STAMPA – Keko, Taxi & Maxi

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

«Keko, la mia scommessa vinta» (Il Corriere dello Sport)

De Canio: Ha giocato più con me che in tutti questi anni di Catania

“LA SOSTA CHE FA MALE – C’è da mangiarsi le mani, perché in queste condizioni di morale sarebbe stato non male recarsi a Torino per giocarsela quanto meno ad armi pari con la squadra di Giampiero Ventura: Lopez si è finalmente sbloccato, la difesa non ha preso gol, Tachtsidis è riuscito a scrollarsi di dosso il fantasma ingombrante di Ciccio Lodi e ha preso a far girare la squadra se non ancora come un orologio svizzero quanto meno con buon tempismo? E poi c’è Castro che ha cambiato passo, Capuano che ha risposto degnamente alle nuove responsabilità e lo stesso Keko che si sta rivelando giocatore particolarmente affidabile, al punto da fare gonfiare il petto d’orgoglio persino ad uno come Gigi De Canio: «Il ragazzo spagnolo – ha dichiarato il tecnico rossazzurro – ha disputato più partite con me che negli anni antecedenti in cui ha fatto parte di questa rosa. Sta rispondendo bene e lo considero, in un certo qual modo, una mia scommessa vinta»

Taxi & Maxi (La Sicilia 11.11.13)

Più veloce e più sciolto così il giovanotto greco inizia a fare la differenza Il pubblico. Prima l’ha snobbato, oggi in molti si stanno ricredendo. Taxi è al centro del progetto

“Lo chiamano, anche a Catania, Taxi. Sembra più facile di Tachtsidis. Più corto per chi fa il titolo sul giornale, più semplice per chi vuole chiamarlo e deve esibirsi in una sorta di scioglilingua. Ma la bella novità del momento è che, con l’arrivo di De Canio, il greco gioca in maniera più efficace. Più sciolto, anche più veloce. E quella circolazione di palla, con lo scarico sulle fasce, quasi sempre di prima e comunque rasoterra, adesso piace più di prima. Piace perché la manovra diventa più fluida, il ragazzino cresce anche sotto il profilo mentale. De Canio ci crede, Tachtsidis recepisce e s’impegna. Cresce sotto tutti i punti di vista. Cresce per la squadra e si nota. Contro l’Udinese comincia da vero faro del centrocampo. E il Catania gioca un calcio che piace e che serve per gestire il momento. Nella ripresa gli schemi saltano ma non la concentrazione di un gruppo zoppo per via degli infortuni. Sì zoppo, ma fiero. Ed ecco arrivare la vittoria. Taxi quando ha cominciato la preparazione in rossazzurro ci aveva spiegato i suoi perché. «La forma si trova con il lavoro e con le indicazioni dell’allenatore. Io penso che tutti i calciatori stiano bene se si applicano rispettando quel che chiede il tecnico. Se ascolti il tecnico in campo fai la cosa giusta» […] Come gioca Tachtsidis? Palla a terra e cercando di accelerare il gioco quando si può creare la superiorità numerica: «Palla a terra, io gioco in questo modo. E’ il mio pensiero. Non è mai semplice fare passare la palla ai compagni per anticipare i difensori avversari. Tento di farlo ogni minuto di presenza in campo e senza esitazioni». Ecco, in due concetti, chi è questo ragazzi che il pubblico ha prima snobbato o peggio ancora considerato una scelta sbagliata (ereditare lo scettro da Lodi, re delle punizioni, non era semplice e questo lo si sapeva già), ma che adesso sta riconsiderando.Ha ragione De Canio: una vittoria non fa quasi testo, ma il miglioramento graduale del gruppo, sotto il profilo tattico, è una base sulla quale si potrà lavorare durante la settimana di pausa. Taxi è un ragazzo di poche parole, sabato sera l’abbiamo visto lasciare il “Massimino” muto ma con un’espressione felice. Aveva accettato Catania sicuro che avrebbe trovato una squadra capace di esprimere il proprio gioco. L’avvio scioccante della stagione non ha smontato il gruppo. L’ha un po’ spaventato, forse anche depresso, ma la reazione c’è stata, anche se è dovuta passare attraverso il doloroso cambio di un allenatore che era entrato nel cuore del tifo, ed era al centro di un progetto.

Taxi & Maxi (La Sicilia 11.11.13)

Più magro e più cattivo così il biondo attaccante torna ad essere decisivo L’aneddoto che vale la svolta «Una volta concesso il rigore Almiron è venuto e mi ha dato il pallone: dai, tira tu… »

Non sappiamo se sia allenato anche durante il primo dei due giorni liberi concessi alla squadra, così come aveva preannunciato sabato sera mentre lasciava gli spogliatoi del “Massimino”. I bene informati, del resto, raccontano di una serata di festa finita a tarda ora e in cui buona parte dei calciatori del Catania hanno lecitamente dismesso i panni di “calciatori del Catania” e hanno fatto ciò che i “ragazzi della loro età” sono soliti fare dopo il successo particolare di un amico: festeggiare! Già, perché il pomeriggio speciale del signor Maximilian Gaston Lopez andava necessariamente festeggiato. Ciò dopo mesi di bocconi amari, di critiche, di insulti, di allusioni e di inevitabili momenti di gossip che un personaggio come quello del «galina» finisce in un modo o nell’altro per attirare o determinare. Non sabato sera, però. Sabato sera si è parlato esclusivamente di calcio. Com’era giusto che fosse. E di calcio – questa è la sensazione – si continuerà a parlare anche nelle prossime settimane. Perché adesso che ha saputo imprimere la svolta alla propria stagione, beh, Maxi Lopez è pronto per tornare ad essere quello che era: «E’ vero – sorride – sono di nuovo pronto. Tante volte in carriera mi è capitato di dover ricominciare da capo e io non mi sono mai abbattuto. Non faccio pronostici, non faccio promesse, non so cosa mi riserverà il futuro, però di una cosa sono certo: sono pronto a battermi per i miei compagni, per questa società, per la gente che ha ripreso ad applaudirmi e pure per l’allenatore che mi ha fatto sentire la sua fiducia… Sorpreso di questo? No, per niente. Sapevo che sarei riuscito a riportare i tifosi dalla mia parte. Non sono un tipo che si abbatte. Di sicuro non l’ho fatto neanche questa volta». Anche se c’è voluto l’infortunio di Bergessio per rilanciarla: lui atterra e lei decolla… «Mi dispiace per Gonzalo, è ovvio, ma è il calcio. L’anno scorso con la Samp avvenne proprio tutto questo: io sono atterrato e un altro compagno, Icardi, ha preso il volo. Capita… ». Sta sfruttando l’occasione, ma quanta fatica. Cosa non ha funzionato? «Inutile riavvolgere il nastro. Di sicuro è accaduto che ho pagato il fatto di essere un vecchio-nuovo. Tornavo a fare parte di un gruppo da tempo ben affiatato. Fra l’altro ero un po’ indietro rispetto ai compagni e in questi casi bisogna sapere aspettare». Forse, però, qualcosa si è sbagliato: cosa non rifarebbe? «Non mi pento mai di niente. So che se devo fare una mossa, la faccio. E di ciò che faccio sono sempre pronto ad assumermi ogni responsabilità. E’ accaduto anche al Catania». E i suoi compagni l’hanno sostenuta a dovere: da Rolin sabato sera parole al miele per lei in sala stampa, anche dallo stesso Capuano; e si dice che al momento del calcio di rigore…. «Si è presentato Sergio Almiron e mi ha offerto il pallone: “Dai, tira tu… “. Confesso che è stato un gesto che mi ha commosso».


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