STAMPA- Mihajlovic e la sua Sampdoria

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Sinisa, l’uomo che stupì Catania (La Sicilia)

Vi raccontiamo Mihajlovic, l’uomo che metteva in riga i giocatori e che un giorno disse: «Batto la Juve…»

“«Ho fatto due guerre, nulla mi spaventa». Nel ritiro di Roma, il 9 dicembre 2009, Sinisa Mihajlovic – prossimo avversario del Catania, perché da qualche settimana guida la Samp – affrontò la prima conferenza stampa da allenatore rossazzurro con una frase che fece sobbalzare l’unica telecamera puntata sulla sua faccia da duro e i due inviati: uno era il catanese Francesco Lamiani, allora a Dahlia. Lo guardammo strabuzzando gli occhi e lui non fece una piega: «Sì, ho fatto due guerre, ho visto la morte a due passi da me, che cosa volete che mi spaventi una rincorsa per la salvezza? Il Catania si salverà». Era la vigilia del match con il Livorno, concorrente diretta da affrontare in casa. Quella partita andò male, il Catania perse tra la contestazione che infuriava e l’ultimo posto che pesava di più. L’avversario della domenica successiva era la Juve capolista. Mihajlovic tornò a parlare e alzò il tiro: «Battiamo la Juve a casa loro. Vi sembro pazzo? Non sono pazzo». Lo considerarono un visionario. Ma quel 20 dicembre 2009, Martinez dal dischetto e Izco, con un formidabile contropiede, fulminarono i bianconeri. Si giocava di sera, c’erano dodici gradi sotto lo zero, a Torino, ma faceva un caldo da impazzire. Sinisa non era l’uomo degli eccessi. Parlava poco, ma le sue parole pesavano come sassi. Dicevano di lui che attaccava al muro i calciatori che sgarravano. E, forse, era anche vero. Lui uomo di forza, muscoli, intelligenza; Dario Marcolin, il suo vice, persona esperta come pochi di tattica. Una coppa perfetta. Noi sappiamo, per averlo visto all’opera, che riusciva a calciare e a mettere nel sacco anche sei punizioni di fila. Quel pomeriggio, a Roma, alla fine dell’allenamento mise Kosicky in porta. Si scaldò un istante, facendo streatching con il destro. Tirò sei, sì sei, punizioni all’incrocio, cambiando spesso angolo e senza usare potenza, ma soltanto astuzia. Il povero Thomas parò il settimo tentativo e cacciò un urlo tale da fare accorrere tutti gli abitanti di Mostacciano, zona Euro, quartiere bene della Roma di periferia.

I Carismatici (Repubblica – Genova)

“Dopo Gasperini, anche Sinisa è arrivato dando subito una svolta. Molti i punti in comune tra due allenatori, capaci da subito di essere autorevoli con i loro giocatori

“Patti chiari, sorrisi e cene di gruppo così Mihajlovic ha conquistato la Samp

“Si fapresto a dire sergente di ferro, pugno duro, iniezione di carattere. Sinisa Mihajlovic sa bene che per avere in mano uno spogliatoio non ci vogliono solo le maniere forti. È stato scelto da Edoardo Garrone per rivitalizzare una Sampdoria smarrita e sfiduciata, bisognosa di trovare un buon maestro. Ma è arrivato a Genova con l’etichetta quasi esclusiva del bastonatore. Del resto a Firenze, non senza sarcasmo, lo avevano soprannominato Full Metal Sinisa. Fra i tifosi blucerchiati, durante la lunga e delicata trattativa tra la federazione serba e Corte Lambruschini, il commento più ricorrente era: «Questa squadra ha bisogno di uno che sappia “appendere” i giocatori al muro». Insomma, il popolo doriano si aspettava più una macchina infernale che un allenatore. Invece è andata diversamente. Già dalla spumeggiante conferenza di insediamento, Mihajlovic ha fatto intendere quale strada avrebbe intrapreso. Certo, ha spiegato, «se la squadra non dà il massimo è meglio, se a fine partita non scende negli spogliatoi», ma per prima cosa la Samp avrebbe dovuto «ritrovare l’allegria di giocare a calcio, perché questi ragazzi hanno tutto e devono solo allenarsi con il sorriso ». Il carisma, per Sinisa, si avvicina al concetto di amicizia, pur nel doveroso rispetto dei ruoli. Lui che è stato un grande calciatore ha puntato dritto sull’empatia con un gruppo di ventenni, più che trentenni. E allora eccolo imparare subito i nomi di battesimo dei 31 giocatori della rosa blucerchiata. Per dire, dopo poche ore a Bogliasco Barillà era già diventato “Nino”. Oppure eccolo offrire la cena allo spogliatoio, in quel ristorante del levante genovese che lui aveva frequentato tante volte insieme a Mancini e che poi è diventato il feudo di Cassano.

In Coppa Italia tocca a Maresca e Petagna (Repubblica – Genova)

Largo turnover per la sfida di giovedì sera a Marassi con il Verona. Gastaldello sta meglio e potrebbe farcela per il Catania

“VEDERLO uscire dal campo di San Siro così zoppicante aveva fatto temere il peggio. Per fortuna, però, le condizioni della caviglia destra di Gastaldello non sono gravi. Ieri il capitano blucerchiato ha fatto i primi esami, il risultato è che non ci sono lesioni di alcun tipo. Il dolore causato dalla distorsione però c’è ancora, quindi bisogna andarci cauti e continuare a monitorare la situazione. L’obiettivo dello staff medico blucerchiato, comunque, è recuperare il difensore per l’importantissima sfida di domenica a Marassi contro il Catania. Non appare una missione impossibile. Nel frattempo si tiene caldo Regini, che nel suo ruolo prediletto di fronte agli attaccanti interisti non ha mai tremato. Di certo Gastaldello salterà il match di giovedì sera contro l’Hellas Verona, gara secca di coppa Italia che non cade proprio nel periodo migliore. La Sampdoria, almeno fino a tempi migliori, deve solo ed esclusivamente pensare alla salvezza, senza sprecare preziose energie fisiche e mentali. Per questo è molto probabile che Mihajlovic dia molto spazio a chi finora ha giocato meno. A cominciare dall’eroe del Meazza, Renan, che potrebbe far coppia con il redivivo Maresca in mediana. Dopo l’infelice apparizione contro la Lazio, poi, può essere l’occasione del riscatto di Petagna, per caratteristiche l’unico naturale sostituto di Pozzi. Per non parlare degli altri due grandi oggetti misteriosi della gestione Rossi, Poulsen e Rodriguez, pure loro rinfrancati dall’arrivo del nuovo allenatore e vogliosi di rivincita.


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