STAMPA – Stadi? La politica si dia da fare!

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Dopo le elezioni la politica faccia sul serio lavorando in fretta sulla legge per gli stadi (La Sicilia 19.02.2013)

“Il Catania ha lavorato anche a questo, ha un progetto praticamente pronto, integrato con l’idea di realizzare a Librino non solo l’impianto, ma anche il centro direzionale per il Comune di Catania. Quel che serve, adesso, è lo strumento legislativo, appunto, che legittimi tutti i soggetti e tutti i progetti perché, come ricorda il presidente Pulvirenti, uno stadio in città, fosse pure in una periferia e in un’area libera, è pur sempre un progetto invasivo. Ecco perché servono strumenti che non lascino adito a dubbi, che creino le precondizioni per inserire e contestualizzare un nuovo impianto in un territorio. Ma gli stadi nuovi servono per salvare il calcio. «E’ chiaro – ribadisce Nino Pulvirenti – che oggi c’è meno pubblico perché la crisi è pesante e tanta gente non può spendere i soldi dei biglietti. Ma è anche vero che per fare una politica che riporti allo stadio le famiglie, servono impianti moderni, funzionali, che rispettino le esigenze di un pubblico che non è più quello di venti anni fa, e nemmeno di dieci. Stadi tutti coperti, stadi con servizi igienici degni di essere definiti così, stadi che garantiscano sicurezza, ma anche accessi più semplici per i tifosi in tutti i settori, ampi parcheggi e un sistema di trasporti che, come accade in tutte le città europee, consentano di raggiungere gli impianti con facilità». Discorso chiaro, progetto del Catania che si fonda su questi presupposti, così come la location e, per fare in modo che un investimento di questa portata (tra 80 e 100 milioni) abbia un senso compiuto, l’idea del centro direzionale comunale che farebbe aprire ogni giorno la struttura pubblica, aree verdi, impianti sportivi collaterali. Tutto bello, tutto da città europea a prescindere dall’Europa League, ma tutto sempre e da troppo tempo in attesa che la politica sciolga le ultime riserve, metta tutti d’accordo su una legge che generi progetti ecosostenibili. Sarà il prossimo Parlamento in grado di?


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