STAMPA – Marino ed Agroppi, il CT visto da fuori

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Marino: «Castro bella sorpresa ma per me Bergessio è il top» (La Sicilia 10.06.2013)

«Il Catania ha un organico da classifica medio-alta, ma prima pensi ai 40 punti»

“Gli è andata male. Anche quest’anno il tradizionale pranzo estivo con il suo amico Nino Pulvirenti si farà e anche quest’anno toccherà a Pasquale Marino mettere mano al portafogli: «Avevo detto al presidente – sorride – che se fossi arrivato all’appuntamento da disoccupato sarebbe spettato a lui pagare…. Invece la chiamata del Pescara ha cambiato lo stato delle cose e alla fine pure questa volta il conto spetterà al sottoscritto… ». Meglio per lei, ci pare. «E pure per lui! Scherzi a parte, c’è grande soddisfazione per avere ritrovato una panchina dopo una stagione di inattività. Si riparte e lo si fa con grandissima motivazione». E dire che dodici mesi fa sembrava che dovesse approdare in rossazzurro. «Acqua passata. Adesso bisogna guardare avanti. E vale sia per me sia per la società rossazzurra». Che ha chiuso il campionato all’ottavo posto e che non sembra intenzionata a smobilitare «Per prima cosa va detto che il Catania parte da una base tecnica importante. Se pure dovesse esserci qualche cessione, credo che sarà assorbita con grande facilità». Cosa l’ha sorpresa del Catania di Maran? C’è stata qualche partita che l’è rimasta in mente? «Io credo che in una stagione sia normale che si registrino picchi positivi e picchi negativi. E, allora, piuttosto che parlare di questi momenti, ritengo sia più giusto sottolineare la continuità delle prestazioni di questi ragazzi: giocano insieme da tanti anni, sono ben organizzati, si comportano da squadra». «Maran – applaude Marino – ha avuto dei meriti in tutto questo, ma, ad esempio, rispetto all’annata precedente ha avuto anche un uomo in più di una certa importanza». A chi si riferisce? «A Castro. Quei tre là davanti hanno sempre fatto il loro dovere, ma quando c’è stato bisogno di lui per sostituire uno dei titolari, beh, Castro ha risposto presente». Si è detto dello stesso parere anche Vincenzo Montella, che Castro l’anno prima non l’ha avuto. «E’ ovvio. Il ragazzo ha avuto il merito di ambientarsi subito e di rivelarsi un’alternativa più che valida, Maran è stato bravo a gestirlo e i risultati parlano per lui: quei tre là davanti più Castro rappresentano un bel patrimonio tecnico, se ci metti dietro giocatori come Lodi, Almiron, Izco e lo stesso Biagianti, ecco che si comprende il valore di un gruppo che ha meritato di lottare per obiettivi importanti».

«Il Catania? Una realtà del calcio italiano» (La Sicilia 10.06.2013)

“Come al solito controcorrente. «Il Catania una sorpresa? È una realtà del calcio italiano e, fra qualche anno, andrà in Europa». Aldo Agroppi, nella classica veste di opinionista, senza peli sulla lingua parla della stagione appena archiviata della squadra etnea. Il Catania è stata una delle rivelazioni del campionato. È d’accordo? «Il Catania non mi ha stupito, era prevedibile che facesse un buon campionato, perché ha tutte le componenti giuste: una società bene strutturata, un presidente competente e vicino alla squadra, che viene pagata puntualmente, un centro sportivo, un ambiente caldo e, non da ultimo, una squadra con ottimi calciatori». L’8° posto è un piazzamento straordinario. «Questo è vero, ma a centrocampo ha due piedi magici come quelli di Lodi e Almiron. In avanti, due attaccanti che sono un lusso per il Catania, come Bergessio e Gomez. E, in difesa, un difensore di lungo corso, ma ancora un usato sicuro e garantito come Legrottaglie». Il Catania, quindi, ha tutte le carte in regola per continuare a crescere? «Questo Catania mi ricorda un po’ il mio Perugia. C’era questo clima, una società forte, una voglia di stupire e competere con le grandi città, pur essendo una realtà emergente». E un giudizio su Maran? «Maran è stato bravo per almeno due motivi: non ha snaturato la squadra, continuando sulla strada segnata da Montella. Gli ha dato un’identità nuova, puntando sul gioco e sulla convinzione che il Catania possa giocare a viso aperto contro tutti. Un grande merito del Catania è Pulvirenti: un presidente che protegge la squadra e l’allenatore, sempre presente allo stadio e, quando serve, sa farsi sentire anche con il Palazzo e gli arbitri»


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