STAMPA – La felicità di casa Catania

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Maran esulta: «Noibravi a rimanere concentrati» (Il Giornale di Sicilia)

“Scintille tra Maran e Ferrara a fine partita. Il tecnico etneo da la sua versione dei fatti: «Ferrara ha frainteso un mio sfogo nel primo tempo, poi ho cercato di dargli la mano, ma lui non me l’ha stretta, poi ci siamo chiariti nello spogliatoio. Dall’inizio alla fine siamoriusciti amettere incampocuore, generosità, nonostante venissimo da quattro partite di fila. Abbiamo tirato fuori tutto quel che avevamodentro. Il rigore è stato un episodio – sottolinea Maran – dopo qualche minuto di sbandamento ci siamo ripresi. Dopo il goal abbiamopagato pegno. Ritrovandoci comunque con equilibri diversi. Anche soffrendo, la Sampdoria è stata brava, non abbiamo mai perso la testa. E’ una caratteristica fondamentalevenuta fuori inqueste partite». Mario Paglialunga: «Sonofelicissimo perquesta vittoria, il mio gol è stato fondamentale ai fini della rimonta ed è il primoche segno in Italia. Adesso voglio continuare su questa strada e fare bene per il Catania»

GASPARIN: «NELL’INTERVALLOTUTTOREGOLARE ACALDOLASCONFITTAFADIRECOSESBAGLIATE» (Il Secolo XIX)

“Ieri Sergio Gasparin ha vissuto la prima partitada avversario della Sampdoria. L’amministratore delegato del Catania ha guidato il club ligure per sei mesi nel dopo Marotta, per lui è stata quindi una partita speciale: «È stata una gara particolare. Noi abbiamo dominato la prima parte, quindi la Samp è passata in vantaggioeper una decina di minuti siamo stati decisamente in difficoltà. È l’unico piccolo appunto che posso muovere ai ragazzi che per il resto sono stati straordinari perché sono stati capaci di rimontare dopo aver fatto una partita intensa come quella di Parma (in Coppa Italia) in settimana». Gara anche tesa, quella di ieri. Gasparin replica, con frecciata a Ferrara: «Nel tunnel non è successo nulla, io ero lì. E non mi sembra che la direzione arbitrale sia mutata nel secondo tempo. La sconfitta fa dire a caldo cose che non si dovrebbero dire».

GASPARIN : «valuteremmo offerte choc» «Bergessio resta, però…» (Tuttosport)

“A Montella, quando gli avranno raccontato della prestazione di Bergessio, saranno luccicati gli occhi. Non è un segreto che l’allenatore della Fiorentina voglia portare l’ex allievo in viola, come non è un segreto che i rapporti tra Pulvirenti e Montella siano così logorati da rendere l’operazione molto problematica. Certo è che, stante le dichiarazioni ufficiali, l’argentino a gennaio non si muoverà. «Nemmeno per un’offertona», ha sentenziato Sergio Gasparin, ad del Catania, ma con una postilla: «La sua situazione è diversa da quella di Maxi Lopez, che aveva esternato la volontà di trovare una sistemazione a lui gradita, mentre Bergessio sta benissimo con noi e noi con lui. Certo è che la politica societaria impone che un’offerta ritenuta da noi irrinunciabile andrebbe esaminata».

FERRARA E MARAN AL VELENO (Il Corriere dello Sport)

“Il blucerchiato accusa: «Pressioni sull’arbitro». Il rossazzurro: «Non mi risulta»

“Ferrara: «Nell’intervallo pesanti aggressioni verbali al direttore di gara». Maran: «C’è stato un fraintendimento. Io nel tunnel c’ero e non ho visto cose strane»

“REPLICA ROSSAZZURRA – La replica sul fronte rossazzurro non è mancata. Il primo a parlare è stato Maran: «Con Ferrara abbiamo chiarito tutto negli spogliatoi: c’è stato un fraintendimento per un episodio accaduto nella prima frazione di gioco. Pressioni all’arbitro nel tunnel? Io c’ero e non mi è sembrato di vedere qualcosa di particolare». Sull’argomento «pressioni», a nome della società rossazzurra si è espresso anche l’amministratore delegato Sergio Gasparin, fra l’altro ex di turno: «Anch’io ero nel tunnel alla fine del primo tempo e non è successo assolutamente nulla. Fra l’altro non mi sembra che la direzione arbitrale fra il primo e il secondo tempo sia cambiata. E se qualcuno ha avuto un rigore concesso durante questo match, beh, quella squadra non è stata decisamente il Catania».

«Il mio Catania è super Va oltre ogni ostacolo» (La Gazzetta dello Sport)

“Maran «Siamo stati bravi a recuperare una gara difficile» Castro «Primo gol in casa, così posso diventare titolare»

Ferrara e Maran non si comprendono, il tecnico doriano corre subito a sfogarsi con Sky, poi di fronte alla carta stampata ritratta. Maran salta a piè pari l’argomento: «Vorrei parlare di calcio, perché in questo modo passerebbe in secondo piano la prestazione di una squadra che ha superato ogni difficoltà. Non era semplice riacciuffare la partita dopo aver chiuso il primo tempo sotto di un gol». Nessuna rivincita dopo il k.o. con la Samp nella finale dei playoff per la A: «Io allenavo il Varese, adesso guido il Catania. Felice per il gol di Paglialunga, gli avevo detto di correre, non di… segnare. Fa lo stesso, è stato preziosissimo».

Paglialunga felice «La concorrenza mi farà crescere» (La Gazzetta dello Sport)

“Il primo gol in Italia non si scorda mai. Così, Mario Paglialunga, tre presenze in campionato, mai titolare, esulta: «Sono rimasto nel Catania sapendo che avrei giocato poco. La concorrenza è spietata, mi servirà per crescere. In settimana ero rimasto a casa, saltando la Coppa per l’influenza, mi sono allenato per recuperare».

Mario Paglialunga Da mediano sconosciuto a «Super Mario Bros» un eroe della remuntada (La Sicilia)

“«Mi allenavo da un mese nel ruolo di interno sinistro. Questo è il gol più importante in carriera»

“Tutti lo abbracciano, dopo il gol. E da oggi, Mario Angel Paglialunga, diventa Super Mario Bros. Quello dei giochi elettronici che fanno ammattire i nostri figli? La «mise» non è la stessa, ma adesso la popolarità, quanto meno a Catania, per una sera è cresciuta fino a rasentare quella dei personaggi virtuali. Mario, invece, è un ragazzo vero. Poche parole, molto «sufrimento», pochissime presenze. Timido, Paglialunga, che un collega chiama «Pascialucia», storpiando un po’ la pronuncia. Timido e con uno zainetto dietro le spalle che ci riporta alla mente non certo l’atleta classe 1988, ma uno scolaretto che vuole studiare sempre e si porta appresso i libri per il ripasso prima dell’interrogazione. Due estati fa, i rossazzurri lo presero spendendo quasi un milione di euro (siamo oltre quota 800 mila euro). Paglialunga – una carriera nel Rosario Centrale, dalle giovanili alle 70 partite in prima squadra – aveva un ginocchio che pulsava, quasi. Era reduce da un lungo infortunio, per guarire avrebbe dovuto giocare. Ma nella squadra allenata da Montella fu impiegato per… zero minuti. Anzi, sì, una partita in Coppa, contro il Novara, la disputò. Tutto qui? Sì. In avvio di campionato, il Catania stava per cederlo in prestito: «Poi non se ne fece nulla – racconta Paglialunga – perché il trasferimento è saltato e io mi sono ritrovato qui, in Sicilia. Ho detti ai dirigenti: va bene lo stesso, mi metto a lavorare per dare il mio costante aiuto».

«Quarta rimonta? E’ sempre frutto di lavoro e… fiato» (La Sicilia)

“«I 25 punti non ci faranno rifiatare, già venerdì saremo a Pescara Bellusci, ingresso positivo. Le prossime scelte? Non dormirò la notte»

“Ciro Ferrara si arrabbia e accende lo spettacolo del dopopartita. Accuse a Maran, poi la dichiarazioni forti sulle pressioni all’arbitro che sarebbero state perpetrate tra primo e secondo tempo lungo il tunnel che porta dal campo allo spogliatoio. Rolando Maran, invece, sposta discorsi e attenzioni sulla partita, sulla vittoria: «Con Ferrara ho chiarito – ha confermato – dopo un iniziale malinteso. Abbiamo discusso e ci siamo stretti la mano. Io l’avevo porta per primo, così come avevo fatto con Allegri. Quanto allo scambio di idee, durante la partita non parlavo con lui, ma con il mio staff».

Gasparin: «Catania immenso, ma ora avanti col Pescara» (La Sicilia)

“all’amministratore delegato Sergio Gasparin, per definire il «suo» Catania. Niente giri di parole, niente discorsi arzigogolati, ma soltanto un’esclamazione che la dice lunga anche sugli stati d’animo vissuti dal «direttore» nel corso di questa partita: «Sotto di un gol, con lo svantaggio di avere giocato nelle ultime settimane una volta ogni tre giorni, con alcuni giocatori in non perfette condizioni fisiche e un infortunio patito in avvio di gara – spiega – siamo riusciti a rimontare ed a conquistare una vittoria che non può lasciare spazio a recriminazioni di alcun genere sul fronte opposto». «Ho sentito, infatti – aggiunge – che Ferrara si sarebbe lamentato per delle “pressioni” sull’arbitro fra il primo e il secondo tempo. Ebbene, fatto salvo che io ero nel tunnel e che non è accaduto alcunché, non mi sembra che l’arbitro abbia cambiato il suo modo di dirigere fra il primo e il secondo tempo. Inoltre, nello specifico, se una squadra ha avuto un calcio di rigore a favore in questa partita, ebbene, questa squadra non è stata certo il Catania». Archiviate rapidamente le polemiche, Gasparin, incalzato sull’argomento, riconosce anche una pecca della sua squadra: «Se proprio dobbiamo trovarne una, possiamo dire che dopo il vantaggio della Samp, arrivato dopo un nostro lungo dominio, abbiamo rischiato di prendere il secondo gol che avrebbe potuto chiudere la contesa. Così non è stato e adesso, grazie a quella straordinaria reazione della ripresa, ci godiamo la vittoria per 3-1 – un risultato che torna spesso in questi ultimi periodi – e, ovviamente, i tre punti». «E una cosa ci tengo a chiarire a proposito del 3-1 – chiude l’argomento l’amministratore delegato – i tre gol sono sempre arrivati con straordinarie reazioni nella ripresa, dopo che c’eravamo trovati sotto di un gol: bella dimostrazione di forza e di carattere».

Lucas Castro «Bravo ad inseguire quell’ultimo pallone che pareva perso» (La Sicilia)

“«Per il mio terzo gol in A ho pure la dedica a mio fratello Matias, che compie 28 anni»

“Meglio un terzino assetato di sangue alle calcagna che un’intervista davanti alle telecamere. A Lucas Castro, infatti, i microfoni e gli obiettivi dei colleghi televisivi fanno più o meno lo stesso effetto patito da quel nobile della Transilvania, il Conte Dracula, quando gli sventolavano sotto il naso qualche testa di aglio o quando gli venivano incontro esibendo un crocefisso. «Io resto qui – “minaccia” dopo la sosta al banchetto riservato alla sola carta stampata, in zona mista – e vi spiego pure il perché: ancora non sono padrone della vostra lingua e non voglio dire sciocchezze davanti alle telecamere. Con voi sono più tranquillo, posso spiegare, posso approfondire. Là è tutto più immediato e rischio di fare cattiva figura. No, io là non ci vado». Ovvio che poi «là» c’è andato, le sue dichiarazioni, come da programma, sono state quasi esclusivamente in spagnolo. Per la fortuna di chi possiede penna e taccuino e che ha potuto raccogliere dallo sgusciante calciatore argentino decisamente qualche concetto in più: «Sono felicissimo – spiega in un italiano sempre più comprensibile – finalmente ho fatto gol anche al Massimino. Non si tratta di un gol da tre punti, è vero, ma per il momento va bene così».

Bellusci il guerriero: «Sempre al 101 per cento» Marchese: «Il contratto? Società correttissima» (La Sicilia)

“La concorrenza mi spaventa? Io non ho paura di nulla. Devo avere timore proprio dei miei compagni di squadra? ». Lo spirito di Giuseppe Bellusci – che pronuncia la frase in questione con un sorriso, ma in sottofondo sembra di sentire un ruggito – è tutto qui. Un combattente che non molla mai e quando ha un’occasione se la gioca come se fosse l’ultima. Maran lo ha riportato tra i titolari in Coppa Italia venendone ripagato da un’ottima prestazione. Così, quattro giorni dopo, il tecnico ha deciso che piuttosto che forzare il rientro di Rolin o Spolli era il caso di insistere sul ragazzo di Trebisacce. E anche stavolta la risposta è stata a tono: «Credo di aver disputato una buona gara, spero di confermarmi domenica dopo domenica. Cerco sempre di allenarmi al meglio: le scelte le fa Maran, però mi auguro che basti per continuare a far parte di questo gruppo. Il mercato? E’ un discorso che riguarda la società e il mio procuratore. Di sicuro, fino a quando vestirò il rossazzurro darò il 101% per fare il bene del Catania»


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