STAMPA – L’ultima missione possibile

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

L’ultima “missione possibile” dei rossazzurri (La Sicilia 12-04-2014)

“Evitare un triste e rituale conto alla rovescia sino alla fine, in fondo sta tutto qua quello che si deve cercare di fare. Dare un senso a questa fase conclusiva del campionato, a sei partite che in un mese e mezzo potrebbero, quanto meno, farci capire qualcosa su quel che potrà essere del Catania prossimo venturo. E’ il tasto su cui si sta battendo da giorni, è l’argomento che deve restare di scottante attualità, è la missione, l’ultima missione possibile, che questa squadra può e deve intestarsi. Anche perché se non ci si impone un percorso con obiettivi precisi, un rigore e anche una rigidità di atteggiamenti e di comportamenti, c’è il rischio concreto di una deriva tutt’altro che piacevole e per nulla simpatica. Dunque si chiude bottega quando finisce la stagione, prima c’è ancora da faticare. Anche per questo sembra essere stato scelto e catapultato alla guida della squadra Maurizio Pellegrino. Non ci fosse stata da parte della società la volontà di cercare di dare una degna chiusura ad una indegna stagione, si sarebbe potuto tirare a campare sino alla fine, a giochi ormai fatti e a figuracce che si stavano infilando una dietro l’altra nella collezione di questo campionato. La reazione, invece, c’è stata ed ha portato al cambio di guardia in panchina. A Pellegrino, uno che ha il rossazzurro nel sangue per la sua storia personale, per quella di calciatore, di allenatore, di dirigente, il compito, il primo ed il più urgente, di trasmettere un po’ di quell’amor proprio e amore per la causa ormai in fase di saldo, che potrebbe servire a chiudere il campionato con qualche brutta figura in meno e qualche segnale incoraggiante per il futuro in più. Da quel che si sente tra i sussurri dello spogliatoio, poche voci che sfuggono al silenzio stampa in corso, i giocatori per primi non avrebbero nessuna intenzione di uscire di scena lasciando un ricordo così brutto e mortificante ai loro tifosi, anche perché per la maggior parte di loro sarebbe un po’ cancellare incredibilmente il risultato da record di un anno fa, il ricordo di una festa e di un primato, passando dal ruolo di eroi a quello di colpevoli di avere compromesso tutto con un campionato balordo. Nessuno lo dice, ma gli stessi giocatori al di là di quel che non sono riusciti a fare contro il Torino, non ci hanno capito granché di quel che avrebbero dovuto fare in campo. Un cortocircuito tra loro e l’allenatore che è apparso evidente prima ancora, forse, che alla società, agli stessi tifosi rimasti sbalorditi dalla metamorfosi e dall’involuzione della squadra tra una fase e l’altra della gara. Adesso è perfettamente inutile star lì a rifare analisi sulla partita e sulle partite che sono state gettate al vento, con tante occasioni d’oro per provare a riacciuffare la salvezza, ma certamente molte cose non hanno funzionato. E per chiudere la stagione ed evitare che si proseguisse su quella china, un altro traumatico cambio di allenatore è parso alla società pressoché inevitabile.


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