STAMPA – Schermaglie e telefonate

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Schermaglia e telefonata pre-derby (La Sicilia – Prima pagina)

“Sale la “febbre” per Palermo-Catania

Lo Monaco-Pulvirenti: derby al veleno (La Gazzetta dello Sport)

“Dal derby del silenzio al derby delle polemiche. Dopo 77 anni (il primo fu disputato il 26 dicembre del 1935) la sfida siciliana per antonomasia non ha perso un’unghia della sua bellezza. Anzi, in un certo senso si è abbellita ancora di più negli ultimi tempi che Catania e Palermo hanno cavalcato fianco a fianco nella massima serie come mai in passato. Quello di sabato sera alla Favorita sarà il tredicesimo derby consecutivo di Serie A. Non era mai capitato di giocarlo per tante volte di fila sul palcoscenico maggiore. Al massimo erano stati 4 fra il 1961 e il 1963. E quindi per esorcizzare (piuttosto che per festeggiare) il numero 13 entrambe hanno scelto il silenzio stampa. La prossima sfida del Barbera infatti ha una condizione del tutto particolare che a suo modo la rende unica.

Telefonata di Zamparini a Pulvirenti «Che sia un bel derby, divertiamoci» (La Sicilia)

“Tutto qui, Nino Pulvirenti accetta di rivelare il contenuto di quella telefonata che è arrivata da Zamparini e lo fa, evidentemente, perché quello che il presidente gli ha voluto comunicare chiamandolo, è un messaggio di ulteriore distensione, il riavvicinamento puntuale alla vigilia di una partita che, come dice Pulvirenti, è quella tutti sappiamo. Stemperare, ma anche mandare a dire a chi vivrà attorno a questo derby, che non c’è spazio per nessun tipo di esasperazione, né per esagerazioni. Sarà quella di sabato un’altra partita delicatissima, anche per le ragioni evidenti che la classifica espone senza possibilità di equivocare. Punti pesanti in palio, ma la questione, ora più che mai, appartiene ed apparterrà soltanto a chi andrà in campo. Da quando è accaduto quel che è accaduto, è cambiato tutto, il calcio è cambiato, il modo di tifare, gli spazi, i percorsi, le modalità di andare e tornare. Non è cambiata quella che i tifosi chiamano “mentalità”, intendiamo quella comunque sana, ma ormai è destinata dagli eventi e dalle leggi a restare a casa.


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