STAMPA- “Non arrendersi mai. Salvezza troppo importante”

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Parola di Tifoso: Sampdoria-Catania, scontro salvezza per gli etnei (Leonardo.it)

“Con soli 9 punti in classifica, domani per il Catania sarà un vero e proprio scontro diretto. La squadra arriva dopo una settimana burrascosa,con il presidente che se la prende con Maran e con la scarsa preparazione atletica, e i tifosi che contestano il modo di reagire dei giocatori,chiedendo al presidente di non dare gli stipendi. La Sampdoria, invece, arriva rigenerata dalla cura Mihajlovic (non dimentichiamo, ha guidato già gli etnei prendendoli a metà campionato con 9 punti e poi salvandoli) con 2 pareggi con Inter e Lazio, ed una vittoria in coppa Italia contro il Verona.Sampdoria che in casa cercherà di comandare la partita attaccando fin da subito il Catania Il Catania,causa la squalifica di Barrientos e di Tachtsidis, con molta probabilità scenderà in campo con un 4-1-4-1 , in porta i tifosi durante la contestazione, chiedevano Frison che è in vantaggio rispetto ad Andujar, la difesa senza Rolin, non convocato per febbre , sarà composta da Peruzzi, Spolli, Gyomber e Biraghi, davanti la difesa il tecnico lucano schiererà Guarente a centrocampo Keko ,Plasil, Castro e Monzon e in attacco Maxi Lopez, che non vorrà fare brutta figura contro la sua ex squadra. Anche se alla fine si pensa che il Catania giocherà con un 4-4-2 con Castro in supporto a Maxi. La squadra domani,deve e dovrà rispondere con la vittoria. Incrociamo le dita e speriamo bene! Sempre forza CATANIA!

«Tutti insieme salviamo la Serie A questa città non deve arrendersi» (La Sicilia 07.12.2013)

“«Retrocessione? Ma non ne parliamo neppure, per carità. Sarebbe una catastrofe». Secco, lapidario, nonostante sia per indole una persona molto equilibrata, abbastanza misurata. E a parlare non è uno sfegatato tifoso del club rossazzurro, non è un amante tout court del calcio. E’ Luca Di Mauro, presidente del Cus Catania e della Federhockey nazionale. Insomma uomo di sport per eccellenza, ma proprio di sport a 360°, non affetto da strabismo pallonaro. Eppure Di Mauro, ovviamente diremmo, non ha dubbi: «Anche nelle classifiche del Sole 24 ore ci sono parametri che sono legati ai risultati dello sport, delle squadre presenti in serie A, degli scudetti vinti. Per questo il Catania nella massima divisione è importante per la città, per l’intero tessuto economico. Ma, aggiungo, anche per tutto il movimento sportivo catanese. Spero che si salvi, e spero anche che il Catania del presidente Pulvirenti possa, però, anche assumere realmente un ruolo di chioccia, di punto di riferimento per tutto il mondo dello sport». Ripartiamo dalla contestazione di giovedì a Torre del Grifo di duecento ultras che hanno voluto far sentire la loro voce e la loro rabbia ai giocatori, e che abbiamo riconvertito in una dichiarazione estrema (un po’ eccessiva, anche) d’amore nei confronti della squadra. Ripartiamo, cioè, dalla necessità che tutta la città oggi diventi non osservatrice di quel che accade nel Catania e al Catania, non soggetto che guarda, gioisce, critica (anche troppo, qualche volta, per partito preso), ma un monoblocco motivato e appassionato che sia pronto ad intestarsi, ognuno per la propria parte, la lotta per la salvezza. Salvezza di una serie A che vale molto più di quel che il titolo sportivo rappresenta. Che si debba stare tutti uniti e che si debba lavorare insieme per la salvezza del Catania lo dice anche il sindaco. Per Enzo Bianco non ci possono essere dubbi: «Il calcio, a certi livelli, non è semplicemente un gioco, potremmo definirlo un indicatore di civiltà, come un teatro lirico o di prosa, o un aeroporto. Una città che può vantare una società calcistica esemplare sotto il profilo dell’organizzazione, della progettualità, del fair play, non può che stringersi attorno a essa quando, come nel calcio può avvenire, la squadra ha un momento di crisi. I catanesi sono innamorati dei colori rossazzurri e i sentimenti non si possono accendere e spegnere a comando: se una persona si ama, quando ha dei problemi la si ama ancora di più. Nei momenti di difficoltà ci si unisce». Il sindaco ne fa anche una questione di rigenerazione, di rilancio, di riaffermazione di un primato che veda Catania protagonista su un palcoscenico nazionale. E perdere il primato del calcio, tanto più per questo, sarebbe disastroso. «So io bene quanta fatica ci stia costando far riprendere a Catania il posto che le spetta a livello nazionale. Pur essendo l’ottava città italiana per grandezza non contavamo più nulla o quasi. Solo adesso stiamo cominciando nuovamente a far sentire forte la nostra voce. Ma se l’Italia non ci aveva del tutto dimenticati lo dobbiamo anche al fatto che la città aveva continuato a mantenere una squadra di calcio nella massima serie. Il Catania è un patrimonio della città che va difeso con amore».


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