STAMPA – Processo al Catania

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

PROCESSO AL CATANIA (La Gazzetta dello Sport)

“Scelte sbagliate per Pulvirenti Attacco inadeguato Quando capitano annate come quella che sta ormai per concludersi, sebbene per il Catania sia già mestamente finita, è ovvio che ci siano colpe ed errori da suddividere fra i vari protagonisti. Uno degli sbagli del presidente Pulvirenti è stato quello di scegliere male le persone a cui affidare il compito di sorveglianza della squadra e dello spogliatoio. Una defaillance abbastanza inusuale per un personaggio come Nino Pulvirenti che fin qui aveva fatto proprio delle scelte umane il suo cavallo di battaglia. Individuare i personaggi più consoni a svolgere i compiti dirigenziali non è stato mai un problema per lui. Ma non sempre le ciambelle riescono col buco.

Maran insicuro De Canio inidoneo Pellegrino capace

Dal novero delle responsabilità non possono certo essere esclusi i tecnici che si sono succeduti sulla panchina rossazzurra in questa malaugurata annata. Naturalmente parliamo dei primi 2, escludendo dunque Pellegrino che pur non avendo la stessa esperienza di chi lo ha preceduto ha dato prova di buon senso e competenza, compiendo scelte anche difficili, soprattutto per un novizio della massima serie. Cominciamo dunque da Maran che d’un tratto non sembrava più lo stesso della stagione precedente, quella che lo aveva fatto conoscere ed apprezzare alla grande platea del campionato maggiore. Qualcosa evidentemente si è inceppata anche nei meccanismi dell’allenatore di Trento, apparso non più sicuro delle sue scelte e soprattutto incapace di inventare soluzioni alternative. Così come di mettere fuori per un paio di turni qualche «pezzo da novanta» come ha fatto poi Pellegrino con Izco e Lodi, ad esempio. Giusto per dare un segnale di rottura con certe consuetudini

Squadra a picco dopo l’8° posto Deludenti tanti big

La squadra naturalmente non è immune da colpe. Per molti è tutt’oggi inspiegabile la radicale trasformazione di un organico che reduce da uno storico ottavo posto con tanto di record di punti, è colato a picco come una navicella in balia di se stessa. É vero che in questa stagione molti giocatori sono rimasti per troppo tempo fuori causa per incidenti di varia natura, ma questo purtroppo è diventato anche un alibi che troppo spesso è stato fornito alla squadra su un piatto d’argento. Ma anche il raggiungimento di quel magnifico ottavo posto si è rivelato un boomerang per taluni protagonisti che probabilmente si sono sentiti «arrivati » e convinti di essere ormai al di sopra di certi umanissimi rischi, quale ad esempio quella della retrocessione.

La retrocessione del Catania tra errori di mercato, sindrome da appagamento (MondoPallone.it)

“Il 28 maggio 2006, dopo un’astinenza lunga 22 anni, il Catania tornò inSerie A, rimanendoci con pieno merito sino alla sciagurata quanto inutile vittoria esterna di domenica scorsa sul campo del Bologna; risultato che ha condannato, complici gli avvenimenti sugli altri campi, sia gli etnei, sia i felsinei al mesto ritorno nella serie cadetta. La retrocessione è arrivata nella stagione successiva a quella 2012/2013, annata splendida nella quale il Catania, sotto l’illuminata guida di Rolando Maran, aveva conquistato il record di punti nella storia della società (58). E sono state proprio queste inattese “montagne russe”, con le quali i rossazzurri sono stati catapultati in B, ad aver lasciato di stucco molti appassionati. Per otto stagioni abbiamo ammirato una squadra capace di conquistare la salvezza, di offrire a più riprese un gioco spettacolare e di mettere in mostra grandi talenti, rigenerati o da poco noti ai grandi palcoscenici (su tutti, in ordine sparso: Baiocco, Stovini, Legrottaglie, Spinesi, Jorge Martinez, Mascara, “El Papu” Gómez, Barrientos, Bergessio, Spolli, Silvestre, Izco,Lodi, Maxi López – nella sua prima apparizione -), e allenatori emergenti (Marino, Zenga, Montella, Mihajlović, Simeone, Maran). Per molti di loro, calciatori e tecnici, la squadra rossazzurra ha rappresentato un vero e proprio trampolino: per alcuni di lancio, per altri di “tuffo”, considerato che in tanti a Catania hanno saputo rendere molto meglio in confronto alle loro successive esperienze. Impossibile dimenticare il “dodicesimo uomo in campo”: un pubblico tra i più calorosi della penisola, legato indissolubilmente alla propria maglia, senza che la categoria abbia mai rappresentato una variabile rilevante, nonostante nell’ultimo periodo il tifo “novello” (quello di chi si è avvicinato alla squadra solo da quando è approdata in serie A), abbia mostrato segnali di appagamento. Tra le peculiarità che hanno contraddistinto il Catania nelle sue stagioni in Serie A c’è stata, sino ad aprile del 2012, la presenza nei quadri societari di Pietro Lo Monaco, “Il Direttore”: personaggio accentratore e capace di attirare su di sé numerose critiche per i modi a volte troppo diretti con i quali amministrava la società e si rapportava verso l’esterno, ma che, indubbiamente, ha saputo portare la squadra a risultati di eccellenza, contribuendo, peraltro, alla costruzione del centro sportivo di Torre del Grifo Village, tra i più moderni d’Italia. Nonostante “Il Direttore” avesse lasciato la società, nella stagione seguente al suo addio il Catania ha saputo rinnovarsi conquistando, come detto, il record storico di 58 punti epiazzandosi all’ottavo posto in classifica. Ed è proprio dopo questa meravigliosa cavalcata che il sogno dei rossazzurri si è sbriciolato, culminando nell’amara retrocessione di questi giorni. Le cause appaiono molteplici: come suggerito nel titolo certamente il mercato ha inciso negativamente, con le illustri cessioni, su tutte, di Gómez e del capitano Lodi (poi tornato all’ovile nel mercato di gennaio, quando ormai molto era compromesso) e l’incapacità di rinnovare il collaudatissimo gioco della stagione precedente, gioco che passava in gran parte dal morbido sinistro del regista napoletano.


Be the first to comment on "STAMPA – Processo al Catania"

Leave a comment