STAMPA- Rabbia a Messina, speranza ad Agrigento

Redazione

Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

AKRAGAS ALESSI E IL FUTURO LA CORDATA C’È (La Gazzetta dello Sport)

Scampata la mancata iscrizione, ieri l’Akragas ha parlato di futuro. Il presidente Alessi si è presentato con l’avvocato Caponnetto ed il dirigente Nigrelli: si è parlato di «impresa titanica», «sedicenti acquirenti». Situazione in evoluzione; la trattativa con la cordata c’è, anche se Giavarini ha contribuito ancora.

Ildg Manfredi: «Sconfitta perlacittà» (La Gazzetta dello Sport)

“Il d.g. Manfredi, definito deus ex machina del progetto Proto, si lecca le ferite: «Abbiamo provato a salvare una società che andava fatta fallire prima. I numeri erano chiari, ma pensavamo di farcela, facendo leva sul supporto di imprenditori che si sono dileguati. Il nostro progetto è a disposizione di chi vuole fare calcio. Nessuno, si sogni di dire che oggi ci siano vincitori e vinti: abbiamo perso tutti, ha perso la città. Proto? Ha gestito la società per pochi mesi, ereditando una situazione disastrosa e 55 contratti da onorare. Non avrebbe dovuto rilevare il 100%. Guardiamo avanti, in fretta. Il Messina deve rialzarsi».

MACERIE A MESSINA ORA CHI RICOMINCIA? (Corriere dello Sport)

“Cinque mesi fa si era presentato parlando di serie B e di una società da risanare, avantieri non presentando il ricorso ha staccato la spina del Messina, che è fuori dalla prossima serie C. Franco Proto ha certificato il terzo fallimento di club giallorossi negli ultimi 24 anni (i primi due nel 1993 e nel 2008), ma la responsabilità va equamente distribuita con quei presidenti che nell’ultimo decennio si sono alternati al timone della società, accumulando debiti. Insieme a Proto ha fallito anche il direttore generale Lello Manfredi, già presidente di questo club e, come lui stesso ha dichiarato, alla sua ultima esperienza in riva allo Stretto. Ristrutturazione più teorica che pratica del Celeste, campagna abbonamenti a scatola chiusa, progetti, idee e coinvolgimento dell’imprenditoria locale: c’era di tutto nel contenitore dell’Acr, rimasto però vuoto fino a lasciare a terra squadra e tifosi.