STAMPA- L’indignazione del calcio contro il Catania

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Caso Catania, la rabbia di Malagò: “Siamo alla follia” (Giornale di Sicilia)

“«Mi sembra che siamo arrivati alla pura follia, nel vero senso della parola. La giustizia sportiva, al di là del lavoro di quella ordinaria, deve fare un percorso urgentissimo, in grado di tirar fuori verità e sentenze in tempi brevi. Ciò per permettere un inizio regolare dei campionati: qui non si decide solo di serie B e Lega Pro ma a cascata di tutte le varie categorie». Lo ha detto, ai microfoni di Sky, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a proposito dell’inchiesta di Catania che ha scosso il mondo del calcio. soltanto una vittima. Dobbiamo tutti fare qualcosa in più: è assurdo che un valore così importante, come il calcio in Italia, venga rovinato da poche persone». Lo ha detto, ai microfoni di Sky, Demetrio Albertini. «Sono molto dispiaciuto per quanto è successo a Catania, non giudico e non giustifico nessuno. Ma queste vicende incidono anche sotto il profilo umano. Il calcio ha subito un altro duro colpo, speravo non accadesse». Con queste parole il tecnico del Vicenza, Pasquale Marino, ha commentato l’inchiesta sul Catania che coinvolge direttamente il presidente del club rossazzurro, Antonino Pulvirenti, e l’ad Cosentino. L’allenatore marsalese, che ha già lavorato con gli etnei, era tra i candidati per la panchina della società siciliana per la prossima stagione.

Sebastiani: questo calcio non mi appartiene più (Il Centro)

Il patron del Delfino è sconfortato e anche arrabbiato per lo scandalo di Catania «Avevo stima di persone che hanno lavorato con me, come Delli Carri e Di Luzio»

“ncredulità, rabbia e sconforto. Sono questi i sentimenti che Daniele Sebastiani ha provato quando è venuto a conoscenza dello scandalo di Catania. Stavolta gli arresti hanno coinvolto alcune persone che hanno lavorato al suo fianco. Primo fra tutti l’ex ds del Pescara, Daniele Delli Carri, poi Piero Di Luzio, ex socio del Delfino, infine Fernando Arbotti, agente Fifa, che ha curato di persona il trasferimento in biancazzurro di Ransford Selasi. «Mi fa molto male», afferma il presidente del Pescara, «perché conosco queste persone. Con loro ho avuto rapporti di lavoro e non mi sarei mai aspettato di vederli coinvolti in una simile situazione. Non posso pensare che questi professionisti si siano macchiati o prestati a discorsi di questo tipo». «All’inizio ero incredulo, ma ascoltando le registrazioni ho provato molta rabbia, perché queste cose gettano fango su un mondo che non ha bisogno di altri scandali. Il calcio esce da questa vicenda con le ossa rotte ed è un fatto vergognoso. Mi auguro che i soggetti coinvolti riescano a dimostrare la loro estraneità, ma dalle cose che sento mi sembra difficile». L’operazione “Treni del gol” ha dipinto uno scenario che potrebbe allontanare ancora di più i tifosi da questo sport. «Questi accadimenti fanno riflettere sull’opportunità di rimanere ancora all’interno del calcio. Così come viene descritto è un ambiente che non mi appartiene». La vicenda mette in luce come si possano calpestare i concetti di rispetto delle regole, lealtà e sportività. «Purtroppo il calcio è lo specchio della società. In Italia gli scandali sono all’ordine del giorno e quando vengono a galla ormai la gente nemmeno si meraviglia. Cosa dovrei pensare? Che le squadre siano iscritte a competizioni finte? Mi metto nei panni di quelle cinque società che vengono chiamate in causa. Quasi sicuramente i presidenti ignoravano le combine, invece, non solo hanno letto il nome del loro club sugli atti dell’inchiesta, ma alla fine per colpa dei calciatori potranno anche ricevere una sanzione durissima».