Pogba. «Dobbiamo giocare con cattiveria e determinati, così possiamo andare avanti a lungo. Il Manchester? L’ho visto in tv. Dispiaciuto per l’eliminazione? No» sorride.

Juve in scioltezza (Il Corriere della Sera)

Gol di Matri e Quagliarella, bianconeri ai quarti Tra andata e ritorno la sfida col Celtic finisce 5-0

“Cantando sotto la pioggia. Di questa serata ricorderemo la colonna sonora. L’inno della Champions League, che accompagna il ritorno della Juventus (18 partite nelle competizioni europee senza sconfitte) nel G8 del calcio e i canti dei tifosi scozzesi, molti a torso nudo, che accompagnano il Celtic fuori dall’Europa del calcio più importante. Entrambi colpiscono. Madama mancava da sette anni. Era uscita dai quarti di Champions il 5 aprile 2006, con un impalpabile 0-0 allo stadio Delle Alpi con l’Arsenal (2-0 per i Gunners all’andata). Era l’ultima partita europea nell’impianto costruito solo 16 anni prima e mai amato, da Gianni Agnelli in giù. Pochi giorni dopo sulla società si sarebbe abbattuta l’onda telefonica che ne avrebbe cambiato fisionomia e storia. Non è un caso che la Juventus rientri nel club più esclusivo del football del Vecchio Continente nel suo stadio, nello stadio che è stato edificato sulle macerie di quello vecchio. A far da cornice a questo evento c’è il tutto esaurito e tra i quasi 40 mila spettatori presenti, 3 mila straordinari tifosi del Celtic che non smettono di cantare, malgrado l’umidità, l’eliminazione, i cinque gol (a zero) subiti in due partite. Una lezione di tifo civile che dovrebbe essere proiettata in tutte le scuole del regno. A un certo punto, nel secondo tempo, sul 2-0 per la Juventus, mentre gran parte del pubblico si avvantaggia verso l’uscita, si sente solo «will never walk alone».Ma quale tifoseria, grande o piccola in questo misero Paese, si comporterebbe allo stesso modo dopo aver visto la sua squadra dominata sul campo? Onore ai vinti, se lo meritano, anche perché ci provano fino all’ultimo.

La Juve si sbarazza del Celtic adesso può sognare in grande (Repubblica)

“Adesso la Juventus farà una gran tifo per il Milan, e d’altronde testimoni oculari assicurano di avere visto Conte, sulle tribune di San Siro, esultare con trasporto al secondo gol dei rossoneri al Barcellona. I bianconeri sono tra le otto squadre migliori d’Europa, secondo logica e previsione dopo la scampagnata di Glasgow (e il ritocchino di ieri) ma non se il pronostico fosse stato compilato ad agosto, all’indomani del sorteggio della Champions League. Ora, invece, la Juve si misura con i più forti e, soprattutto, misura la distanza che la separa dal top, e non è poi tantissima. Sostiene il Milan perché il Barcellona è ritenuto, malgrado tutto, ancora di un altro livello. E perché in diciotto mesi di confronto con la squadra di Allegri, le gerarchie si sono definite abbastanza chiaramente. Poi, alzando gli occhi e squadrando la concorrenza, c’è davvero tanto di meglio? C’è il Real, d’accordo. Chiellini ha ammesso di temere il Porto, che la settimana prossima andrà a Malaga a difendere un gol di vantaggio. Passerà il turno anche il Bayern, altra formazione giudicata insindacabilmente superiore: mettendoci anche il Barça sarebbero dunque tre quelli chiaramente più forti, non proprio uno sbarramento invalicabile tra i quarti di finale e il sogno. Vedremo chi capiterà il 15 marzo, giorno del sorteggio.


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