STAMPA- Stadio deserto e sconfitta, desolazione assoluta

Redazione

CATANIA – Come di consueto proponiamo a tutti i lettori rossazzurri la rassegna stampa con le notizie più importanti presenti oggi nelle edicole nazionali e non. Gli articoli riportati sono stralci degli originali, non volti a sostituirsi a questi, pertanto invitiamo ad approfondire i contenuti presenti acquistando i giornali in rassegna.

Il Catania nella desolazione Al Massimino il Carpi passa 2 a 0 (Blog Sicilia)

“Piove sul bagnato; è notte fonda. Le frasi si sprecano, il concetto è uno: il Catania va sempre più giù e non riesce più a rialzarsi. Al Massimino passa anche la capolista e lo fa con il minimo sforzo, semplicemente aspettando l’errore del Catania per colpire. Errore che non si è fatto attendere. Altra partita surreale, in un Massimino quasi completamente vuoto. La prima in classifica contro un Catania, ancora una volta, sperimentale con numerosi giovanissimi in campo. Nel primo tempo succede veramente poco: al Catania manca l’ultimo passaggio, anche per la cronica imprecisione di Lucas Castro; il Carpi, invece, ci prova senza troppa convinzione, pronto a sfruttare le indecisioni difensive del Catania. Lo zero a zero è l’unico risultato possibile, in una partita sostanzialmente equilibrata anche perchè il Carpi non dimostra sul campo di meritare 40 punti in classifica […]Peggio di così non poteva andare e, a questo punto, si può tranquillamente affermare che la gestione Cosentino è un assoluto fallimento. Solo una vera e propria rivoluzione, a gennaio, potrebbe salvare questa squadra senza identità, senza alcun senso. Durante la pausa andrebbe azzerato tutto: dalla dirigenza, allo staff tecnico, senza dimenticare il tanto discusso preparatore atletico Giampiero Ventrone che sembra un intoccabile. Non ci sono più alternative: o si cambia tutto o si rischia, seriamente, di precipitare in serie C o Legapro.

Il Catania perde anche con il Carpi Continua la contestazione, stadio deserto (MeridioNews)

“Poco più di 500 spettatori hanno varcato i cancelli della curva Nord. Sabato scorso, per la gara contro il Brescia, erano stati oltre 1300. Il fronte della protesta dei tifosi rossazzurri, del Non Entriamo, amplifica così, nell’ultima gara dell’anno contro la capolista Carpi, il successo già ottenuto. Il Massimino, passa dalle già poche cinquemila presenze a non più di duemila, con poco più di 1300 i paganti. Ciò significa che tra i diecimila abbonati ed il club esiste ormai una frattura più che evidente. Le condizioni meteo avverse, oltre alla sconfitta rimeditata alla vigilia di Natale contro il Cittadella, sparigliano poco i conti del crescente malcontento. Ai tifosi rossazzurri era già capitato (in stagione contro il Latina e in passato contro Inter, Juventus e Milan) di sfidare la pioggia pur di sostenere la propria squadra. Stavolta, più di qualcosa è cambiato. Il Massimino è un deserto a colpo d’occhio. Alle assenze dei club della curva Nord e della Tribuna B si sono aggiunte anche quelle dei club della curva Sud. Fuori dai cancelli della curva Nord, campeggia uno stendardo: «La risorsa siamo noi». È la frase sintesi delle ragioni della protesta, che raccoglie almeno 300 tra ultras della curva nord e tifosi di ogni settore. «Siamo meno di quanto non fossimo sabato scorso – urla dal megafono una nota voce del tifo organizzato -, lo stadio però è vuoto. È un grande successo, non solo per noi che siamo qui alla pioggia a protestare ma per tutti quelli che come noi hanno a cuore le sorti del Catania. Questo ricorda a tutti, società compresa, che la protesta che portiamo avanti non è solo nostra, è quella di una città intera. La partita più importante, non si gioca in campo ma qui fuori. È in gioco il futuro del Catania e quel futuro è nelle nostre mani. Motivo per cui non ci fermeremo davanti a qualche colpo di calciomercato, sono altre le mosse che ci interessano. Continuiamo a chiedere a Pulvirenti di cacciare le persone che riteniamo responsabili di questo disastro, ovvero i Cosentino, i Moggi, i Ventrone. Se non farà questo, che è ormai chiaro a tutti essere il bene del Catania, allora per il bene stesso del Catania farebbe meglio ad andare via pure il presidente e passare la mano ad altri proprietari».