STAMPA- Marcolin soddisfatto ed ottimista

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Marcolin rilancia «Questo Catania mi piace tanto» (La Gazzetta dello Sport)

“Il tecnico sul gruppo: «Lavora sodo, sa affrontare Romano Perticone, 28 anni, difensore LAPRESSE le difficoltà e mi conforta la reazione finale per l’1-1»

“S e il primo a crederci, al di là delle frasi di circostanza, è Dario Marcolin, il Catania ha una sicurezza in più. I play off sono un obiettivo e il tecnico non lo nasconde, sottolineando dopo la rottura in notturna del silenzio stampa: «A me la squadra è piaciuta, al di là del pareggio con il Crotone. Mi piace come lavora, il modo in cui affronta le difficoltà, mi conforta la reazione finale in un confronto difficilissimo, visto che gli avversari erano tutti chiusi nella propria trequarti». Se c’è una sola speranza, una sola, Marcolin non la nasconde: «Preferisco giocare contro formazioni, come il Pescara, che si propongono a viso aperto, che vogliono fare la partita piuttosto che contro il Crotone. Per carità non giudico io la loro condotta tattica di chiudersi. Domenica saremo fuori casa e sarà la prima partita esterna dopo la chiusura del mercato. Faremo del nostro meglio». SCELTA Il tecnico rossazzurro ha anche accennato alla varietà di scelte che il Catania potrà garantirsi dopo le ultime operazioni e dopo che, da qualche settimana – e non abbiamo mancato di sottolinearlo anche se qualche dirigente non se n’è accorto – in casa rossazzurra gli infortuni sono praticamente spariti, tanto è vero che il tecnico riesce a schierare la stessa formazione tipo: «I recuperi di Castro e di Martinho – ripete Marcolin – sono importanti sul piano del gioco e su quello mentale. Si tratta di due calciatori validi che possono dare tutto l’aiuto che sanno alla squadra». Il Catania, con l’inserimento del brasiliano e dell’argentino sulla fascia, rispettivamente in mediana e in attacco, trasforma il 4¬3¬2¬1 in 4¬2¬3¬1: «In questo modo abbiamo acquisito – rileva Marcolin – una maggiore consistenza nella spinta offensiva coprendo in maniera più ampia il campo di gioco. Una scelta che, a conti fatti, ci ha portato a fare gol nel finale ed è un premio per i ragazzi che si sono impegnati allo spasimo e al lavoro organizzato tutti i giorni. Il Catania a me è piaciuto e non possiamo che migliorare».

Marcolin: «Impegno Massimo, meritavamo i tre punti» (La Sicilia17 Febbraio)

“Alla furia dell’ad Cosentino fa da contraltare la serenità di Dario Marcolin. Orario e occasione strana (improvvisa: prima era stato confermato il silenzio, poi sono stati chiamati nel box tutti i cronisti), la sua prima conferenza stampa aperta a tutti. Stavolta a tutti, tranne a chi viene impedito l’ingresso allo stadio: tre colleghi restano ancora fuori. Ma anche alle 11 della sera, il tecnico del Catania, pur provato da 90 minuti di pensieri e decisioni da prendere all’istante, ragione senza una sbavatura che sia una. Questo pareggio rallenta il cammino del Catania verso i play off. «Continuamo a lavorare sereni, con fiducia. Abbiamo raccolto sette punti, segnando altrettanti gol e beccandone uno solo». Ma la prossima partita sarà fuori casa, e per la prima volta dopo la chiusura del mercato, per di più a Pescara. «Io preferisco incontrare una squadra che agisce a viso aperto, come il Pescara, piuttosto che il Crotone. I calabresi si sono chiusi. Ribattevano palla e noi la riconquistavamo cercando il gol». Dei rigori ha parlato Cosentino, a lei chiediamo intanto un giudizio sul pubblico che vi ha sostenuti. «Gli applausi finali ci gratificano perché sono il giusto premio alla squadra che ha corso, si è impegnata e avrebbe meritato la vittoria». Lei dirà: ci sono anche gli avversari… «Abbiamo giocato a senso unico, palla a terra. Due tocchi: è quello che chiedo ai ragazzi». Rinaudo stava male. «Aveva 38 di febbre, in mattinata sono andato in camera sua per motivarlo, per fargli capire quanto fosse importante il suo contributo». Si rende necessaria la presenza di un organizzatore di gioco? «La nostra azione parte da un asse centrale: portiere, mediano, centravanti. La squadra si allarga o viene incontro alla palla a seconda delle opportunità che vengono create». Maniero ha accusato problemi fisici? «Un pestone al piede, poi si è rimesso in sesto. L’ho cambiato per dare alla squadra un nuovo volto al di là del cambio di modulo».