STAMPA – Renna, parla allenatore doppio ex

Redazione

Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Renna ci crede: battere il Catania per riprendere la corsa verso la B (Quotidiano di Lecce)

“IL TECNICO, PROTAGONISTA DELLA PROMOZIONE DEL 1976, HA ALLENATO ANCHE GLI ETNEI

“Si poteva fare meglio, domenica scorsa. La Virtus è la sorpresa più bella del campionato. Ha giocato una partita grintosa, magari con qualche fallo, agonisticamente molto accesa, una partita molto valida. Ecco, il Lecce deve caricarsi, in questa parte finale della stagione, di quella cattiveria sportiva che qualche volta gli manca». E parla di un campionato sotto certi versi strano. «Io ero al Via del Mare con Giovanni Semeraro quando venne il Matera di Auteri ad impartirci una grande lezione di calcio. Poi quella squadra è sparita, incredibilmente. E adesso si gioca tutto fra Foggia e Lecce con un saliscendi dall’altalena. La sconfitta di domenica ci ha complicato un po’ le cose. E adesso dobbiamo vincere con il Catania e poi andare a fare risultato anche a Foggia. Sarà determinante aggiudicarsi lo scontro diretto». Il Catania gli accende i ricordi di una stagione felice. C’era ancora Angelo Massimino, il presidente storico. «Siamo sempre in rapporti cordiali con la famiglia ». E racconta un aneddoto. «Stavamo accanto in televisione. Lui indossava una giacca in renna. Il giornalista glielo fece notare: presidente, è bella la sua giacca di renna. E lui: non è di Mimmo Renna, è mia». A Catania c’era con lui un pezzo del suo grande Bologna. «Eravamo in B. Avevo in squadra i due brasiliani Pedrinho e Luvanor. C’era Giacomo Bulgarelli direttore sportivo. Andò via durante la stagione, dopo aver litigato col presidente. Restammo nei primi posti nel girone di andata, poi, dopo la partenza di Giacomo accusammo un calo e riuscimmo però a conquistare la salvezza. Bulgarelli per me era molto importante. Io quel Bologna dello scudetto ce l’ho nel profondo dell’anima. Di quell’attacco formato da Renna, Bulgarelli, Nielsen, Haller e Pascutti, sono rimasto soli io. Pochi mesi fa ci ha lasciato anche Ezio Pascutti ». Dice queste cose e la sua vita racconta una lunga storia del calcio italiano. «Sai, mio nipote Marco, il figlio di mio fratello Franco, sta ultimando il libro che sarà presentato il 3 di aprile a Lecce. Marco ha sempre annotato tutto, ha messo insieme una sorta di enciclopedia di appunti».